Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 3 dicembre 2009.
«Il discorso non sono le linee programmatiche, ma il loro adempimento: e la precedente amministrazione in questo senso ha fallito». Non usa mezzi termini Pietro Foroni per replicare ai durissimi giudizi con i quali il suo predecessore, Lino Osvaldo Felissari, e l’ex assessore al turismo e alla cultura Mauro Soldati hanno stroncato le linee programmatiche di mandato della provincia per i prossimi cinque anni. Il documento, 38 pagine divise in 13 capitoli dedicati a tutti gli ambiti amministrativi, sarà presentato nel merito oggi in consiglio. Ma il Pd, letta l’anteprima, non ha lesinato feroci critiche, scatenando l’immediata risposta del presidente. «Cosa volevano, 500 pagine? È vero, non è un documento biblico come il loro, peraltro rimasto sulla carta: ma ha una prospettiva di massima concretezza, senza sparare cifre o sogni, assolutamente pragmatica. Il Partito democratico pontifica, ma in questi mesi non abbiamo potuto fare altro che tappare buchi e risolvere i problemi che ci hanno lasciato, da Senna al piano rifiuti, passando per la convenzione sulla centrale di Sorgenia alla situazione in deficit di Eal Compost. Loro sono bravissimi a parlare: ma se fossero stati così bravi anche a risolvere le cose forse non avrebbero perso le elezioni». Tra le accuse mosse alle linee di mandato presentate dall’amministrazione di centrodestra c’è quella di aver fatto una sorta di “copia e incolla” dello scorso programma elettorale; un rimprovero, secondo Foroni, assolutamente ingiustificato: «Sono linee programmatiche, che corrispondono al nostro programma adeguatamente completato - spiega il presidente -: non c’è da stupirsi che ricalchino quanto premiato in giugno dal 54 per cento degli elettori che ci hanno votato. Abbiamo preferito lavorare, tanto che a metà mese dedicheremo due consigli al bilancio, compreso quello di revisione: e ogni anno, alle linee di mandato, farà comunque seguito una relazione di bilancio». Le reciproche schermaglie degli scorsi mesi, intanto, sembrano avere lasciato spazio a un confronto sempre meno “diplomatico”. Tanto che, citato «un buco da 600mila euro sulla “235” che abbiamo dovuto risolvere con il contributo di Terna», il numero uno di palazzo San Cristoforo archivia il suo contrattacco con una considerazione che non lascia dubbi di interpretazione: «Non devono insegnarci nulla - chiosa Foroni -: le loro responsabilità finiranno quando potremo finalmente iniziare a gestire la provincia noi, che stiamo ereditando una situazione disastrosa».
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