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lunedì 26 ottobre 2009

Quando non c'è il partito di un uomo solo




"Quella di Bersani è una grande vittoria che rafforza la sintonia del Pd con una parte della società italiana, e smentisce quella presunta separazione tra iscritti ed elettori. Al contrario con Bersani questo rapporto si rafforza". Lo afferma Gavino Angius, commentando la vittoria di Pier Luigi Bersani alle primarie. "Ora si volta pagina si può davvero costruire un forte Partito Democratico che raccolga dentro di sé, e attorno a sé, le diverse culture del riformismo italiano, quella cristiano democratica, quella socialista democratica, quella ambientalista e quella liberale democratica. La democrazia italiana ha bisogno di un grande partito popolare, plurale, radicato nella società, che costruisca una credibile alternativa di governo al centrodestra, e - conclude - recuperi un senso dell'etica politica e della coscienza civile di un grande paese come l'Italia" (Asca).
"A Bersani faccio un 'in bocca al lupo' e mi auguro che possa fare un ottimo lavoro. È una persona seria e capace". Lo ha detto la presidente di Confidustria, Emma Marcegaglia, a margine dell'assemblea generale dell'Unione degli industriali biellesi svoltasi questa mattina a Biella (Asca).
"Sinceri auguri di buon lavoro a Pierluigi Bersani, che ha saputo conseguire un ampio consenso tra gli elettori del Pd nell'ambito di una bella prova di democrazia quale si sono dimostrate queste primarie". Ad affermarlo è Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc. "Chiarita la questione della leadership, ora il Partito Democratico avrà l'occasione - sottolinea Cesa - per definire meglio la sua linea di opposizione al Governo Berlusconi: ci auguriamo di trovare nel Pd un interlocutore serio con cui definire azioni comuni in Parlamento per incalzare il Governo sui problemi reali dei cittadini, senza cadere nel tranello dell'antiberlusconismo e del populismo" (Asca).
"La forte affluenza di ieri è un bellissimo segnale, il segno evidente che, tra la gente, c'è grande voglia di partecipazione e di una politica trasparente. Al neosegretario del Pd, Pierluigi Bersani, facciamo i migliori auguri di buon lavoro, augurandoci che con lui riparta subito la ricostruzione di un'opposizione unita per una valida alternativa di Governo". Lo dichiara in una nota Massimo Donadi, capogruppo di Idv alla Camera (Asca).
"Per il segretario del Pd Pierluigi Bersani, cui faccio i migliori auguri di buon lavoro, si apre ora il momento delle parole più chiare. Va detto che nelle primarie il ruolo di Marino è stato importante nel sostenere una visione più laica. Dal punto di vista della riforma elettorale Bersani è parso più propenso ad una riforma elettorale di tipo tedesco, con la scelta delle alleanze e del presidente del consiglio rimandate a dopo le elezioni, un po' un ritorno agli anni ottanta". Lo ha affermato Emma Bonino che parlando ai microfoni di Radio Radicale ha aggiunto: "Mi dispiace che dal Pd si parli di alleanze con tutti tranne che con i Radicali, questo richiede un chiarimento tra le forze politiche visto che è una situazione che c'è stata prima con Veltroni e poi che Franceschini e che certo non può durare in eterno" (Asca).
"Ora c'è un nuovo segretario, Pier Luigi Bersani. A lui non possiamo che fare i migliori auguri di buon lavoro, garantendo al tempo stesso il nostro impegno di iscritti, di militanti e di dirigenti di questo partito per continuare a far crescere il Pd nella società". Lo scrive Marina Sereni, vicepresidente dei deputati PD, sul suo sito (www.marinasereni.it) commentando l'elezione di Pier Luigi Bersani alla segreteria del Partito Democratico. "È stata una giornata di straordinaria mobilitazione: tre milioni al voto, un dato che ci riempie di soddisfazione e di orgoglio. Il popolo di centrosinistra, il popolo delle primarie ci ha dato un'altra chance. È una vittoria dell'opposizione democratica e riformista, è un segno di vitalità del Pd - scrive - e conferma che dai risultati delle elezioni europee si può ripartire, rilanciando il progetto del Partito Democratico per costruire un'alternativa a questa destra confusa, inconcludente, pericolosa. Credo proprio che sarà impossibile, dopo questo 25 ottobre, rimettere in discussione la novità delle primarie come strumento 'ordinario' di partecipazione degli elettori alla vita del nostro partito". "Il popolo delle primarie ha scelto Bersani - continua Sereni -. Non era la mia scelta, ma oggi è giusto e doveroso non solo riconoscere la nettezza del risultato, ma anche fare ciò che abbiamo detto in ogni iniziativa pubblica durante la campagna congressuale: dare al segretario eletto con le primarie il sostegno leale necessario per affrontare le prossime scadenze a cominciare dalle elezioni regionali. Nella chiarezza delle posizioni e delle responsabilità, senza rinunciare ad un confronto e ad un pluralismo interno che sono una ricchezza e che sta a noi a non far degenerare in divisioni e lacerazioni. Le idee che ci hanno portato a stare con Franceschini, ne sono convinta, erano e restano utili a tutto il Partito Democratico" (Asca).
