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mercoledì 21 ottobre 2009

Doccia scozzese sull’acqua pubblica lodigiana

L’ex Cap di Milano ritarda di due mesi il passaggio nella nuova società provinciale: «A rischio le regole del gioco». Doccia scozzese sull’acqua pubblica lodigiana. Amiacque frena sull’ingresso in Sal, ma firma l’intesa per cedere i dipendenti.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Lorenzo Rinaldi, 21 ottobre 2009.

Doccia scozzese sull’acqua pubblica lodigiana. Da un lato Amiacque (ex Cap gestione) sigla l’accordo per trasferire a Sal (Società acqua lodigiana) 68 dipendenti, dall’altro lato la stessa Amiacque rinvia l’ingresso ufficiale del proprio ramo d’azienda lodigiano all’interno di Sal. Due mosse, rese note ieri, che vanno in direzioni contrapposte, anche se il presidente del colosso milanese Amiacque, Tiziano Butturini, conferma che «non è in atto nessuna campagna anti-Sal, anche perché Amiacque è controllata da Cap holding, di cui 58 comuni lodigiani sono soci». La questione rischia di avere riflessi pratici, perché Sal (una società pubblica) è chiamata a gestire il ciclo integrato dell’acqua nel Lodigiano nei prossimi anni, dietro “incarico” dell’Ato, cioè dell’Ambito territoriale ottimale, che riunisce i comuni della provincia. La sfida dell’acqua pubblica, lanciata con la costituzione di Sal, ha visto per il momento l’ingresso nella nuova società dell’ex Consorzio del Basso Lambro di Sant’Angelo e del ramo idrico dell’Astem di Lodi. Devono ancora entrare il ramo idrico dell’Asm di Codogno (la partita resta aperta) e il ramo d’azienda lodigiano di Amiacque. Proprio Amiacque, entrando in Sal, riempirebbe di contenuti la società dell’acqua pubblica lodigiana, che altrimenti rimarrebbe a metà del guado. L’ingresso del ramo d’azienda lodigiano di Amiacque era atteso inizialmente entro il 31 ottobre. Lunedì però il presidente di Amiacque, Butturini, ha scritto a tutti i sindaci della provincia di Lodi, indicando che stante «il radicale mutamento del quadro normativo (...) il Cda di Amiacque ha richiesto il rinvio al 31 dicembre 2009 del termine per il trasferimento del ramo d’azienda lodigiano di Amiacque a Sal». Una decisione figlia della nuova normativa in materia di gestione dell’acqua, che secondo Butturini «cambia le regole del gioco». «L’ultimo decreto del governo in materia di gestione del ciclo idrico, arrivato a settembre, ci ha sorpresi - ammette il presidente di Amiacque - fino ad ora l’affidamento diretto “in house” del ciclo idrico integrato, cioè a una società pubblica, senza indire una gara, sembrava una strada percorribile. Ora potrebbe non andare più bene e il rischio è che l’affidamento non vada oltre il 2011, mentre l’affidamento a Sal durerebbe trent’anni. Abbiamo dunque deciso di aspettare per verificare la conversione in legge del decreto, che richiede 60 giorni: è opportuno fermarsi a riflettere sull’affidamento “in house”. Il nuovo decreto dice infatti che bisogna andare a gara». La posizione del presidente Butturini è destinata a creare discussione negli ambienti politici lodigiani e tra gli stessi lavoratori di Sal e Amiacque, visto che il colosso milanese ex Cap gestisce il 70 per cento degli acquedotti lodigiani e il 40 per cento del ciclo depurazione-fognature del Lodigiano (dati forniti da Butturini).
Intanto ieri Sal ha reso noto che «tra il primo novembre e il 31 dicembre, con buone probabilità, 68 dipendenti (di cui 56 operativi nel polo di Casale, ndr) verranno trasferiti da Amiacque a Sal». Ieri mattina, infatti, è stato firmato il verbale di chiusura dell’accordo da parte dei rappresentanti sindacali, le rsu e i presidenti di Sal, Carlo Coltri e di Amiacque, Butturini. Al momento Sal conta 35 dipendenti, acquisiti da Basso Lambro e da Astem a partire dallo scorso agosto. A margine dell’accordo, Coltri ha parlato di «un’operazione importante, portata a compimento nel migliore dei modi e che testimonia come oggi Sal sia nella condizione di acquisire il ramo d’azienda lodigiano di Amiacque». Sal ha dunque confermato che «già dal primo novembre la società potrebbe contare su 68 nuovi dipendenti che si sommeranno ai 35 che già operano per l’azienda, per un totale di 103 dipendenti».

Asm, guerra anche a Codogno: è rottura tra comune e Linea Più.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Luisa Lucini, 21 ottobre 2009.

Preannunciata la scorsa settimana, la “guerra” sull’acqua in Asm è diventata ufficiale durante l’assemblea dei soci dell’azienda multiservizi di viale Trieste tenutasi lunedì. In quella sede, la frattura tra il comune di Codogno (che è socio di maggioranza di Asm con il 51 per cento del capitale sociale d’azienda) e la società privata Linea Più (partecipata dalla holding Linea Group e che, con il restante 49 per cento delle azioni, è socio di minoranza di Asm) si è confermata in via ufficiale. E il risultato scaturito è già di quelli concreti: il mancato accordo tra i soci di fatto fa “saltare” il conferimento del ramo idrico integrato di Asm a Sal, ovvero alla Società Acqua Lodigiana che ha valenza territoriale. E del resto, lunedì municipio e Linea Più sono rimasti fermi ognuno sulle proprie posizioni. Che sono estremamente differenti. Il comune di Codogno, infatti, è favorevole al conferimento a Sal della sola gestione ed erogazione del ramo idrico di Asm. Una posizione, questa, che lunedì è stata sostenuta nella sua validità dal sindaco Emanuele Dossena, in assemblea con il direttore generale del comune Roberto Falcone. Di visione completamente opposta è però Linea Più: per il socio di minoranza di Asm, oltre a gestione ed erogazione, il conferimento dovrebbe contemplare infatti anche il patrimonio del ramo idrico di Asm (ovvero reti ed impianti). Una ipotesi, quest’ultima, assolutamente rigettata dal municipio: reti ed impianti del ramo idrico di Asm valgono tra i quattro e i sei milioni di euro, in caso di un loro conferimento a Sal, il comune dovrebbe indennizzare il socio di minoranza di circa la metà del valore del patrimonio stesso. Soldi che il municipio di Codogno assolutamente non ha. In assemblea per Linea Più era presente il presidente del consiglio di amministrazione Nicola Adavastro, affiancato dal direttore generale di Linea Più Pier Ezio Ghezzi. All’incontro erano anche presenti la presidente di Asm Laura Quaini e l’amministratore delegato dell’ex municipalizzata Giovanbattista Rozza. E proprio alla presidente Quaini fa riferimento l’ultimo tentativo di risolvere con spirito di condivisione tutta la questione. Comune di Codogno e Linea Più, infatti, hanno dato mandato alla Quaini di richiedere una riunione d’urgenza all’Ambito Territoriale Ottimale (Ato) di riferimento, per un incontro in cui cercare di trovare una soluzione che possa mettere d’accordo entrambi i soci. La presidente di Asm già ieri ha inoltrato all’Ato la richiesta di incontro, i tempi peraltro sono strettissimi visto che la riunione richiesta si vorrebbe organizzata prima di domani, giovedì 22 ottobre, giorno in cui è prevista l’assemblea interna dell’Ato.
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