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lunedì 26 ottobre 2009

Non è questione di poltrone




"Se Tremonti va, arriva Draghi". È questo il titolo di apertura, a tutta pagina, de Il Giornale [lo si può leggere nella rassegna stampa]. Il direttore del quotidiano Vittorio Feltri spiega, in un editoriale, che con ogni probabilità la richiesta avanzata da Tremonti di diventare vicepremier (mettendosi così, anche gerarchicamente, un gradino sopra gli altri e poter proseguire, senza continue messe in discussione, il suo lavoro) verrà bocciata. Di fronte a tale risposta l'unica soluzione potrebbero essere le dimissioni dopo le quali, scrive Feltri, "non si profila all'orizzonte uomo diverso dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi. Uno dei pochi gradito nel centrodestra e perfino nel centrosinistra". Una soluzione questa che per Tremonti, dice Feltri, "sarebbe uno smacco peggiore delle dimissioni" (Asca).
Il ministro per la Semplificazione normativa, il leghista Roberto Calderoli, afferma di non trovare "nulla di strano" nella possibile nomina a vicepremier del ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Anche perché, dice il ministro in un'intervista a Repubblica [la si può leggere nella rassegna stampa], "non ci sono alternative alla politica di rigore impostata dal ministro dell'Economia e condivisa non solo da noi leghisti, ma da tutte le persone di buon senso". Nel caso di dimissioni poi, conclude Calderoli, un tecnico alla guida del ministero dell'Economia "durerebbe quanto un gatto sull'Aurelia" (Asca).
Non c'è alcun motivo perché il ministro dell'Economia Giulio Tremonti diventi anche vicepresidente del Consiglio. Lo sostiene in un'intervista a Il Giornale [la si può leggere nella rassegna stampa] il ministro dell'Innovazione, Renato Brunetta. Tremonti, sostiene Brunetta, "è il miglior ministro dell'Economia e delle Finanze d'Europa se non del mondo, visto che non vedo campioni nell'amministrazione Obama" e "ha portato l'Italia fuori dai marosi e delle tempeste della crisi e questo glielo riconosciamo. Glielo riconosce il Presidente del Consiglio". Ha quindi "un ruolo importante e non capisco - aggiunge - perché gli serva una benedizione per fare di più". Quello di Tremonti "può essere un disagio psicologico ma non è motivato dai fatti". Comunque, conclude Brunetta, "non sia il nemico di se stesso..." (Asca).
"Siamo tutti consapevoli della figura di Tremonti e anche del suo ruolo politico, che non sono in discussione. Anche Tremonti però deve essere consapevole che la politica economica non può essere monopolio di nessuno". Al contrario, "è oggetto di discussione e di gestione collegiale, sotto la leadership di Berlusconi". Lo afferma il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto, in un'intervista al Corriere della Sera. Cicchitto spiega che all'interno della maggioranza in questo momento "c'è un confronto su come coniugare il rigore e la diminuzione del carico fiscale sulle Pmi per tenere in piedi l'occupazione. Una discussione molto seria, che è stata impropriamente personalizzata" (Asca).
Giulio Tremonti deve diventare vicepremier. A sostenerlo è il segretario federale della Lega Nord, Umberto Bossi, oggi a Barlazzina, dove partecipa a una presentazione di prodotti padani. Alla domanda se Tremonti debba esere nominato vicepremier, Bossi ha replicato: "Secondo me sì". E poi ha subito aggiunto: "Dico che da ministro può stabilizzare. Dal punto di vista economico, Tremonti è un ottimo ministro, e poi ha tutti i contatti con l'Europa" (Asca).
Sostenere, come ha fatto il presidente della Camera Gianfranco Fini, che con Tremonti vicepremier Berlusconi sarebbe di fatto commissariato "è una stupidaggine". È il parere del leader della Lega Nord, Umberto Bossi, che a margine della presentazione di alcuni prodotti tipici padani ha aggiunto : "Tremonti è amico di Berlusconi, gli vuole bene e non farebbe mai una cosa del genere". Quanto al vertice in corso ad Arcore tra il premier Berlusconi e i tre coordinatori nazionali del Pdl, Bossi nega che questo possa destabilizzare la maggioranza di governo: "Ci stabilizziamo da soli. Berlusconi non è mica un cretino. Abbiamo un ottimo rapporto sia con Berlusconi sia con Fini. Non temiamo certe cose" (Asca).
"Senza Tremonti c'è il rischio di dover aumentare le tasse per decreto". Lo ha detto il segretario federale dela Lega Nord, Umberto Bossi, convinto che il rigore imposto da Tremonti sui conti pubblici scongiuri la possibilità di aumentare la pressione fiscale. Lui - ha aggiunto Bossi - è una garanzia perché frena gli spendaccioni" (Asca).