Quello utilizzato dal Pd per la scelta del segretario è "un metodo sbagliato, perché fondato sulla giustapposizione fra due modelli di segno opposto di partito, quello basato appunto sugli iscritti, tipico di D'Alema, Bersani e Marini e quello di stampo plebiscitario che era di Veltroni". È quanto afferma in una nota il capogrupo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. "Il fatto che alla resa dei conti il confronto sulla segreteria sia avvenuto fra un post-comunista e un post-democristiano - aggiunge - conferma il fatto che, come ha detto a suo tempo D'Alema, l'amalgama non è riuscito". Cicchitto aupica ora che, dopo le primarie che hanno portato Bersani alla guida della segreteria del Pd, si possa ritornare ad un "confronto politico normale, serrato e senza colpi bassi. Ad una battaglia politica normale, senza inciuci velleitari e non condivisibili ma anche senza demonizzazioni e senza l'attacco alla vita privata dell'avversario. In ogni caso, conoscendo il tipo di cultura politica e sociale di Bersani, è evidente che lo scontro sarà particolarmente serrato sul terreno della politica economica e della politica industriale, del rapporto con le piccole e medie imprese" (Asca).
L'europarlamentare Debora Serracchiani, mozione Franceschini, eletta segretario regionale del Pd del Friuli Venezia Giulia, si mette a disposizione del segretario nazionale Pierluigi Bersani, riconoscendolo come "persona di grande responsabilità, pronto a fare un lavoro di raccordo tra le varie anime del partito". Per Serracchiani, la larga partecipazione alle primarie dimostra che "il partito c'è" e che può rappresentare una "valida alternativa" a Berlusconi, in campo nazionale, e al presidente regionale Renzo Tondo. Da qui, secondo il neosegretario regionale, la necessità di "rilanciare l'opposizione" al Centrodestra, in particolare sui temi del lavoro. In vista delle prossime elezioni, il dialogo verrà aperto con tutte le forze politiche del centrosinistra e con quelle locali (Asca).
Il presidente del Senato, Renato Schifani, nel corso di una cordiale telefonata ha espresso al neosegretario del PD, Pier Luigi Bersani, gli auguri di buon lavoro. Il presidente del Senato auspica che, con l'insediamento del nuovo leader del Partito Democratico, si possa instaurare un clima di confronto costruttivo tra le parti, in particolar modo sulle grandi riforme di cui il Paese ha bisogno (Asca).
"I quasi tre milioni di cittadini che hanno partecipato alle primarie per scegliere il nuovo segretario nazionale del Pd non credo che sponsorizzino scissioni, fratture o spaccature frontali all'interno del partito". È quanto afferma Giorgio Merlo, vice presidente della Commissione di vigilanza Rai. "Semmai, chiedono una forte unità e soprattutto non tradire le ragioni fondanti che hanno dato vita al progetto politico del Pd. Compito della nuova dirigenza - spiega Merlo - è innanzitutto questo: fare un grande partito capace di far convergere tutte le varie sensibilità culturali e politiche che si riconoscono nel progetto del Pd. Ben sapendo che la prova più impegnativa del Pd non era la celebrazione delle primarie o quella di gestire un lunghissimo congresso ma, semmai, la vittoria alle prossime elezioni regionali. E lì occorre arrivarci con un partito unito e non dilaniato" (Asca).
