Orio. L’Arpa chiede controlli su falda e suolo dove erano stati scaricati bitume e spazzamento stradale. «Maxi bonifica per la cava di Rifiutopoli».
Rassegna stampa - Il Cittadino, Carlo Catena, 18 novembre 2009.
Orio. Monitoraggio della falda acquifera, con almeno tre linee di pozzi di controllo, ricerca di eventuali ulteriori tipologie di rifiuti sepolti e provvedimenti riguardanti la sicurezza alimentare del mais coltivato da circa due anni ai margini della cava della Forca di Orio Litta: sono le prescrizioni che l'Arpa di Lodi ha dato all’amministrazione comunale del sindaco Pierluigi Cappelletti ritenendo che, al di là di quelle che saranno le conclusioni processuali di “Rifiutopoli”, le aree di ripristino ambientale della cava del gruppo Burlini siano da considerare a tutti gli effetti una discarica e una potenziale fonte di inquinamento.
Le analisi utilizzate dall’Arpa per stendere le sue linee guida, attualmente al vaglio di tecnico e segretario del comune di Orio, sono le stesse effettuate per conto del pm Paolo Filippini nell'indagine che ha visto rinviate a giudizio 18 persone e due imprese. Carotaggi su circa un sesto dell’intera superficie interessata, con l’ok della Provincia di Lodi, dallo smaltimento di terre di spazzamento stradale provenienti dall’intera Lombardia e, secondo l’accusa, non adeguatamente ripulite dagli idrocarburi. Contenuti nel materiale oltre la soglia di legge di un grammo per chilo, sostengono gli esperti della procura, e smaltibili qui al ritmo di 50mila tonnellate all’anno. Inoltre atti repertati dai carabinieri del Noe indicano che qui sarebbero finite anche 90mila tonnellate di miscele bituminose, scaricate al posto di sabbia e ghiaia asportate dalla cava della Forca tra il 2003 e il 2007. I prelievi erano stati effettuati dall'Arpa di Lodi all’indomani degli arresti, nell’autunno del 2007, le analisi di laboratorio effettuate dall'Arpa di Como nel marzo del 2008 e le conclusioni, ritenute allarmanti sotto il profilo ambientale dal'Arpa di Lodi e notizia di reato dalla procura, rese note agli inquirenti nel luglio del 2008. «Ma i dati sono arrivati in comune solo in questi giorni - spiega il sindaco di Orio, Cappelletti - e all’Arpa sostengono che è necessaria una bonifica. Che spetterebbe alla società proprietaria del terreno e che, in caso di diniego, dovrebbe essere effettuata con i poteri sostitutivi dal comune di Orio». Per questo il sindaco intende prima di tutto incontrare l’assessore provinciale all’ambiente Elena Maiocchi, anche se poi i soldi, come finora avvenuto per decine di vicende analoghe, li dovrebbe anticipare la Regione Lombardia.
Solamente scenari, per ora, visto che il comune non ha ancora formalizzato alcuna ordinanza di bonifica, ma si preannuncia un’annosa battaglia. «Purtroppo ci siamo ritrovati anche questa eredità ingombrante - conclude il sindaco Cappelletti - alla luce della quale ritengo che i 60mila euro di danni ipotizzati nella costituzione di parte civile nel processo “Rifiutopoli”, alla vigilia delle elezioni, rischino di essere una goccia nel mare. A meno che il privato non affronti con coraggio da imprenditore le sue eventuali responsabilità».
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