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sabato 29 agosto 2009

Lodigiano, troppe aziende alle corde

Alberto Belloni su Il Cittadino di oggi evidenzia che numerose aziende non hanno ancora riaperto e il segretario dell’Unione artigiani teme un autunno di grandi difficoltà.
Imprese, si avvicina un settembre nero.
L’allarme di Sangalli: «Dopo le ferie in molti potrebbero chiudere».
Rassegna stampa.

Troppe aziende alle corde, tanto da prolungare loro malgrado le rispettive ferie e di temere l’eventualità di non riuscire a riaprire bottega. È questo lo scenario post-agostano paventato dal segretario dell’Unione artigiani di Lodi, Mauro Sangalli, secondo il quale alla ripresa dell’attività il sistema economico locale, piccole imprese in testa, rischia di incappare in un vero e proprio “settembre nero”. Concorde con le recenti valutazioni di Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia, Sangalli ritiene che seppure attenuatasi la crisi economica sia tutt’altro che superata, e che nei prossimi mesi la situazione possa registrare pesanti effetti negativi: «La ripresa di settembre e l’autunno ci preoccupano - spiega Sangalli -. A differenza del passato, negli ultimi anni e oggi in particolare, diverse aziende hanno posticipato la riapertura dopo le vacanze estive e molte di queste si stanno addirittura interrogando se sia il caso di cessare l’attività, dopo un primo semestre in cui vi è stata una diminuzione di lavoro del 30-40 per cento. Le piccole aziende che lavorano conto terzi - prosegue il segretario dell’Unione - sono stremate. Il loro fatturato si è dimezzato. Non si vede un futuro. Spesso sono le nostre grandi aziende che, lavorando meno, trattengono dentro la fabbrica tutto il lavoro. Così facendo riescono a sopravvivere, ma nei fatti questo sta decretando una morte lenta di tutto l’indotto, che è fatto di manodopera altamente specializzata». In gioco, per Sangalli, c’è la “tenuta sociale” del Lodigiano. Più cauto, il segretario di Confartigianato, Vittorio Boselli, s’affida alla caparbietà degli imprenditori lodigiani e invita le istituzioni a continuare a sostenere le aziende: «Non me la sento di fare previsioni, vista la complessità della situazione - analizza Boselli, ricordando come la ripresa di settembre sia tradizionalmente “lenta”, anche negli anni migliori -. È vero che fino alla fine dell’anno nessun osservatorio o dato ci permette di immaginare una pronta ripresa, per cui ci aspettiamo mesi di perdurante resistenza rispetto a una capacità produttiva che resterà non eccellente. Non dobbiamo però dimenticare che fino a oggi le imprese hanno dimostrato tenuta e tenacia straordinarie, avvalendosi anche di elementi di politica territoriale che sono serviti, come le forme di accompagnamento al credito che hanno permesso di immettere liquidità. Sotto il profilo della responsabilità delle istituzioni, il segnale che arriva dalle imprese è che dobbiamo tenere altissima l’attenzione. Prima della pausa estiva, il dato incoraggiante era che il monte ore sugli ammortizzatori sociali non era stato utilizzato appieno: però pensiamo che nelle prossime settimane possa esserci un maggiore ricorso alla cassa integrazione». Tra agevolazioni nell’accesso al credito, maggiori garanzie presso le banche, riduzione della pressione fiscale, sostegno all’occupazione e incentivi per gli investimenti, per Sangalli la ricetta prioritaria per aiutare le imprese è garantirgli liquidità: «Le aziende rappresentano ancora oggi una risorsa positiva e gli imprenditori sanno ancora fare il loro mestiere, ma i processi di ristrutturazione necessari non possono essere fatti senza il supporto reale delle banche. Deve essere subito ripristinata la funzionalità del sistema creditizio».

Lorenzo Rinaldi, sempre su Il Cittadino di oggi, ci informa che la Marcegaglia di Graffignana ha confermato la volontà di ricorrere alla cassa integrazione sino a fine novembre.
All’Icc firmato l’accordo per la mobilità.
L’intesa riguarda 19 lavoratori dell’azienda di San Martino.

Accordo raggiunto per la mobilità alla Icc di San Martino in Strada. Il provvedimento interesserà in totale 19 lavoratori e dovrebbe scattare dal prossimo mese di settembre. Ieri mattina i sindacati del comparto chimico hanno incontrato i vertici dell’azienda, che occupa una quarantina di addetti. L’intesa di massima raggiunta prima delle vacanze è stata dunque ufficializzata: la mobilità, che come detto scatterà a breve, sarà accompagnata da un incentivo economico. Non fa parte dell’accordo invece il ricollocamento dei lavoratori che perderanno il posto nella nuova ditta che prenderà in affitto un capannone della Icc. Non è escluso, comunque, che alcuni dei lavoratori Icc in esubero passino alla nuova ditta, che si occupa della produzione di guarnizioni per auto.La mobilità alla Icc è frutto della decisione aziendale di concentrarsi unicamente sul reparto cosmetica, che realizza smalti per unghie. Il reparto meccanica, che lavorava per la Bossi Negri, verrà invece chiuso. In forza di questa decisione, gli esuberi sono 19, mentre il reparto cosmetica dovrebbe proseguire l’attività con una ventina di addetti. Gli spazi lasciati liberi dal reparto meccanica dovrebbero essere riempiti da un’altra ditta, che prenderà in affitto il capannone dalla stessa Icc. I sindacati segnalano che i profili professionali dei lavoratori destinati alla mobilità sono già stati inviati alla nuova ditta, nella speranza che possano essere presi in considerazioni per eventuali assunzioni. Sempre ieri si è svolto un vertice per la Marcegaglia (Ponteggi Dalmine) di Graffignana, l’azienda metalmeccanica di proprietà della famiglia del presidente di Confindustria. Al tavolo del confronto erano presenti i sindacati lodigiani dei metalmeccanici e il capo del personale del gruppo industriale lombardo. I responsabili aziendali hanno confermato la volontà di utilizzare 13 settimane di cassa integrazione ordinaria a partire da lunedì 31 agosto, fino a venerdì 27 novembre. La cassa ordinaria, motivata con la carenza di ordini, è stata richiesta per un massimo di 60 lavoratori. Concretamente però gli operai coinvolti dalla cassa, ogni settimana, dovrebbero essere tra i 30 e i 40. La cassa, che è prevista a rotazione tra il personale, potrebbe essere interrotta nel caso aumentassero i ritmi di lavoro a seguito dell’arrivo di nuove commesse. Per il momento, tuttavia, l’azienda ha comunicato ai sindacati di non avere grandi visibilità e pertanto a metà settembre dovrebbe svolgersi un nuovo incontro con i rappresentanti dei lavoratori per fare il punto della situazione. Farebbero ben sperare, però, le nuove commesse per due navi che potrebbero arrivare dalla Cina e che dovrebbero alimentare la produzione di ponteggi nel polo di Graffignana.

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