Rassegna stampa - il manifesto, Valentino Parlato, 22 novembre 2009.
Cari compagni e cari lettori di questa domenica, martedì 24 novembre, andando all'edicola, dovete chiedere (è gratis) un nostro supplemento molto importante che ricorda la «radiazione» dal Pci del gruppo del manifesto, avvenuta 40 anni fa, esattamente il 24 novembre del 1969. Da allora molte cose sono cambiate (in peggio) e molte sfide ci pone l'avvenire. Vorrei che questo supplemento fosse letto non solo dai vecchi, partecipi e osservatori di quella storica «radiazione», ma anche dai più giovani per i quali il ricordo del passato può essere uno stimolo ad impegnarsi per un avvenire diverso da quello che oggi prospetta la politica italiana e non solo.
«Le radici di un'eresia comunista» è il titolo dell'articolo di apertura firmato da Rossana Rossanda e Luciana Castellina. Quell'«eresia» fu il tentativo di liberare i partiti comunisti dei vincoli ecclesiastici del cosiddetto «comunismo reale». Il tentativo di non buttare a mare la ricchezza feconda della rivoluzione d'ottobre, della guerra contro il fascismo e la resistenza, ma di ridargli nuova vitalità prima che «la spinta propulsiva dell'Urss» (credo di citare Berlinguer) si esaurisse.
Il gruppo del manifesto così diede vita a una rivista mensile, che ebbe grande ascolto, poi al quotidiano - che il prossimo 28 aprile 2010 compirà 39 anni - e a un partito, il Pdup che, benché minoritario, ebbe un ruolo positivo nella politica italiana. Sono passati 40 anni, molte cose sono cambiate e alcuni dei protagonisti di quell'impresa non sono più tra noi, ma resta l'impegno a fare: ricordare per fare. Martedì 24 novembre fatevi dare il nostro supplemento, leggetelo, pensateci. Questo manifesto che, con molta presunzione, si autodefinisce «quotidiano comunista» pensa che dalla memoria possano venire stimoli a fare. Il capitalismo invecchia, non è eterno, ma la sua crisi può portare al peggio se non si costruisce una cultura non solo antagonista ma feconda, capace di rendere gli ideali obiettivi realistici. Non dimentichiamo - lo scrivono sul manifesto eccellenti economisti - forse siamo alla crisi storica più grande del capitalismo e della favola del «libero mercato».
Alcuni articoli "storici" della rivista di allora saranno inseriti nella nostra Biblioteca Digitale.
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