«Il gioco delle tre carte non è serio».
Rassegna stampa - Il Cittadino di oggi, Andrea Bagatta.
Non si fermano le discussioni politiche e le polemiche attorno alla decisione dell’amministrazione di chiudere la moschea di via Fugazza e di trasferirla momentaneamente, fino alla fine del Ramadan, in via Adda al civico 19. Il capannone comunale di via Adda in cui i musulmani entreranno quanto prima, per il momento è concessa una proroga per l’uso dello stabile di via Fugazza, si trova proprio in mezzo alle abitazioni, a lato dell’immobile del distretto sanitario dell’Asl, e i residenti hanno fatto capire che non vogliono la moschea sotto casa, nemmeno per tre settimane. «Non è spostando la questione da una parte all’altra della città che si risolve - commenta Federico Moro di Casale Democratica -. Il gioco delle tre carte non è serio, ma d’altronde questa amministrazione dimostra di non sapere amministrare problemi complessi. Il tema dei costi sarà tutto da vedere, e poi c’è il tema del trasferimento, che sta mettendo in fibrillazione la città. Vorrei sapere dove sono Pdl e Udc e che cosa hanno da dire, visto che tutta la partita è in mano alla Lega». Il capannone comunale adesso è completamente spoglio e usato a deposito: dovrà essere pulito e sarà allestito con dei fari e delle luci, alcuni bagni chimici mobili, qualche lavandino. I costi saranno a carico del comune, e appena saranno terminati gli interventi i musulmani potranno spostarsi. Tuttavia, a ieri non era stato fatto ancora nessun intervento. Tra l’altro, è la prima volta che uno spazio pubblico comunale viene concesso, di fatto, per un evento di carattere religioso, il Ramadan, come conferma l’ex vicesindaco Roberto Ferrari. «Altre volte i musulmani ci avevano chiesto il centro sportivo per la festa conclusiva del Ramadan, ma la nostra linea era sempre stata quella di non assegnare spazi pubblici per manifestazioni religiose - spiega Ferrari -. Oggi siamo al paradosso che chi non voleva la moschea si ritrova a dare uno spazio comunale, per giunta creando un precedente: se l’anno prossimo chiederanno ancora il capannone di via Adda, su quale base amministrativa dire di no? La situazione poteva essere risolta senza clamore, alla fine del Ramadan, lasciando che fosse gestita a livello privatistico». Oppure, poteva essere risolta senza interventi coercitivi, come suggerisce Leopoldo Cattaneo del Partito Comunista dei Lavoratori. «Ci sono tanti stabili per cui non è stato fatto il cambio di destinazione d’uso, ma non vengono chiusi - attacca Cattaneo -. La vicenda poteva essere risolta senza la chiusura della moschea. Per giunta, in via Fugazza i disagi erano contenuti e quelli esistenti si potevano risolvere diversamente dalla chiusura. Adesso, solo per fare propaganda, l’amministrazione si ritrova in una situazione da cui non sa più come uscire e dimostra la sua totale incapacità amministrativa». Dall’amministrazione comunale, intanto, non arrivano commenti ufficiali, perché «si preferisce continuare a lavorare per una soluzione veloce della vicenda».
Polemiche sulla moschea spostata in via Adda.
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