Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 21 ottobre 2009.
Quarantacinque milioni di euro. È questo l’impegno complessivo assunto da Sorgenia nei confronti della Provincia di Lodi e degli otto comuni interessati dalla costruzione della centrale di Turano e Bertonico, l’impianto a turbogas incassato suo malgrado dal Lodigiano e oggetto da ieri della nuova convenzione attraverso la quale il gruppo De Benedetti ha promesso massicci e più ricchi investimenti per risarcire il territorio. Sul piatto, Sorgenia metterà circa 25 milioni di euro tra interventi di mitigazione ambientale, riduzione delle emissioni e smaltimento reflui zootecnici, oltre a 12 milioni di oneri di urbanizzazione tra Turano e Bertonico, incentivi energetici per favorire l’arrivo di altre aziende e 7,3 milioni di euro di contributi da dividersi tra i comuni ospitanti l’impianto, la Provincia di Lodi e le amministrazioni di Casale, Castiglione, Cavenago, Mairago, Secugnago e Terranova dei Passerini, che beneficeranno di quasi il doppio di quanto previsto nella precedente bozza di accordo tra i proprietari della centrale e l’allora giunta provinciale guidata da Lino Osvaldo Felissari. La convenzione è già stata accettata da tutti con l’eccezione di Turano, impegnato in una battaglia privata con Sorgenia che ha portato quest’ultima a fare ricorso al Tar contro la richiesta di 22 milioni di euro di compensazioni; comunque vada, però, l’amministrazione Ciampetti potrà contare sulla sua quota di contributi, pari a quella che spetterà a Bertonico. «Non è tutta farina del nostro sacco - ha spiegato soddisfatto il presidente della Provincia, Pietro Foroni -, c’era una bozza precedente che avevamo deciso di revocare per vari motivi ma senza stravolgerla, visto che era ottima per gli interventi di natura ambientale, che non abbiamo ridotto cercano di fare qualcosina in più». Il riferimento è soprattutto al raddoppio dei contributi ai comuni e ai possibili riflessi occupazionali legati al rilancio dell’area ex Gulf: «La convenzione prevede una serie di punti di grande valore sul tema “lavoro”, dal coinvolgimento di artigiani e imprese locali per quel che riguarda l’indotto all’assunzione diretta di personale da parte di Sorgenia e alla massima attenzione verso chi si trova ad aver perso il lavoro. Soprattutto abbiamo concordato l’urbanizzazione dell’intera area a carico di Sorgenia e la fornitura per tutte le aziende che vorranno insediarsi nella zona e fino a circa un chilometro di distanza, di caldo/freddo a costo di produzione. Questo aspetto dovrebbe attirare le imprese, perché consentirà loro di avviare attività partendo da un notevole risparmio sui costi energetici». Anche i comuni presenti esprimono piena soddisfazione: «È una convenzione ben strutturata, con un buon “quid” aggiuntivo sulla Marzano - commenta Umberto Daccò, sindaco di Castiglione -. L’impianto del testo è buonissimo, salvaguarda il territorio, abbatte le emissioni e le pone sotto costante controllo». «Come portavoce del mio sindaco siamo molto soddisfatti, per i contenuti della convenzione e per l’attenzione rivolta agli enti interessati», gli fa eco Maria Cristina Ragazzi, assessore ai rapporti con gli enti del comune di Mairago; «La tutela dell’ambiente e dalla salute sono sempre di difficilissima gestione - chiosa il sindaco di Secugnago, Mauro Salvalaglio -, ma questa convenzione è ottima e ben studiata: il presidente Foroni ha ottenuto il massimo che si potesse».
Bigi non ha dubbi: «Un accordo irripetibile per un impianto unico».
Rassegna stampa - Il Cittadino, 21 ottobre 2009.
Un accordo «irripetibile», per una centrale «unica» in Italia, se non anche in Europa. Così l’ingegner Alberto Bigi, il volto di Sorgenia alla presentazione della nuova convenzione, riassume il frutto del patto stretto tra la proprietà della centrale di Turano-Bertonico con gli enti interessati dalla partita. Sullo sfondo, in realtà, si agitano ancora un paio di incognite, dalla battaglia al Tar contro i 22 milioni di euro chiesti dal comune di Turano alle trattative, sempre riservatissime, con i misteriosi imprenditori dati in procinto di sbarcare nell’area ex Gulf. I lavori, però, proseguono. E alla soddisfazione del gruppo De Benedetti, adesso, si somma quella della Provincia di Lodi e degli comuni coinvolti nella convenzione, per accontentare i quali Sorgenia, assicura Bigi, ha fatto tutto il possibile: «Diciamo che siamo un po’... provati, ma soddisfatti - commenta l’ingegnere -. Il dato complessivo dice che investiremo circa 45 milioni, più del 10 per cento della spesa totale per la centrale: direi che è una cifra di tutto riguardo, irripetibile». Più che il “rilancio” sul fronte dei contributi della legge Marzano, praticamente raddoppiati, per Bigi le tre peculiarità da sottolineare sono quelle relative agli interventi ambientali, alla valorizzazione della realtà agricola e allo sviluppo industriale che caratterizzano la convenzione. Agli agricoltori, grazie a due biodigestori da 1 megawatt, Sorgenia restituirà biomasse con basso contenuto di azoto, venendo incontro ai sacrifici legati alle direttive nitrati ed eliminando gli odori degli spargimenti. Ma sotto il profilo ambientale, aspettando la nuova foresta da 50 ettari, il punto di forza saranno gli interventi sulle emissioni e sugli scarichi: «Abbiamo assunto impegni non all’avanguardia, ma addirittura unici, con limite alle emissioni di ossido di azoto che nessuno in Italia ha, una riduzione sostanziale del 90 per cento del monossido di carbonio e una ulteriore del 70 per cento sui prelievi idrici, con scarico “zero” dei reflui grazie a un riutilizzo molto spinto dell’acqua». Tutti (o quasi) da scoprire, invece, i risultati dell’impegno sui fronti occupazione-sviluppo dell’area ex Gulf, dove pure Bigi ricorda come a fronte delle 10-15 imprese locali già arruolate per i lavori di costruzione della centrale la volontà è di favorire la manovalanza lodigiana anche per quei 50 posti, tra assunzioni dirette e indotto, che Sorgenia effettuerà nei prossimi mesi. In sospeso, però, resta soprattutto l’identità della (o delle aziende) che Sorgenia e la Provincia vorrebbero incentivare a investire nell’area, anche grazie all’energia caldo/freddo prodotta dal vapore con la quale la centrale alimenterebbe a basso costo i processi produttivi delle ditte vicine. «Stiamo lavorando su più fronti», si limita a dire Bigi, senza scucire il minimo indizio agli interlocutori evocati anche recentemente dai nuovi e vecchi inquilini di palazzo San Cristoforo: la speranza, però, è che il rebus possa essere svelato già entro la fine del prossimo anno.
