Codogno città multietnica. Nella realtà codognina gli stranieri regolarmente registrati sono ben 1500. Il 10 per cento dei 15.640 abitanti attualmente iscritti all’anagrafe, fra cui spicca un’altissima presenza di residenti marocchini (267 unità), romeni (220) e albanesi (189). Ma gli immigrati codognini giungono davvero da ogni parte del mondo. Dal continente nero, in particolare, sono i nigeriani (19), i togolesi (23) i bengalesi (42), gli ecuadoregni (65), i tunisini (38), gli egiziani (96) ed infine i senegalesi (57) a fare la parte dei leoni. Altrettanti però sono gli stranieri di provenienza asiatica. «Gli indiani sono 47 - relazionano dagli uffici - i pakistani 22, gli ucraini 21». A sorpresa però i cinesi registrati sono soltanto 11. In tanti poi a Codogno approdano dall’Europa dell’est mentre dalle Americhe sono partiti in 49 dal Perù, in 65 dal Brasile e in 2 dagli Stati Uniti. Un dato interessante, quello relativo agli Usa, soprattutto se sommato ai numerosi rappresentanti dei cosiddetti “paesi ricchi” presenti sul suolo codognino tra cui un irlandese, due austriaci, quattro francesi, un australiano, tre inglesi, diciotto spagnoli, due greci, un finlandese, quattro olandesi e tre russi. Ma ancora: Gambia, Turchia, Uruguay, Repubblica Dominicana, Bosnia, Sri Lanka, Kenya, Nepal, Guatemala, Algeria, Angola, Argentina, Tailandia, Burkina faso, Camerun e persino Isole Marshall. A Codogno la varietà di cultura e tradizioni è davvero vastissima.
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giovedì 20 agosto 2009
Codogno multietnica
Gli stranieri sono già 1500: boom di romeni e marocchini.
Rassegna stampa - Il Cittadino di oggi.
Codogno città multietnica. Nella realtà codognina gli stranieri regolarmente registrati sono ben 1500. Il 10 per cento dei 15.640 abitanti attualmente iscritti all’anagrafe, fra cui spicca un’altissima presenza di residenti marocchini (267 unità), romeni (220) e albanesi (189). Ma gli immigrati codognini giungono davvero da ogni parte del mondo. Dal continente nero, in particolare, sono i nigeriani (19), i togolesi (23) i bengalesi (42), gli ecuadoregni (65), i tunisini (38), gli egiziani (96) ed infine i senegalesi (57) a fare la parte dei leoni. Altrettanti però sono gli stranieri di provenienza asiatica. «Gli indiani sono 47 - relazionano dagli uffici - i pakistani 22, gli ucraini 21». A sorpresa però i cinesi registrati sono soltanto 11. In tanti poi a Codogno approdano dall’Europa dell’est mentre dalle Americhe sono partiti in 49 dal Perù, in 65 dal Brasile e in 2 dagli Stati Uniti. Un dato interessante, quello relativo agli Usa, soprattutto se sommato ai numerosi rappresentanti dei cosiddetti “paesi ricchi” presenti sul suolo codognino tra cui un irlandese, due austriaci, quattro francesi, un australiano, tre inglesi, diciotto spagnoli, due greci, un finlandese, quattro olandesi e tre russi. Ma ancora: Gambia, Turchia, Uruguay, Repubblica Dominicana, Bosnia, Sri Lanka, Kenya, Nepal, Guatemala, Algeria, Angola, Argentina, Tailandia, Burkina faso, Camerun e persino Isole Marshall. A Codogno la varietà di cultura e tradizioni è davvero vastissima.
Codogno città multietnica. Nella realtà codognina gli stranieri regolarmente registrati sono ben 1500. Il 10 per cento dei 15.640 abitanti attualmente iscritti all’anagrafe, fra cui spicca un’altissima presenza di residenti marocchini (267 unità), romeni (220) e albanesi (189). Ma gli immigrati codognini giungono davvero da ogni parte del mondo. Dal continente nero, in particolare, sono i nigeriani (19), i togolesi (23) i bengalesi (42), gli ecuadoregni (65), i tunisini (38), gli egiziani (96) ed infine i senegalesi (57) a fare la parte dei leoni. Altrettanti però sono gli stranieri di provenienza asiatica. «Gli indiani sono 47 - relazionano dagli uffici - i pakistani 22, gli ucraini 21». A sorpresa però i cinesi registrati sono soltanto 11. In tanti poi a Codogno approdano dall’Europa dell’est mentre dalle Americhe sono partiti in 49 dal Perù, in 65 dal Brasile e in 2 dagli Stati Uniti. Un dato interessante, quello relativo agli Usa, soprattutto se sommato ai numerosi rappresentanti dei cosiddetti “paesi ricchi” presenti sul suolo codognino tra cui un irlandese, due austriaci, quattro francesi, un australiano, tre inglesi, diciotto spagnoli, due greci, un finlandese, quattro olandesi e tre russi. Ma ancora: Gambia, Turchia, Uruguay, Repubblica Dominicana, Bosnia, Sri Lanka, Kenya, Nepal, Guatemala, Algeria, Angola, Argentina, Tailandia, Burkina faso, Camerun e persino Isole Marshall. A Codogno la varietà di cultura e tradizioni è davvero vastissima.
«Non esistono zone franche però», afferma chiaro il sindaco Dossena che in merito alla politica di integrazione e controllo attuata dalla sua giunta non ha alcun dubbio: «Rivitalizzando il centro con un’illuminazione nuova e con lavori necessari, abbiamo spinto gli italiani ad investire sull’area centrale dove i codognini restano - spiega Dossena - evitando così che in piazza, come in città, ci fossero all’apparenza soltanto stranieri». Secondo il primo cittadino infatti, gli stranieri a Codogno non sono molti meno che in altri comuni, ma il fatto che in centro gli autoctoni continuino a vivere quotidianamente la comunità rende la percezione dello straniero più votata all’integrazione e meno alla “sopportazione”. «Chi è regolare, lavora, produce è soltanto ben accetto» precisa Dossena, che ricorda: «Tener conto della percezione di insicurezza dei cittadini è necessario però, perché riguarda una percezione che è reale».
«Non ci sono zone pericolose qui - ha commentato Francesco, codognino di 29 anni - ma se ci fossero più controlli forse ci sarebbero meno persone in giro tutto il giorno senza far nulla». «Personalmente non credo che a Codogno gli stranieri creino particolari problemi - ha precisato Paolo, 25enne codognino - anche se diversamente dagli altri anni, dove in centro non si vedevano mai, adesso, verso le 20 nel parco Cairoli si ritrovano in molti». «Nella zona di via Pascoli e limitrofi gli stranieri di origine araba sono piuttosto numerosi - ha dichiarato Mario, 40 anni - ma parlare di zone franche mi sembra davvero eccessivo».
Rivitalizzazione del centro, controlli costanti e tanta disciplina: ecco dunque la ricetta messa in atto in questi anni dalla giunta Dossena, che per il momento sembra funzionare.
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