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mercoledì 5 agosto 2009

La centrale come i motorini

Turano - Intervista a Marco Cervino, esperto di impatto ambientale: «A Reggio Emilia e Imola li stanno già utilizzando».
«Per le centrali servono i catalizzatori».
Fisico del Cnr spiega: «Con 10 milioni in più si inquina 5 volte meno».
Rassegna stampa - Articolo di Carlo Catena su Il Cittadino di oggi.

Turano - I catalizzatori per le centrali non sono una tecnologia superata come qualche compagnia elettrica sostiene in Italia. Anzi c’è chi li installa, come la bresciana West Energy a Loreo (Rovigo), e ottiene prestazioni in termini di impatto ambientale che possono essere fino a cinque volte migliori rispetto a impianti come quello in costruzione a Turano - Bertonico o in attività a Tavazzano - Montanaso: 15 milligrammi per metro cubo di fumi di biossido di azoto, con prospettiva di riduzione a 10, il livello autorizzato dal ministero dell’Ambiente per l'impianto veneto, contro i 30 milligrammi delle centrali lodigiane. A fare il punto per «il Cittadino» sulle tecnologie oggi sul mercato è Marco Cervino, fisico, ricercatore dell’Isac Cnr di Bologna. Cervino, che di mestiere studia l'impatto ambientale degli impianti di produzione energetica e sviluppa modelli diffusionali degli inquinanti, è un allievo di Claudio Armaroli, il ricercatore del Cnr che più di cinque anni fa (con Nicola Po) sbugiardò chi sosteneva che in Italia si stesse adottando la miglior tecnologia possibile portando l’esempio della California, dove invece le centrali a turbogas venivano dotate di catalizzatori a uno o anche due stadi. Uno studio che era diventato bandiera degli ambientalisti e che, maligna qualcuno, era costato non pochi attriti professionali ad Armaroli e Po.
«Oggi le centrali a turbogas possono adottare combustori dry low nox che arrivano a 30 milligrammi di biossido di azoto, peraltro il limite imposto dalla Regione Lombardia - spiega Marco Cervino - e ci sono produttori di turbine come Siemens che stanno lanciando modelli ancora meno impattanti. Ma se associamo questi combustori puliti alla tecnologia dei catalizzatori, si può scendere fino a 6-7 milligrammi di biossido di azoto per metro cubo. Ora, visto che ci troviamo in Pianura Padana, una zona che come il bacino della Ruhr in Germania o la California risulta tra le più afflitte da questo inquinante, da tecnico mi domando perché i catalizzatori non vengono adottati. Ridurre di cinque volte le emissioni di ossido di azoto, in centrali come i turbogas che generano enormi volumi di gas, ha un impatto ambientale enorme». Il biossido di azoto, oltre a essere un veleno e un irritante delle vie respiratorie, è precursore delle polveri sottili, dell'ozono, danneggia la vegetazione e ci sono correlazioni tra ricoveri ospedalieri, malattie e la sua concentrazione in atmosfera. «La tecnologia catalitica però richiede di utilizzare ammoniaca o urea per trattare i fumi - prosegue Cervino -, e questo è uno degli argomenti usati dai detrattori. Gli impianti però possono essere regolati per ridurre al minimo la dispersione di queste sostanze. Ci sono esempi di catalizzatori già usati in Italia in centrali, da circa 80 megawatt, a Reggio Emilia e Imola, e non credo che l'azienda che ha progettato un impianto da 800 megawatt catalizzato a Loreo, prevedendo inoltre una sequestrazione dell’anidride carbonica, intenda fare un investimento azzardato o in perdita, ed è positivo, a mio parere, che il ministero abbia preso atto di questi impegni progettuali, trasformandoli in obblighi contenuti nel decreto Via». Un altro argomento sul quale Cervino vuole fare chiarezza è quello dei costi dei catalizzatori: «Che a me risulti, per una centrale da 800 megawatt, come quella di Turano - Bertonico, costano dai 5 ai 10 milioni di euro, a fronte di un costo complessivo della centrale di 500milioni. Si può stimare determini una riduzione degli utili di esercizio che va dal 5 al 10 per cento. Se questi costi venissero imposti a tutti i competitori, la libertà di concorrenza sarebbe salva».
Il panorama lodigiano vede ora la centrale di Tavazzano - Montanaso già predisposta, per i nuovi gruppi, per l’inserimento di catalizzatori, così come anche quella di Turano - Bertonico sta nascendo con lo spazio per inserire un sistema di trattamento dei fumi prima del camino di scarico. Ma finora la legge italiana obbliga solo chi compera motorini, camion e auto a catalizzare i propri scarichi, graziando i magnati dell'elettricità. Secondo alcuni ricercatori del Cnr è un controsenso, soprattutto in zone, come il Lodigiano o il Mantovano, dove i pessimi dati della qualità dell'aria vanno a braccetto con i record di mortalità per tumori.

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