Sostegno anche a iniziative culturali e sportive. Preferiti gli operai della Bassa, riduzione dell’inquinamento e in arrivo una nuova foresta.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 21 ottobre 2009.
Una pioggia di soldi, e di interventi, per “ammorbidire” l’impatto della centrale attraverso opere e rimborsi di ogni ordine e grado. In linea con la precedente bozza sottoscritta il 4 giugno scorso tra l’allora giunta provinciale Felissari e Sorgenia, la nuova convenzione sulla centrale di Turano e Bertonico ripropone la maggioranza degli accordi già raggiunti a fine primavera, integrandola con ulteriori impegni da parte dell’azienda sul fronte della riduzione dell’inquinamento, della creazione di nuovi posti di lavoro e del maggiore risarcimento economico a favore del Lodigiano. Sul vasto capitolo delle tecnologie anti inquinanti e delle opere di mitigazione ambientale, Sorgenia investirà quasi 26 milioni di euro. Sulle emissioni di ossidi di azoto (abbattute dai 30 milligrammi a metro cubo già autorizzati a 25) verranno spesi 500mila euro annui oltre a 4 milioni, dopo un primo triennio, per adeguare le tecnologie di combustione alle migliori in circolazione: a tale impegno, già previsto nella vecchia bozza, si aggiungerà quello di Sorgenia a valutare ulteriori miglioramenti anche nel triennio successivo. L’altro gas di scarico principale, il monossido di carbonio, verrà abbattuto del 90 per cento con un catalizzatore dal costo di 2 milioni di euro, mentre le emissioni di anidride carbonica verranno sfruttate per alimentare la fornitura di caldo/freddo delle aziende intenzionate a insediarsi sull’area.
Alla scoperta della struttura con l’ingegnere Decio Zonini. Il direttore dei lavori: «Una centrale così proprio non esiste».
Rassegna stampa - Il Cittadino, Cristina Vercellone, 21 ottobre 2009.
Il camino, cento metri di altezza, è quasi terminato. Presto sarà rivestito di pannelli, rossi come le cascine dei nostri ricordi. È il camino della maxi centrale a ciclo combinato di Sorgenia che si sta sviluppando, a ritmo sostenuto, nella pancia della pianura lodigiana. Domina la rete dei meccanismi d’acciaio. I tecnici giurano che da lì non usciranno polveri sottili. Il metano non ne produce. Gli altri inquinanti, o meglio, il monossido di carbonio, invece, sarà trattato con un sistema ad alta tecnologia. Decine di operai si arrampicano sulle scale, entrano nei tubi di acciaio, si confondono con il groviglio degli ingranaggi come personaggi di un grande cartone animato. Nulla può sembrare vero in un cantiere così. Soprattutto se rimbombano ancora nelle orecchie gli slogan delle manifestazioni guidate da amministratori e ambientalisti. “La centrale non la vogliamo fare” gridavano centinaia di lodigiani alla manifestazione di protesta di Casale del gennaio 2006. Eppure a poco meno di due anni dall’inizio dei lavori, partiti nell’estate del 2008, l’impianto è quasi terminato. Il 5 febbraio ci sarà la prima prova di accensione, il 23 marzo la seconda, nell’agosto del 2010 la centrale entrerà in funzione. Lo stato di avanzamento lavori è arrivato al 40 per cento. In pochi mesi però si raggiungerà l’80. Il picco della costruzione, infatti, sarà da qui a marzo.
Tutto bello, interessante. Però ... Se la centrale produce 800MW e ne entrano 1350 come combustibile, vuol dire che 550MW se ne vanno come perdite sotto forma di calore. Questo vyol dire che l'ambiente circostante è sottoposto ad una alterazione del microclima pari a 550MW: una enormità! Estati ancora più torride ed inverni umidi, in quanto la combustione del gas naturale produce acqua, e non poca!
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