Ma la multinazionale è pronta a potenziare il polo di Casale con un impianto di cogenerazione per produrre energia. Lever, il rilancio non salva i dipendenti. Al momento non ci sono prospettive per il recupero di chi è fuori.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, 6 novembre 2009.
Buone prospettive per il sito Lever di Casale nel medio periodo, ma nessuna apertura al recupero dei cassintegrati: sono questi i due estremi contrapposti appresi dai rappresentanti dei lavoratori dai vertici aziendali locali.
Gli incontri sono avvenuti nei giorni scorsi in seguito alla riunione tra sindacati provinciali, rappresentanti dei lavoratori e manager nazionali dell’azienda che si è tenuta il 27 ottobre scorso in Assolodi per la verifica dell’applicazione dell’accordo di aprile. Da quell’accordo erano usciti 170 esuberi tra i lavoratori, destinati alla cassa integrazione per due anni prima del licenziamento, ma anche alcune prospettive importanti per lo stabilimento casalino. Oggi quelle prospettive cominciano a prendere forma, e i dettagli con cui lo fanno lasciano intravedere un rilancio della fabbrica. In estate sarà operativo l’impianto di cogenerazione per la produzione di energia, e Casale sarà il primo stabilimento europeo Lever del settore dei prodotti per la pulizia ad averlo. Un impianto di questo tipo è già in funzione in Italia nelle fabbriche Lever dei marchi Findus e Algida, ma in quei casi la struttura è affittata. A Casale, invece, sarà di proprietà dell’azienda, che vi investirà circa 2 milioni 700mila euro, un esborso coperto nel giro di tre anni. Inoltre, nel 2010 sarà realizzata una nuova linea di rilavorazione per l’imballaggio misto di alcuni prodotti già realizzati nel sito. Confermato infine il laboratorio generale di Casale che è inserito nella lista dei 13 centri di ricerca e sviluppo a livello mondiale e non sarà toccato dalla ristrutturazione in corso per quel comparto in altri stabilimenti europei. «Sono segnali molto importati perché significano che l’azienda vede un futuro per lo stabilimento di Casale, almeno nel medio periodo, altrimenti non intraprenderebbe questa strada - afferma Carlo Carelli della Rsu -. Siamo soddisfatti per la prospettiva dei prossimi quattro o cinque anni, anche se oltre quel periodo nessuno ha la sfera di cristallo. E comunque, vista la situazione generale di crisi, è bene non abbassare la guardia nemmeno nel breve periodo».A queste buone notizie sul fronte dello stabilimento, fanno riscontro però le chiusure sulle possibilità di reimpiego dei cassintegrati: l’azienda infatti ha confermato che l’anno prossimo non sarà richiamato alcun lavoratore in cassa integrazione. Dal primo numero di 170, oggi i lavoratori in cassa sono 91, mentre 66 hanno scelto la mobilità volontaria incentivata, tre hanno dato le dimissioni. Rispetto alla richiesta aziendale di 170, solo una decina sono i lavoratori che sono oggi rientrati in azienda. «Vedremo se effettivamente non ci saranno richiami, perché se si prevede di aumentare la produzione, con una linea nuova, qualcuno dovrà pur rientrare - conclude Carelli -. Da soli non possiamo trovare una soluzione per i 91 lavoratori, e quindi diventano ancora più importanti le risposte che ci darà il territorio in generale e in particolare l’incontro che stiamo aspettando con il presidente della provincia Pietro Foroni».
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