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giovedì 3 dicembre 2009

Non si placa la protesta per i nuovi orari dei treni

Il timore è che l’entrata in vigore del nuovo orario ferroviario porti con sé fermate soppresse, disagi e treni stracolmi. Pendolari, faccia a faccia in Provincia. Viaggiatori e politici a confronto con l’assessore e gli esperti.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Matteo Brunello, 3 dicembre 2009.

Non si placa la protesta per i nuovi orari dei treni. I pendolari denunciano che ci saranno fermate soppresse, carenze nel servizio e il rischio di convogli stracolmi di passeggeri. A pochi giorni dall’entrata in vigore della nuova linea veloce S1, per i rappresentanti dei viaggiatori la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente. «Questo orario per noi è una tragedia, oltre ai treni che sono stati tolti, ci sono diversi buchi orari in diverse fasce. Mi auguro vengano cambiati», lamenta Francesco Andena del comitato pendolari di Casale. Le varie segnalazioni sono state presentate in un tavolo tecnico con amministratori del territorio e tecnici (sia di Regione Lombardia che di Tln, la società che gestirà il nuovo servizio), che si è tenuto ieri sera in Provincia di Lodi. Alla riunione sono intervenuti i vari esponenti dei gruppi di pendolari del Lodigiano, che hanno illustrato i problemi che i nuovi orari potrebbero arrecare all’utenza. Il confronto è stato introdotto dall’assessore della Provincia di Lodi, Nancy Capezzera, che ha spiegato come l’iniziativa nasca dalla volontà «di condividere insieme le difficoltà, per affrontare anche con Regione Lombardia, le criticità e arrivare a ipotesi di soluzioni condivise». «Si è trattato di un primo incontro e come detto dai responsabili del servizio ce ne saranno degli altri, che saranno periodici», ha detto. Sul tema sono poi intervenuti il funzionario di Regione Lombardia, Massimo Dell’Acqua e Guido Patechi, assistente dell’amministratore delegato di Tln, la società che gestirà il nuovo servizio. Insieme hanno confermato che per ora si tratta di una bozza di orario, che non è ancora del tutto definitiva. L’obiettivo è quello di ridurre al minino le fermate soppresse. E sino ad ora sono già stati fatti dei passi in avanti: dalle 11 iniziali si è arrivati a 8, e il prossimo traguardo è arrivare a 5. Il confronto sul tema è con altre regioni, come Emilia Romagna. «Stiamo portando avanti un’operazione davvero importante e vi chiedo di portare pazienza - ha spiegato Guido Patechi - è uno sforzo imponente e credo sia comprensibile che si siano ritardi a fornire orari definitivi, prima di arrivare all’avvio definitivo del nuovo sistema». E ha annunciato incontri periodici, ogni due mesi, per valutare i problemi. Sul tema non è mancato l’intervento dei vari comitati dei pendolari. «Su Lodi ci sono stati ad esempio diversi piccoli cambiamenti che metteranno in difficoltà l’utenza - osserva Lucia Scacchi del comitato del capoluogo - si rischia di aver ancor di più convogli intesati». E Luigi Anelli del comitato pendolari di Secugnago: «Il 13 dicembre è davvero vicino e qui gli orari sono ancora definitivi». Poi ha indicato una serie di fermate e servizi che verranno soppressi su Secugnago: sono almeno quattro nella tratta Milano-Piacenza e uno nella linea Piacenza-Milano, con tratte frequentate da diversi lavoratori. E ancora Andena del comitato di Casale ha evidenziato che con l’introduzione della linea veloce se ne andrebbero almeno cinque treni (tra soppressioni di fermate e convogli spariti) nella tratta Piacenza Milano e sei nel percorso opposto. Molti dei problemi che sono stati evidenziati anche da esponenti del mondo della scuola, come dal Cesaris di Casale, e rappresentanti di amministrazioni municipali, tra cui sindaci e assessori che erano presenti all’incontro. Tra cui il sindaco di Casale Flavio Parmesani, l’assessore del comune di Lodi Simone Uggetti e una serie di altri amministratori che hanno portato le esigenze delle singole comunità, invitando anche ad alcuni correttivi per gli orari che dovrebbero entrare in vigore tra una decina di giorni.

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