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giovedì 3 dicembre 2009

Ad aspettare per un’ora il “treno che non c’è”

I viaggiatori chiedono di fermare un Intercity ma il convoglio rallenta senza fermarsi: esplode la rabbia in stazione. Il treno scompare: tra i binari è il caos. Attesa vana per 200 pendolari, devono intervenire i carabinieri.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 3 dicembre 2009.

In duecento, tra smarrimento e imprecazioni, ad aspettare per un’ora il “treno che non c’è”. È quanto accaduto ieri mattina nella stazione di Codogno, dove è stato necessario persino l’intervento dei carabinieri per placare la rabbia dei tanti pendolari rimasti appiedati dall’ennesimo guasto tecnico a un locomotore. Al culmine del disappunto, dopo che gli era stato negata la possibilità di salire su un intercity di passaggio, alcuni viaggiatori avevano persino minacciato una simbolica occupazione dei binari; la situazione, però, si è risolta senza gravi conseguenze dopo circa un’ora, quando i passeggeri hanno potuto “imbarcarsi” su un’interregionale di passaggio diretto verso Milano. La disavventura, acuita dall’amarezza per la mancanza di risposte tempestive, è iniziata poco prima delle 9. I pendolari, studenti e lavoratori della Bassa cui si era aggiunto un centinaio di passeggeri provenienti dalla “littorina” da Cremona, stavano aspettando il treno “20400” delle 8.54, regionale che partendo da Parma avrebbe dovuto portarli fino a Milano, capolinea Porta Garibaldi. Del convoglio, però, non si è vista alcuna traccia. Il tabellone, dal canto suo, ha cominciato a segnalare un ritardo di 15’, salito poi a 20’ e infine schizzato fino a 50’ dopo che tra i viaggiatori, ovviamente, erano montati lo stupore e l’irritazione per l’assenza di una qualsiasi spiegazione. La verità, alla fine, è emersa: il treno, più che in ritardo, era letteralmente ko in quel di Piacenza, stroncato da un guasto al locomotore. I pendolari, angosciati, hanno provato a chiedere una fermata straordinaria di un intercity in arrivo da Rimini: l’opzione gli è però stata negata, tanto che ai viaggiatori non è rimasto che accompagnare con fischi, insulti e applausi ironici il transito a passo d’uomo del treno. Tra inutili richieste di timbri in grado di giustificare l’involontario ritardo in ufficio, minacce di clamorose proteste rientrate e salaci scambi di battute tra alcuni pendolari esasperati e gli addetti al servizio ferroviario, la beffa è stata risolta dall’arrivo, pochi minuti prima delle 10, dell’interregionale in arrivo da Livorno; ieri è alle spalle, domani si vedrà.

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