Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, Luisa Luccini, 5 dicembre 2009.
Codogno e Casale unite nelle proteste per la bozza del nuovo orario ferroviario, che non accontenta proprio nessuno. Dopo le impressioni a caldo della riunione in provincia mercoledì sera scorso, amministratori e pendolari della Bassa hanno avuto modo di riflettere. E di riconfermare tutto il malcontento già uscito nell’incontro pubblico.
Il comune di Codogno ha presentato le istanze di uno scalo ferroviario che rappresenta uno snodo strategico della viabilità ferrata del Lodigiano. Vicesindaco dell’ente locale codognese, Carlo Pizzamiglio non ha nascosto le preoccupazioni legate alla annunciata trasformazione in metropolitana leggera della tratta Milano-Lodi. «Il rischio è uno solo: che l’aumento del numero dei convogli su questo specifico tratto si trasformi in un inevitabile collo di bottiglia per la viabilità su ferro della Bassa - ha sottolineato Pizzamiglio -. Non vorremmo che il maggior traffico sulla tratta Milano-Lodi alla fine si traducesse in un aumento di ritardi e disservizi per i treni di servizio e in transito nella zona sud del Lodigiano». Pizzamiglio ha poi portato segnalazioni di disagi legati alla soppressione della fermata a Codogno di due treni, il numero 2.278 e il numero 2.279. «Il primo treno parte da Piacenza alle 11.53 diretto a Milano, peccato che la fermata alla stazione di Codogno non ci sia più - ha rimarcato Pizzamiglio -. Stessa cosa per il secondo treno, quello numero 2.279: in partenza da Milano Centrale alle 13.20, avrebbe dovuto fermarsi a Codogno intorno alle 14, per poi arrivare a Piacenza alle 14.12. Ma anche in questo caso la fermata codognese è stata soppressa». È stato poi un allarme preventivo quello lanciato da Pizzamiglio in relazione ai treni della linea Mantova-Cremona-Milano che hanno fermata anche a Codogno. «Conferme in merito non ne abbiamo, ma le voci in circolazione preannunciano la volontà di inserire anche la fermata a Lodi - ha detto all’incontro Pizzamiglio -. Una prospettiva che alla Bassa non piace, e che eliminerebbe ai “Mantova” quel carattere di treno diretto da sempre apprezzato dai pendolari codognesi e della Bassa».
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