Troppi nitrati nell’acqua, il Lodigiano area “critica”.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Greta Boni, 18 novembre 2009.
La direttiva nitrati mette in difficoltà l’agricoltura del territorio. Il limite previsto per legge (170 chilogrammi di azoto per ettaro) è superato anche in provincia di Lodi, oltrepassando in molti casi persino la soglia dei 340 chilogrammi per ettaro. Nella stessa situazione si trovano Bergamo, Brescia, le campagne di Mantova e parte del Cremonese, un’area che può vantare un patrimonio zootecnico di circa un milione e mezzo di bovini e quasi 5 milioni di suini, ai quali si aggiungono oltre 29 milioni di capi allevati nel settore avicolo. Lo stato di attuazione della direttiva nitrati in Lombardia è stato il tema al centro del convegno promosso dalla commissione regionale Attività produttive, presieduta da Carlo Saffioti, un incontro che si è tenuto alla presenza di numerosi operatori di settore.
Per l’occasione è stata presentata una ricerca realizzata dall’Ersaf, che ha contribuito a fare il punto sulle problematiche che la direttiva comunitaria in materia di nitrati ha introdotto in Lombardia, in particolare nel settore agricolo. Infatti, il limite di 170 chilogrammi di azoto per ettaro, imposto per legge in materia di utilizzazione agronomica dei reflui da allevamento, costringe una parte rilevante di aziende a ricercare terreni “extra-aziendali” dove distribuire i reflui. Allo stesso tempo, gli agricoltori sono costretti ad adottare soluzioni impiantistiche e tecnologiche per abbattere l’azoto, così da rendere più gestibile la situazione. Oltre la metà dei 10mila allevamenti lombardi ha oggi un carico d’azoto superiore al limite normativo.
«L’applicazione della direttiva nitrati - afferma Saffioti - rischia di mettere in crisi l’agricoltura lombarda, quella più avanzata e moderna del Paese. Obiettivo della Regione è ottenere in tempi brevi la proroga, così da avere la possibilità di mettere in atto le azioni capaci di trasformare questi vincoli in opportunità. Certo, ci dovrà essere una maggiore consapevolezza da parte degli operatori, che devono però essere aiutati e supportati».
Saffioti non è l’unico a sostenere la necessità di una deroga. «Siamo tutti d’accordo aggiunge il consigliere Gianfranco Concordati - sulla necessità di una deroga, ma dobbiamo valutare con attenzione le modalità e i tempi. L’agricoltura lombarda è una agricoltura compatibile con la tutela e la qualità ambientale, e in questa direzione negli ultimi anni i nostri agricoltori hanno fatto investimenti e interventi significativi. Semmai - conclude Concordati -, oggi paghiamo su questo tema i ritardi e le inefficienze passate dei governi regionali e nazionali».
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