Cassa integrazione, numeri da paura. Le ore concesse salgono a 2 milioni, impennata del 900 per cento.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Greta Boni, 23 ottobre 2009.
È bastato un anno per far volare sempre più su i dati della cassa integrazione nel Lodigiano: le ore concesse sono più di 2 milioni, in particolare sono passate dalle 202.933 del periodo gennaio-settembre 2008 alle 2.061.189 del periodo gennaio-settembre 2009. Lodi registra un aumento del 915 per cento e proprio per questo motivo siede al terzo posto del triste podio lombardo. In cima alla classifica, infatti, si trova Lecco, con una crescita della cassa integrazione pari al 1.187 per cento, seguita da Cremona con il 1.006. Le cifre, aggiornate di mese in mese, possono essere scaricate dal sito Internet della Cgil Lombardia. Dalle tabelle si scopre che sia la cassa straordinaria che quella ordinaria hanno registrato un’impennata, penalizzando maggiormente gli operai rispetto agli impiegati. Per quanto riguarda i settori, invece, l’industria colleziona più di un milione di ore, l’edilizia si ferma per il momento a 63mila, mentre il commercio a 75mila. Se si considerano l’industria e l’artigianato, il monte complessivo delle ore raggiunge quota 903mila. Di fronte a una situazione che continua a peggiorare, il segretario provinciale della Cgil, Domenico Campagnoli, lancia un “sos occupazione” su tutto il territorio, una preoccupazione che ha espresso anche nella giornata di lunedì, quando si è riunito il tavolo anticrisi. «La situazione è grave sia sulla cassa ordinaria sia sulla cassa straordinaria - afferma -, il guaio è che nel Lodigiano non ci sono settori capaci di rilanciare o compensare in qualche modo il problema. Con l’Unilever e l’Akzo Nobel si è verificata una perdita di posti di lavoro secca, abbiamo subito il “vandalismo” delle multinazionali sul territorio: lo hanno sfruttato e poi hanno deciso di andarsene. Inoltre - aggiunge Campagnoli -, nel comparto manifatturiero, industriale e commerciale, spesso si è tirato alla lunga con la cassa integrazione, ma adesso si dovrà vedere cosa succederà. È come se fossimo tornati indietro di 15 anni, quando la disoccupazione era al 10 per cento: un massacro».
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