La stima dell'incidenza della povertà assoluta viene calcolata sulla base di una soglia che corrisponde alla spesa mensile minima necessaria per acquisire un determinato paniere di beni e servizi che nel contesto italiano vengono considerati essenziali per una determinata famiglia a conseguire una standard di vita minimamente accettabile. Il fenomeno, si legge nei dati diffusi dall'Istituto di statistica, è maggiormente diffuso nel Mezzogiorno (7,9% nel 2008 rispetto al 5,8% del 2007), dove anche l'intensità di povertà assoluta, pari al 17,3%, è leggermente superiore a quella osservata a livello nazionale (17%).
Si conferma inoltre lo svantaggio delle famiglie più ampie (se i componenti sono almeno 5 l'incidenza è pari al 9,4% e sale all'11% tra le famiglie con tre o più figli minori) rispetto a quelle di monogenitori (5%) e delle famiglie con almeno un anziano, oltre allo svantaggio associato con le situazioni di mancanza di occupazione o di bassi profili occupazionali.
Rispetto al 2007, rileva l'Istat, nel 2008 l'incidenza di povertà assoluta è rimasta sostanzialmente stabile a livello nazionale, ma è aumentata significativamente nel Mezzogiorno, passando dal 5,8 al 7,9%. La condizione di povertà assoluta, spiega l'Istituto di statistica, peggiore tra le famiglie di 4 componenti, in particolare coppie con due figli, soprattutto se minori; tra le famiglie con a capo una persona con licenza media inferiore, con meno di 45 anni o con a capo un lavoratore autonomo. Un leggero miglioramento si osserva solo tra le famiglie dove si associa la presenza di componenti occupati o ritirati dal lavoro. Questo per un totale di poveri assoluti, riassume l'Istat, di 1 milione e 126mila famiglie (il 4,6% di quelle residenti in Italia), pari a 2 milioni e 893mila individui (il 4,9% dell'intera popolazione italiana).
Per quanto riguarda invece gli individui che si sono trovati in condizioni di povertà relativa, sono stimati dall'Istat in 8 milioni e 78mila (13,6% della popolazione), ovvero circa 2 milioni e 737mila famiglie (l'11,3% di quelle residenti nel Paese). Negli ultimi 4 anni, sottolinea l'Istat, la percentuale è rimasta sostanzialmente stabile. La soglia di povertà per una famiglia di due componenti è rappresentata dalla spesa media mensile per persona, che nel 2008 è risultata pari a 999,67 euro (+1,4% rispetto alla linea del 2007). Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa media mensile pari o inferiore a tale valore vengono classificate come relativamente povere.
Il fenomeno continua ad essere maggiormente diffuso nel Mezzogiorno (23,8%), dove l'incidenza è quasi cinque volte superiore a quella osservata nel resto del Paese (4,9% nel Nord e 6,7 nel Centro) e tra le famiglie più ampie: coppie con tre o più figli e di famiglie. La situazione è più grave se i figli hanno meno di 18 anni: l'incidenza tra le famiglie con tre o più figli minori sale infatti, in media, al 27,2% e nel Mezzogiorno addirittura al 38,8%. Infine, se le famiglie povere hanno una spesa media equivalente sostanzialmente invariata rispetto al 2007 - pari a circa 784 euro al mese - nel Mezzogiorno i nuclei presentano invece una spesa media di circa 770 euro (l'intensità è del 23%), rispetto agli 820 e 804 euro osservati, rispettivamente, per il Nord (18%) e per il Centro (19,6%).
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.