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sabato 29 agosto 2009

Fondi per l'agricoltura del territorio

Il contributo verrà distribuito fra le 1.400 aziende del territorio.
La soddisfazione degli operatori: «Una bella notizia».
Agricoltura, dalla Regione i fondi anti crisi.
Preziosa boccata d’ossigeno per le aziende lodigiane: in arrivo 25 milioni.

Rassegna stampa - Il Cittadino di oggi, Alberto Belloni.

Preziosa boccata d’ossigeno in arrivo per il latte lodigiano. Il settore, tutt’ora in grave affanno per gli alti costi di produzione, il basso prezzo riconosciutogli dall’industria e la feroce concorrenza dall’estero, si accinge infatti a beneficiare di una preziosa iniezione di denaro fresco. Ricevuto il via libera dalla Comunità europea, il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, ha promesso la distribuzione anticipata a partire dal 16 di ottobre del 70 per cento dei contributi Pac (Politica agricola comunitaria). Si tratta, in sostanza, di circa 280 milioni sui 400 complessivamente previsti per la Lombardia per ogni anno da qui al 2013; un sostegno indispensabile, che nel caso del Lodigiano dovrebbe valere poco meno di 25 milioni di euro da spalmarsi tra le circa 1.400 aziende agricole che ne hanno fatto domanda. «L’aspettiamo, perché ce n’è veramente la necessità», auspica Luigi Tomasi, direttore di Confagricoltura di Lodi e Milano; «È una bella notizia, dà respiro, anche se di fatto è un anticipo e non un aumento - gli fa eco Paolo Ciceri, presidente dell’Apa -: ma il bisogno di liquidità è talmente forte che è fondamentale per concludere la stagione pagando tutte le spese». Anticipo dei Pac a parte, però, la situazione resta difficilissima. Vacante da tempo un accordo, l’industria continua a ritirare il latte a 29-30 centesimi al litro, contro costi di produzione più alti di quasi 10 centesimi; e il 30 giugno scorso è decaduto anche il contratto “privilegiato” con la Galbani, che pagava 34 centesimi al litro. «Il 2 di settembre faremo riunione di Confagricoltura Lombardia, per valutare e decidere quale azione mettere in campo - commenta Tomasi -. La situazione così com’è è assolutamente insostenibile. Abbiamo chiesto a Formigoni di farsi interprete di una dichiarazione di stato di crisi a livello nazionale, per poter accedere a misure straordinarie, dal congelamento di prestiti e mutui alla sospensione dei contributi: se ne è fatto carico, ma non ha ancora dato una risposta precisa e cercheremo di sollecitarla. L’altra possibilità è di cercare una mediazione con gli industriali, affinché riconoscano almeno i costi di produzione». Carlo Franciosi, presidente della Coldiretti per Lodi e Milano, punta molto sul decreto sulle etichettature annunciato dal ministro Zaia per smascherare i finti prodotti tipici fatti con latte straniero e spingere il consumatore a riaffidarsi al “Made in Italy”. Il progetto più ambizioso, però, è un altro: «Occorrerà costituire una società che regoli il mercato, fatta da agricoltori, cooperative e produttori - spiega -. Se c’è eccedenza di prodotto andrà regolamentata, ma a questa azione dovranno partecipare tutti, se no non servirà. Abbiamo già pronti regolamento e statuto, ora dobbiamo trovare l’adesione della stragrande maggioranza, qualificata, altrimenti non avrà successo. E al tavolo con gli industriali, per il prezzo, ci torneremo quando avremo le armi necessarie». Paolo Ciceri auspica in una tutela dei prodotti nostrani, ma chiede agli agricoltori di scendere in campo in prima linea: «Sta agli allevatori tirare fuori la testa dalle loro aziende e valorizzare i nostri prodotti – conferma -: se non ci riusciamo vuol dire che non ne siamo in grado. Sappiamo che il nostro latte è il migliore, è la nostra arma e dobbiamo farla valere di più: pur senza chiedere la luna, non può valere lo stesso di quello che non hanno gli stessi controlli sanitari, la stessa qualità e che arrivano da lontano, altrimenti le aziende chiudono».
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