Questione moschea e Ramadan, tre articoli oggi su
Il Cittadino, rispettivamente di
Andrea Bagatta,
Sara Gamberini e
Greta Boni.
Il comune si impegna a trovare una sede alternativa per far chiudere il Ramadan, poi forse il trasferimento fuori città.
Domani chiude la moschea di Casale.
Ieri l’annuncio del sindaco all’imam: «Firmerò l’ordinanza».Rassegna stampa.
Chiude domani la moschea di Casale, ma l’amministrazione si impegna a trovare subito un luogo di culto alternativo e temporaneo fino alla fine del Ramadan.
Il sindaco Flavio Parmesani ha comunicato ieri sera ai responsabili islamici della struttura che domani firmerà l’ordinanza, immediatamente esecutiva, con cui impone l’allontanamento della comunità musulmana dalla sede di via Fugazza.
In seguito al sopralluogo dello scorso luglio, l’amministrazione ha evidenziato diversi rilievi tecnici sia al proprietario dello stabile, l’italiano casalino D.V., sia agli affittuari islamici. Diversi i problemi riscontrati, tutti di carattere edilizio: irregolarità nel posizionamento dei condizionatori a parete, un abuso riguardante un’opera in cartongesso non denunciata, e soprattutto una mancata variazione di destinazione d’uso dello stabile, un illecito che ha rilevanza penale sia per il proprietario italiano sia per gli affittuari stranieri. Infatti, sebbene fosse utilizzato da anni come sede dell’associazione islamica, l’immobile ha ancora una destinazione d’uso di tipo artigianale. Domani scadranno i termini per la presentazione di eventuali osservazioni da parte del proprietario o da parte degli affittuari, ma anche ne dovessero pervenire non si modificherebbe l’esito del procedimento: appena passati i termini, il sindaco firmerà un’ordinanza, immediatamente esecutiva, per il ripristino della destinazione d’uso originaria. A quel punto, l’addio da parte della comunità islamica diventerà automatico, a meno che i musulmani non vogliano occupare abusivamente lo stabile. Tecnicamente, il proprietario italiano potrebbe chiedere una variazione alla destinazione d’uso in sanatoria, e in tal modo bloccare ogni provvedimento, ma non pare che il casalino sia orientato a tale soluzione.
Il braccio di ferro sarà evitato anche perché, nel frattempo, l’amministrazione lavora anche per una soluzione concordata, e per trovare una sede temporanea, in regola con permessi e destinazioni d’uso, almeno fino alla fine del Ramadan, prevista per il 19 settembre. Già questa mattina i responsabili della comunità islamica effettueranno due sopralluoghi insieme all’assessore Luca Peviani per valutare condizioni d’uso e sistemazioni alternative. La più probabile prevede l’utilizzo della tensostruttura fissa all’interno del centro sportivo della Ducatona, ma si stanno valutando anche altre soluzioni. «Abbiamo lavorato perché si risolvesse con buon senso la vicenda - dice il sindaco Flavio Parmesani -. Nella sede di via Fugazza non era possibile mantenere l’associazione, ma ci impegniamo a trovare una soluzione pubblica, alternativa e temporanea, fino al 22 o 23 settembre, dopo la fine del Ramadan. In seguito, la comunità ci ha già comunicato l’intenzione di voler acquistare un luogo idoneo nella Bassa, non necessariamente a Casale».
Il leghista Negri sulle mosse di Casale.
No all’ipotesi moschea: «Anche Codogno fermi l’ondata degli stranieri».
Da Casale spira una nuova aria, ma Codogno non ha intenzione di lasciarsi travolgere. La Lega Nord brucia tutti sul tempo e per voce del segretario Andrea Negri invoca pugno duro: «La nostra città è sempre stata abbastanza tranquilla - dichiara Negri - ma dopo gli ultimi provvedimenti della neo giunta Parmesani quel che temo è che possano arrivare a Codogno conseguenze non indifferenti». Effetti di cui il leader del Carroccio parla chiaramente, prendendo quindi posizione rispetto all’ipotesi emersa recentemente relativa all’insediamento di un nuovo centro culturale islamico in zona Mirandolina, sostitutivo di quello di via Fugazza a Casale.