"Dalla straordinaria partecipazione di ieri alle primarie viene un forte segnale positivo che dobbiamo raccogliere. Il partito sta vivendo una fase difficilissima e abbiamo bisogno al più presto di darci una guida e un assetto per affrontare i prossimi mesi: il presidente regionale è dimissionario, non c'è il capogruppo regionale e siamo senza il segretario. Se i dati usciti in queste ore fossero confermati, faccio appello a tutte le componenti affinché si converga tutti su Alessandro Mazzoli, che, pure non superando il 50%, è arrivato ampiamente primo nella competizione". È quanto dichiara in una nota il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. "Compiere subito questo atto - aggiunge Zingaretti - sarebbe davvero importante per l'apertura di una fase unitaria, sarebbe un segnale a quel popolo delle primarie che ieri ha affollato i gazebo e che ora ci chiede grande responsabilità, ci permetterebbe di sostenere lo sforzo di Montino e della Giunta di governare in questi mesi e di avviare il processo politico per tornare a vincere" (Asca).
"Il Pd ha dimostrato ieri cos'è la democrazia", e ora anche il centrodestra deve essere più "trasparente". Lo ha detto il neosegretario del Pd, Pier Luigi Bersani, nel corso dell'intervento tenuto durante la visita alla Orditura Villanti di Prato. Le primarie, secondo Bersani, sono state "una cosa enorme di cui siamo orgogliosissimi e credo che questo dia un contributo a metter l'Italia tra le grandi democrazie mature del mondo, dove ci sono partiti, candidati e congressi e dove non c'è il partito di un uomo solo". Bersani ha sottolineato che "solo da noi questo sembra una cosa esotica" e "siamo stati guardati come animali da laboratorio", ma, ha precisato, "facciamo un partito e attuiamo così la Costituzione. Anche gli altri si rendano più trasparenti di fronte ai cittadini" (Asca).
"Un augurio di buon lavoro al neo segretario nella certezza che, con la sua elezione, proseguiranno e si arricchiranno le occasioni di confronto ed approfondimento tra il Partito Democratico e Confcommercio sull'analisi della crisi e delle sue prospettive. E soprattutto sulle risposte necessarie per perseguire l'obiettivo di un'Italia che cresca di più e meglio, ed anche con maggiore coesione sociale". È quanto afferma il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, in occasione della elezione di Pier Luigi Bersani alla carica di Segretario del Partito Democratico (Asca).
Francesco Rutelli lascia il Pd per andare con Pierferdinando Casini? "Con Casini, ma non subito e non solo". Così l'ex vice presidente del Consiglio risponde a Bruno Vespa per il suo nuovo libro "Donne di cuori - Duemila anni di amore e potere da Cleopatra a Carla Bruni, da Giulio Cesare a Berlusconi" in uscita da Rai Eri Mondadori il 6 novembre prossimo. "Deve formarsi una forza nuova - sostiene Rutelli - per favorire aggregazioni che nascano da questa crisi, un confronto tra moderati del centrodestra e democratico-riformisti del centrosinistra". Ho capito, gli dice Vespa: Rutelli se va con Casini.... "Casini -risponde Rutelli - ma non subito e non solo" (Asca).
"Che idea di partito metterà in campo il neo-segretario? Accentrato o plurale e ricco di diversità? Magnanimo con il 'dissenso' o autenticamente democratico? Tattico o strategico nell'apertura a sinistra? Attento ai percorsi della società della rete?". È quanto si chiede il senatore Pd, Vincenzo Vita in un intervento su Articolo 21. "In ogni caso - aggiunge - ricostruiamo un moderno riformismo, con la voglia di restituire dignità e autorevolezza alla Politica, di fornire risposte concrete agli ultimi, ai penultimi. È innanzitutto Pier Luigi Bersani a doverci riflettere. Si può, anzi, sperare che proprio l'ex candidato dal profilo più classico ci riservi delle sorprese: facendo sue le istanze migliori degli altri candidati, ascoltando l'universo dei movimenti e delle associazioni, dialogando con la sinistra, organizzata e non. Questo vale per chi ha appoggiato con impegno Bersani, per chi non è stato convinto, per chi ha votato con riserva" (Asca).
Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha offerto le più "sincere congratulazioni" al neosegretario del Pd Pierluigi Bersani. "Mi auguro di poter riprendere con la nuova leadership del Pd il dialogo ed il confronto costruttivo, avviato in passato con l'onorevole Fassino, sui temi della politica estera nazionale", ha scritto Frattini sulla propria pagina personale di Facebook. "Temi che hanno bisogno del conforto e del consenso di tutto il Parlamento e a maggior ragione della forza più rappresentativa dell'opposizione", ha aggiunto il titolare della Farnesina (Asca).