L'ipotesi di concedere a Giulio Tremonti la vicepresidenza del Consiglio non è stato uno dei temi al centro del vertice che ha visto riuniti ad Arcore il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, insieme ai tre coordinatori nazionali del Pdl. A sostenerlo è il ministro La Russa che ha appena lasciato Villa San Martino. Alla domanda se nel corso dell'incontro si sia anche affrontato il nodo della vicepresidenza del Consiglio da concedere a Tremonti, La Russa ha replicato: "Non è questo il tema. E poi - ha tenuto a sottolineare il ministro rivolto ai cronisti - siete sicuri che è questo che chiede Tremonti?". Dall'incontro di Arcore, ha continuato il ministro della Difesa, "non aspettatevi cose drammatiche. Abbiamo discusso di politica economica, del partito, delle regionali e del governo". Più in dettaglio sull'esito dell'incontro, ha precisato La Russa prima di congedarsi, "ci sarà un comunicato" (Asca).
"Nel corso dell'incontro con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, è stata espressa piena condivisione della politica economica del governo". È quanto si legge in una nota emessa dai tre coordinatori nazionali del Pdl, Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini al termine dell'incontro con il premier ad Arcore. In particolare, viene scritto, "si è concordato sulla necessità espressa dal presidente Berlusconi di coniugare e di contemperare due esigenze altrettanto valide, soprattutto nel momento in cui si intravedono alcuni segnali di miglioramento della crisi economica, e cioé l'esigenza inderogabile del rigore, da tutti condivisa, e quella della ripresa dello sviluppo economico. Tutto ciò - concludono i coordinatori - in coerenza con gli impegni programmatici assunti da questo governo e dalla maggioranza che lo sostiene di fronte agli elettori" (Asca).
"Il governo deve venire in Parlamento almeno una volta a discutere della crisi: in 17 mesi non ne abbiamo mai discusso, solo voti di fiducia". Lo ha detto il neosegretario del Pd, Pier Luigi Bersani, parlando all'interno della Orditura Villanti, prima uscita ufficiale dopo l'elezione di ieri. "Berlusconi e Tremonti - ha detto Bersani prendendo la parola e salendo in piedi su una sedia al centro dello stabilimento alla periferia di Prato - vengano a dire qualcosa possibilmente non di onirico, noi saremo lì con le nostre proposte e a fare la nostra parte. Se c'è da fare qualche sforzo collettivo per chi è sul fronte della crisi, si faccia questo sforzo" (Asca).
"Il mio augurio è che si risolva positivamente. Ho sempre avuto una grande stima di Giulio Tremonti e il mio auspicio è che il presidente Berlusconi riesca a ricucire questi dissidi perché in un momento in cui tra l'altro la crisi economica fa sentire il suo effetto, sarebbe estremamente negativo che il governo si dividesse o entrasse in difficoltà proprio sulle politiche economiche". A dirlo il sindaco di Roma Gianni Alemanno al termine della cerimonia ad Auschwitz per la deposizione di una corona al muro della morte. Il sindaco ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano in relazione ai rapporti tra il premier Berlusconi e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti (Asca).
"La riduzione dell'Irap si è persa nelle nebbie tra San Pietroburgo e Arcore". Pierluigi Bersani, neo segretario del Pd, risponde così, con una battuta, a chi gli chiede come veda la proposta di riduzione dell'Irap avanzata da settori dell'esecutivo. "Oggi siamo solo alle parole - ha detto Bersani - in 17 mesi non si è fatto nulla di nulla per la ripresa. Non credo che si possa andare avanti a promesse vuote". Entrando nel merito della proposta, Bersani spiega che "se si parla di riduzione fiscale, di cui è giusto parlare perché riguarda le imprese, sarà ora di parlarne anche per quanto riguarda famiglie e lavoro perché noi siamo in presenza di un indebolimento del potere di acquisto micidiale dei redditi medi e medio bassi e di chi perde il posto di lavoro" (Asca).
"Tremonti non ha bisogno di essere nominato vicepremier per essere autorevole". Lo dice a Radio Radicale il ministro Altero Matteoli che conferma anche come la partita sulla presidenza del Veneto sia tutt'altro che chiusa. "C'e' stata una riunione con i coordinatori e con il presidente Berlusconi sulla quale mi pare che Tremonti debba essere tranquillo - dice Matteoli - perché mi pare che si evinca chiaramente il riconoscimento del lavoro fatto e anche della linea politica di fermezza e rigidità che ha sempre proposto Tremonti, mi pare che sia stata riconosciuta. Non è una questione di poltrone, Tremonti non ha bisogno di essere nominato vicepremier per essere autorevole, lo è, ha il ministero più importante, è bravo, quindi non credo sia una questione di poltrone. Che la Lega chieda una regione dove poter candidare un suo uomo mi pare che sia la più logica della cose, visto che è un partner importante e che ha avuto successo alle ultime elezioni europee, si tratta di usare il buon senso da parte di tutti". D: La partita però non e' ancora chiusa per il Veneto? "No - risponde Matteoli - mi pare di no, credo che stasera ci sia un incontro, ma sicuramente troveremo le soluzioni come abbiamo sempre trovato" (Asca).
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