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mercoledì 21 ottobre 2009

Lodi dice no alle ronde

Lodi - Secondo il sindaco non esistono nemmeno situazioni di emergenza: bocciato l’ordine del giorno presentato dalla Lega. Guerini blocca le ronde per la sicurezza. «Ora non ci sono associazioni accreditate a fare questi controlli».
Rassegna stampa - Il Cittadino, Matteo Brunello, 21 ottobre 2009.

Stop alle ronde per la sicurezza. Almeno per ora. Il comune di Lodi dice “no” all’avvio degli osservatori volontari, con compiti di sorveglianza. «Ad oggi non ci sono situazioni di emergenza in città, che richiedono un intervento di questo genere - afferma il sindaco Lorenzo Guerini - e poi non risultano allo stato associazioni di volontari registrate in Prefettura. Se si presentassero le condizioni però non esiterò ad utilizzare questo strumento, che va considerato non in modo ideologico». La presa di posizione è arrivata in risposta ad un ordine del giorno presentato in aula dal capogruppo della Lega nord. «Il sindaco emani l’ordinanza per le ronde, che è un atto politico, il quale non dipende dai registri della prefettura. Ci sono una serie di situazioni che richiedono nel capoluogo un intervento», aveva sollecitato l’esponente del Carroccio, Mauro Rossi.
Un botta e risposta che ha chiuso il dibattito in aula consiliare di lunedì sera, prima di un voto che ha bocciato il documento del Carroccio (20 contrari e 8 favorevoli). Il testo invitava a ricorrere agli strumenti del pacchetto sicurezza anche nel capoluogo, e in particolare alle ronde, «qualora si verificassero le necessità oggettive». E, nonostante l’iniziativa del Carroccio di emendare la proposta, la maggioranza per bocca del capogruppo Pd, Enrico Brunetti si è dichiarata apertamente contraria. E il presidente del consiglio comunale, Giampaolo Colizzi ha espresso non poche perplessità sul documento. «È una posizione preconcetta. Sono state solo riprese le posizioni del sindaco», ha attaccato il capogruppo Pdl, Gianpaolo Ceresa. Un finale segnato da qualche polemica, arrivato al termine di una lunga discussione sul discorso delle cosiddette ronde. «Bene ha fatto il ministro a regolamentarle, ma devo dire che ne ha circoscritto così il campo che alla fine Maroni stesso le ha affossate», dice Guerini. E a stretto giro di posta, Alberto Segalini della Lega: «Devo dire che Maroni non le ha depotenziate. Ma le ha rese ufficiali. Che è cosa ben diversa. E poi se non ci sono ancora persone candidate nei registri della Prefettura, è perché forse l’iniziativa in città non è stata adeguatamente promossa». Inoltre Gabriella Gazzola dell’Udc ha sostenuto che invece delle ronde, servirebbero più uomini e mezzi per le forze dell’ordine. Infine dalla sinistra radicale è stata espressa una netta disapprovazione per l’iniziativa di osservatori volontari per la sicurezza. «Sono soltanto una bandiera ideologica della Lega, che non risolve i problemi - dice Enrico Bosani di Rifondazione - In una democrazia normale la sicurezza viene garantita dalle forze dell’ordine. Di ronde in città non se ne parla e non se ne parlerà». E Stefania Baroni, esponente dei Verdi, avverte: «L’ordinanza sulle ronde è un atto monocratico che spetta al sindaco, ma io chiedo si tenga presente del percorso fatto fino ad adesso da questa maggioranza». Nel corso del confronto in aula va registrato anche l’esame di alcune interrogazioni. La prima era stata presentata dal consigliere Pd Giorgio Daccò sul tema del rispetto del codice della strada da parte dei ciclisti e la seconda era stata avanzata da Daniele Passamonti dell’Italia dei Valori sul possibile trasferimento della sede della Motorizzazione civile. Due tematiche che nelle scorse settimane hanno mosso il dibattito in città e suggerito contestazioni e discussioni.
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