«Il fatto che a Casale il centro islamico sia in chiusura, non vuol dire che debba essere Codogno ad assorbirne l’utenza - precisa Negri - soprattutto perché l’area della Mirandolina non è adatta a questo tipo di struttura; pertanto - aggiunge l’esponente leghista - il nostro gruppo prenderà una posizione netta rispetto a qualsiasi discussione futura che sia legata a questa ipotesi». Dichiarazioni, quelle di Negri, che giungono esclusivamente dal partito di Umberto Bossi e dunque lontane da qualsiasi discussione consiliare ferma per il momento alle ferie estive. «Ad ogni modo, credo che la nostra sia una posizione condivisibile dall’intera maggioranza» dice ancora Negri. Per il leader del Carroccio però i problemi non sono soltanto quelli della moschea e del Ramadam. «Col giro di vite dalla neo giunta Parmesani e con l’avvento di provvedimenti e restrizioni, il rischio è che gli stranieri non vedano più in Casale il limbo di sempre e comincino a spostarsi nei comuni limitrofi, per esempio a Codogno» prospetta Negri. Una realtà da non sottovalutare per l’esponente leghista che, in via preventiva ha già pensato di proporre alla maggioranza alcuni possibili rimedi. «Uno dei provvedimenti da considerare è senz’altro quello di inserire come criterio per l’accesso ai contributi comunali la residenza a Codogno da 5 anni in su» anticipa Negri, che non esita però a sottolineare l’efficacia e l’efficienza con cui l’amministrazione Dossena ha affrontato il fenomeno immigrazione, ricordando tuttavia nella contingenza la necessità di riunirsi a settembre per studiare ulteriori misure di controllo, affinché Codogno non giunga impreparata all’arrivo di nuovi abitanti stranieri.
A Castiraga gli islamici non si vedono, ma Il Pellicano non smonta la moschea.
Castiraga - I musulmani non si sono recati a Castiraga Vidardo per pregare in occasione del Ramadan. L’amministrazione comunale ha controllato durante tutto il week end gli spostamenti attorno al tendone messo a disposizione per gli islamici dalla comunità Il Pellicano. Nonostante la giunta guidata da Oscar Fondi abbia chiesto all’associazione di rimuovere la struttura entro tre giorni, fino a questo momento la “moschea” si trova ancora allo stesso posto. «La comunità ha inviato una serie di controdeduzioni - afferma il sindaco -, spiegando che si tratta solo di un tendone e non di un’opera in costruzione, per questo non è stato avvisato nessuno. Inoltre, Il Pellicano sostiene che non vi sia alcun problema di viabilità, un’osservazione rispetto alla quale non siamo per niente d’accordo». La scorsa settimana il primo cittadino di Sant’Angelo, Domenico Crespi, aveva sottolineato che non esistevano aree cittadine da mettere a disposizione degli islamici. Proprio per questo motivo, i musulmani avevano deciso di spostarsi proprio a Vidardo, dove la comunità Il Pellicano, guidata da Peppo Castelvecchio, aveva allestito uno spazio per la preghiera. Il comune di Castiraga, però, ha appreso la notizia soltanto dai giornali. Così, dopo aver riunito urgentemente la giunta, ha deciso di prendere carta e penna e scrivere all’associazione di rimuovere entro tre giorni il tendone. L’amministrazione ritiene che Il Pellicano avrebbe dovuto interpellare il sindaco prima di mettersi all’opera, in modo da trovare una soluzione condivisa. Inoltre, la giunta ritiene che la presenza di centinaia di fedeli potrebbe causare seri problemi alla viabilità del paese. «Teniamo monitorata la situazione - aggiunge Fondi -, anche nei prossimi giorni, in ogni caso non abbiamo riscontrato strani spostamenti». Anche l’assessore alla sicurezza, Giacomo Fauser, nel corso del week end ha effettuato una serie di sopralluoghi, insieme alla polizia locale. Nel corso della settimana l’amministrazione comunale cercherà di contattare direttamente il responsabile della comunità, in modo da risolvere la questione.
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