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venerdì 31 luglio 2009

8 milioni di poveri

Secondo i dati diffusi ieri dall'Istat, la povertà relativa nel 2008 ha colpito il 13,6% della popolazione. Ci sono poi 1 milione e 126mila famiglie, per un totale di oltre 2 milioni di persone (il 4,9% della popolazione), sotto la soglia di povertà assoluta. Indice stabile rispetto al 2007, le situazioni peggiorano nel Meridione: 7,9% rispetto al 5,8 dell'anno precedente.
Spesso sono nuclei numerosi con a capo disoccupati, lavoratori autonomi o con bassa scolarizzazione. Italia, 8 milioni di poveri. Cinque famiglie su 100 vivono in condizione di indigenza.

Otto milioni di poveri in Italia nel 2008 (con una spesa media mensile per persona pari a 999,67 euro in una famiglia di due componenti) e quasi 3 milioni in povertà assoluta, cioè 1 milione e 126mila famiglie (il 4,6% delle residenti), per un totale di 2 milioni e 893mila individui (ovvero il 4,9% dell'intera popolazione). Questi i dati diffusi ieri dall'Istat che, sottolinea come l'indice di povertà assoluta sia stabile, ma che questa stabilità nasconde situazioni che peggiorano, in particolare nel Meridione, nelle famiglie numerose, con disoccupati, con a capo lavoratori autonomi e con un basso livello di scolarizzazione.
La stima dell'incidenza della povertà assoluta viene calcolata sulla base di una soglia che corrisponde alla spesa mensile minima necessaria per acquisire un determinato paniere di beni e servizi che nel contesto italiano vengono considerati essenziali per una determinata famiglia a conseguire una standard di vita minimamente accettabile. Il fenomeno, si legge nei dati diffusi dall'Istituto di statistica, è maggiormente diffuso nel Mezzogiorno (7,9% nel 2008 rispetto al 5,8% del 2007), dove anche l'intensità di povertà assoluta, pari al 17,3%, è leggermente superiore a quella osservata a livello nazionale (17%).
Si conferma inoltre lo svantaggio delle famiglie più ampie (se i componenti sono almeno 5 l'incidenza è pari al 9,4% e sale all'11% tra le famiglie con tre o più figli minori) rispetto a quelle di monogenitori (5%) e delle famiglie con almeno un anziano, oltre allo svantaggio associato con le situazioni di mancanza di occupazione o di bassi profili occupazionali.
Rispetto al 2007, rileva l'Istat, nel 2008 l'incidenza di povertà assoluta è rimasta sostanzialmente stabile a livello nazionale, ma è aumentata significativamente nel Mezzogiorno, passando dal 5,8 al 7,9%. La condizione di povertà assoluta, spiega l'Istituto di statistica, peggiore tra le famiglie di 4 componenti, in particolare coppie con due figli, soprattutto se minori; tra le famiglie con a capo una persona con licenza media inferiore, con meno di 45 anni o con a capo un lavoratore autonomo. Un leggero miglioramento si osserva solo tra le famiglie dove si associa la presenza di componenti occupati o ritirati dal lavoro. Questo per un totale di poveri assoluti, riassume l'Istat, di 1 milione e 126mila famiglie (il 4,6% di quelle residenti in Italia), pari a 2 milioni e 893mila individui (il 4,9% dell'intera popolazione italiana).
Per quanto riguarda invece gli individui che si sono trovati in condizioni di povertà relativa, sono stimati dall'Istat in 8 milioni e 78mila (13,6% della popolazione), ovvero circa 2 milioni e 737mila famiglie (l'11,3% di quelle residenti nel Paese). Negli ultimi 4 anni, sottolinea l'Istat, la percentuale è rimasta sostanzialmente stabile. La soglia di povertà per una famiglia di due componenti è rappresentata dalla spesa media mensile per persona, che nel 2008 è risultata pari a 999,67 euro (+1,4% rispetto alla linea del 2007). Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa media mensile pari o inferiore a tale valore vengono classificate come relativamente povere.
Il fenomeno continua ad essere maggiormente diffuso nel Mezzogiorno (23,8%), dove l'incidenza è quasi cinque volte superiore a quella osservata nel resto del Paese (4,9% nel Nord e 6,7 nel Centro) e tra le famiglie più ampie: coppie con tre o più figli e di famiglie. La situazione è più grave se i figli hanno meno di 18 anni: l'incidenza tra le famiglie con tre o più figli minori sale infatti, in media, al 27,2% e nel Mezzogiorno addirittura al 38,8%. Infine, se le famiglie povere hanno una spesa media equivalente sostanzialmente invariata rispetto al 2007 - pari a circa 784 euro al mese - nel Mezzogiorno i nuclei presentano invece una spesa media di circa 770 euro (l'intensità è del 23%), rispetto agli 820 e 804 euro osservati, rispettivamente, per il Nord (18%) e per il Centro (19,6%).

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