"Al Pd che ci riprova, oltre che all'Italia, farebbe benissimo avere alla sua sinistra solide forze, il più possibile unite, socialmente e culturalmente insediate, elettoralmente pesanti". Ad affermarlo è Fabio Mussi (Sinistra e Libertà) aggiungendo che "dopo le primarie da tre milioni di partecipanti che hanno eletto Bersani, il tic-toc di piccole nomenclature litigiose e inconcludenti è tanto più insopportabile. 'Sinistra e Libertà', con il suo milione di voti alle europee, era una possibilità. Lo è ancora se non si perde più tempo e se si ha in testa un progetto politico, non solo l'aspettativa per le candidature alle elezioni regionali e amministrative". Da Mussi un ultimo consiglio al nuovo segretario Pd: "Pierluigi, la questione morale! Se non si danno segni radicali su questo punto, alla fine tutto sarà perduto per tutti" (Asca).
"Con la conclusione delle primarie del PD e con l'elezione a segretario di Bersani a cui auguriamo buon lavoro, si chiude definitivamente la stagione politica dell'autosufficienza che ha portato alla frantumazione della coalizione del centro sinistra e alla crisi di una qualsiasi proposta alternativa alle destre". Lo hanno dichiarato Paolo Cento e Loredana De Petris del coordinamento nazionale di Sinistra e Libertà. "Ora è necessario passare dalle parole ai fatti per costruire rapidamente su una base programmatica chiara una proposta di governo alternativa alle destre. La questione ambientale - hanno concluso Cento e De Petris - è in questo contesto uno dei contenuti decisivi per questa proposta alternativa" (Asca).
"Di Pietro deve decidersi se vuol fare il ministro di un futuro governo alternativo al centrodestra o continuare a gridare in un angolo al punto da arrivare a fare lo spadaccino anche con il Capo dello Stato". Lo ha detto il coordinatore della mozione Bersani, Gianni Pittella, intervistato da Sky tg24 pomeriggio. "Il Pd vuole essere il baricentro di una possibile alleanza di governo che va dai cattolici moderati alla sinistra, dall'Udc di Casini al partito di Vendola - ha spiegato Pitella - e dobbiamo saper circoscrivere i pochi punti di dissenso e sviluppare l'amplissima gamma di temi su cui c'è convergenza" (Asca).
"Si ad una alleanza con il Pd se esso si libera di zavorre, lacci e lacciuoli e capisca che Berlusconi va combattuto, non assecondato". Lo ha affermato il leader Idv, Antonio Di Pietro, commentando le prospettive che si aprono con il Pd dopo l'elezione di Pierluigi Bersani alla segreteria (Asca).
Il Pd è un "partito nuovo" e "non credo che qualcuno voglia sottrarsi a questa sfida". Così Pierluigi Bersani, neosegretario del Pd, risponde ai giornalisti che gli chiedono un commento su quanto affermato oggi da Francesco Rutelli che ha annunciato la volontà di seguire Pierferdinando Casini. "Penso - ha detto Bersani parlando con i giornalisti a margine della sua visita a Prato - che la prova di ieri sia stata inequivocabile, abbiamo avuto una spinta, un incoraggiamento formidabile e inaspettato. Mi pare indiscutibile - ha rilevato Bersani - che chi ha partecipato alle primarie, iscritti militanti e cittadini, ha fiducia nel progetto del Pd che è un partito nuovo e non un partito vecchio". "Non credo che qualcuno - ha concluso il leader del Pd - voglia sottrarsi a questa sfida" (Asca).
Si stanno per ultimare i conteggi delle primarie del Partito democratico. Secondo i dati ancora parziali riguardanti il 73% dei voti, le regioni ancora in bilico tra i due candidati maggiori Bersani e Franceschini dovrebbero essere 4: Sicilia, Lazio, Veneto e Puglia. È quanto emerge dai dati forniti da Maurizio Migliavacca, responsabile dell'organizzazione, che in serata ha espresso soddisfazione sull'efficienza che il partito ha dimostrato in queste primarie con l'utilizzazione di 70.000 volontari che hanno prestato e stanno prestando il lavoro gratuitamente. Sul 73% dei seggi scrutinati pari a circa 9.000 rispetto al totale di oltre 10.000, 1.080.532 voti pari al 53,3% sono andati a Pier Luigi Bersani; 697.759 pari al 34,4% sono andati a dario Franceschini, 249.784 pari al 12,3% sono andati a Ignazio Marino. Il totale delle schede bianche o nulle risulta 33.807 pari all'1,6%. Con la proiezione lineare su questi seggi già acquisiti porta ad una stima di 2.826.114 votanti.
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