Sorpresa in via Po: «La moschea riapre».
Rassegna stampa - Il Giorno di oggi.
«Alla fine di settembre apriremo un nuovo centro islamico a Lodi». Lo annuncia Shakshouk Sabri, responsabile della Moschea di via Lodivecchio. «Il centro, che sorgerà in via Po, sarà adibito anche a luogo di culto, e potrà accogliere dai 20 ai 30 fedeli». Ma quello di via Po non è un locale a caso. Già in precedenza l’ex negozio di abbigliamento, aveva ospitato al suo interno una piccola Moschea, ma venne fatta chiudere per due motivi: il mancato rispetto delle regole edilizie, dal momento che il progetto di ristrutturazione non era stato completamente rispettato e l’impossibilità, secondo la legge regionale 12 sull’urbanistica, che in quel luogo potesse sorgere un centro di culto. Una questione legata alla destinazione d’uso.
Oggi però, stando a quanto dice il responsabile della Moschea, «i lavori di regolarizzazione del locale sono stati effettuati e il locale preso in affitto vedrà sorgere al suo interno la seconda piccola Moschea di Lodi». Non tutti nella zona però vedono di buon occhio la cosa, come spiega un residente. «Non ho nulla contro gli islamici, però non credo che all’interno di un condominio sia il caso di farci una Moschea. La cosa potrebbe creare molti disagi, sia ai fedeli che ai residenti. Sono d’accordo col fatto che sia loro diritto avere un luogo di culto, e nello stesso modo credo nell’integrazione e nella convivenza, però questa mi pare piuttosto invadente come cosa e mi domando se non c’era un posto più consono». Ma la questione della nascita di un nuovo centro islamico in via Po non è detto affatto vada come previsto dalla comuunità islamica. La legge regionale, infatti, esclude che in zona possa essere aperto un luogo di culto, come fanno sapere da Palazzo Broletto. Al massimo, un centro culturale. Intanto oggi il sindaco Lorenzo Guerini incontrerà la comunità islamica, dopo le dichiarazioni del sindaco di Casalpusterlengo, per ribadire che a Lodi nelle attuali sedi della comunità, c’è possibilità di accogliere solo i fedeli di Lodi.
Casale, la replica del sindaco.
«Pregare in piazza? Gesto intollerabile».
Mario Borra.
«Moderi i toni e non faccia provocazioni. Eventuali iniziative come per esempio la preghiera in piazza per protesta, non saranno tollerate». Il sindaco Flavio Parmesani risponde a distanza al responsabile della moschea di Lodi che sabato aveva invitato i fedeli islamici ad andare in piazza del Popolo a pregare qualora non si trovasse una soluzione alla chiusura del luogo di culto casalese previsto per domani. Il primo cittadino, dunque, ribadisce che non vi saranno passi indietro circa la decisione di chiudere la moschea di Casale e che il Comune cercherà nel limite del possibile «di dare una mano per trovare una soluzione, ma senza regalare nulla a nessuno». Parmesani sottolinea che l’amministrazione non può «fare più di tanto» per risolvere il problema della possibile mancanza di spazi di preghiera soprattutto nel periodo del Ramadan che terminerà il prossimo 21 settembre. Poi ribadisce che non vi è nessun tipo di decisione ideologica.
«È un provvedimento tecnico, non politico, tenuto conto che la chiusura sarà firmata dal funzionario». Comunque Parmesani lascia intendere che «tutto quello che è fuori dalla normativa non sarà tollerato», facendo riferimento alla possibile protesta in piazza. Infine, il primo cittadino ha ricordato che anche il capannone dei Lavoratori Credenti a Zorlesco verrà chiuso perché non è a norma. «La decisione sarà presa a dicembre». Durissimo il commento di Leopoldo Cattaneo del Partito comunista dei Lavoratori. Sono solo scuse per promuovere politiche contro gli immigrati. Anche quella dei Lavoratori Credenti è funzionale solo a colpire i cittadini extracomunitari che si rivolgevano alla struttura».
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