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venerdì 31 luglio 2009

Per una segnalazione

Paola Arensi su Il Cittadino di oggi ci racconta una storia di immigrazione che riguarda il nostro paese.
Brembio - Gli inquilini dovranno invece presentarsi alla questura di Lodi.
Affitta la casa a due clandestini 63enne denunciato con il figlio.

Rassegna stampa.

Brembio - Affittano la seconda casa a connazionali clandestini e si procurano una denuncia. Nel tardo pomeriggio di mercoledì i carabinieri del nucleo radiomobile di Codogno hanno controllato un appartamento nel centro di Brembio, alla ricerca di eventuali extracomunitari irregolari. La segnalazione è arrivata dalla polizia locale, che negli ultimi tempi ha notato movimenti sospetti nella palazzina in questione e dato l’allarme. Si trattava di un continuo via vai di stranieri in orari sempre diversi. Una verifica andata a segno, perché i militari sono stati accolti dal 24enne egiziano A.A. e dall’amico connazionale A.F. di 21 anni che occupavano l’appartamento benché clandestini. I due ragazzi non hanno opposto alcuna resistenza. Entrambi, arrivati in Italia nel 2005, hanno alle spalle un arresto, un fotosegnalamento e l’emissione di decreti di espulsione ormai datati. Evidentemente senza mai rimpatriare. A quel punto le forze dell’ordine sono risalite al proprietario dell’immobile, il 63enne egiziano G.F.Z.I. L’uomo, regolare, vive a Borghetto con il figlio 18enne G.M.. Così, dopo aver ammesso di aver subaffittato volontariamente l’appartamento ai due giovani connazionali, padre e figlio si sono procurati una denuncia a piede libero. Mentre i due clandestini, che non possono essere arrestati perché già processati, hanno ricevuto un invito a presentarsi in questura a Lodi. Ora resta da capire come abbiano potuto resistere in Italia tanti anni così giovani. Infatti la legge prevede che un irregolare non possa affittare case, essere assunto e svolgere qualsiasi attività di sostentamento prima di aver ottenuto regolari permessi. In teoria, queste direttive dovrebbero indurre i clandestini a tornarsene a casa ma, purtroppo, molti rimangono e sopravvivono grazie al lavoro nero o compiendo attività criminose.

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