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martedì 20 ottobre 2009

Il fondo anticrisi si è esaurito

Il Cittadino oggi da molto spazio alla crisi ed alla situazione produttiva e lavorativa lodigiana. In questo primo post riporto due articoli che descrivono che fanno il punto sullo stato delle cose.



In Provincia arrivate 850 richieste per usufruire di ammortizzatori in deroga: «Va meglio che nel resto della Lombardia». Disoccupazione, la lista nera si allunga. Più di 9mila le persone rimaste a casa per colpa della crisi.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Greta Boni, 20 ottobre 2009.

La lista nera della disoccupazione si fa sempre più lunga: fino a questo momento si possono contare 9.250 nomi, fra questi ci sono anche i lavoratori rimasti a casa dopo l’ultima ondata di crisi aziendali. «Per la provincia di Lodi è il numero più alto mai raggiunto - afferma Enrico Perotti, presidente della Camera di commercio di Lodi -, può darsi che per il 2010-2011 si verifichi un incremento della produzione, ma non è detto che tutte le 9-10mila unità possano essere riassorbite. La cosa certa è che anche se la ripresa potrà segnare il prossimo anno, avverrà comunque a livelli occupazionali molto più bassi rispetto a quelli a cui eravamo all’inizio della crisi». Proprio nella giornata di ieri, in via Haussmann, si è riunito ancora una volta il tavolo che sta cercando di gestire le difficoltà economiche. «Lo scenario è caratterizzato da pesantezza e gravità - commenta Perotti -, ma i numeri mostrano che i dati lodigiani non sono peggiori rispetto a quelli lombardi. La produzione manifatturiera, industriale e artigiana, è in perdita, ma il calo è inferiore rispetto a quello regionale. Il quadro si riflette naturalmente sull’occupazione, sull’utilizzo di cassa integrazione e ammortizzatori sociali, sulla chiusura delle aziende». Allo stesso tempo, il presidente sottolinea che le misure messe in campo fino a questo momento sono servite per “attutire il colpo”. «L’indagine condotta da Prometeia nel corso del mese di settembre 2009 - aggiunge Perotti - fotografa sempre una situazione di sfiducia tra gli operatori del mondo imprenditoriale e tra le famiglie del Lodigiano, ma “minore” rispetto alle precedenti rilevazioni». I sindacati, però, non condividono al cento per cento numeri e sensazioni. «Ci siamo chiesti dove sta andando questo territorio - dice Domenico Campagnoli, segretario provinciale della Cgil -, ogni giorno è un massacro: due o tre aziende chiudono o sono in difficoltà, mentre dalle altre parti si muove qualcosa qui non si vede nulla. Non dimentichiamo che Lodi è al terzo posto nella classifica per il maggiore utilizzo di ore di cassa integrazione. Il problema non è solo l’assistenza, ma le prospettive, questo territorio è continuamente depauperato e non si pensa ad altro». Un’opinione condivisa anche da Mario Uccellini, segretario provinciale della Cisl: «Noi siamo molto pessimisti, perchè un conto sono le aspettative e un conto la realtà, non crediamo nella ripresa della fiducia. Per questo sollecitiamo un tavolo provinciale che affronti la questione della reindustrializzazione delle aree del Lodigiano».
I protagonisti del territorio sono preoccupati: il fondo anticrisi è esaurito, per questo non ci sarà spazio per una terza erogazione, nonostante le richieste siano già arrivate a destinazione. E, come se non bastasse, 850 persone hanno bussato alle porte della Provincia di Lodi per usufruire degli ammortizzatori in deroga, destinati al settore del commercio e alle imprese che contano meno di 15 dipendenti; palazzo San Cristoforo ha così distribuito 6 milioni di euro, fondi che sono stati stanziati da Regione Lombardia. «Dobbiamo iniziare a occuparci della creazione dei posti di lavoro - sostiene Pietro Foroni, presidente della Provincia di Lodi -, della possibilità di definire prospettive di sviluppo per le imprese, senza interventi confusi e partendo dalle aree dismesse. Non possiamo sbagliare».

I comuni snobbano l’iniziativa Il Consorzio: «I soldi sono finiti».
Rassegna stampa - Il Cittadino, 20 ottobre 2009.

Il fondo anticrisi si è esaurito: non ci sono più soldi. E nemmeno lo spazio per la terza e ultima erogazione, quella di dicembre. Del resto, solo 7 comuni su 61 hanno aderito all’iniziativa, decidendo di devolvere la somma di 2 euro per abitante a favore dei lavoratori che hanno perso il posto. La seconda parte dei contributi è stata utilizzata settimana scorsa, quando si è deciso di accogliere 129 domande per un valore di 263.800 euro, a cui si aggiungono 6.000 euro di finanziamenti una tantum per 15 persone aventi diritto; non sono stati ammessi alle provvidenze 29 richiedenti. Il comitato di gestione si è riunito venerdì 16 ottobre per validare la graduatoria relativa alla seconda erogazione, all’incontro hanno partecipato Silvana Cesani per il comune di Lodi, Mariano Peviani per la Provincia, Domenico Campagnoli della Cgil, Mario Uccellini della Cisl, Fabrizio Rigoldi della Uil, Sergio Rancati del Consorzio per i servizi alla persona, i tecnici Elga Zuccotti della Provincia, Donatella Barberis dell’Ufficio di piano e Barbara Dadda del Consorzio. «Con questa deliberazione - spiega Rancati - il fondo è stato interamente impegnato e quindi non sono più disponibili risorse per la terza erogazione, nonostante siano già state acquisite dalla Provincia oltre 80 domande, che diventeranno molte di più entro la scadenza di dicembre. Il comitato lancia un grido d’allarme: a fronte di richieste sempre più pressanti si esaurisce la possibilità di aiuto per le famiglie dei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro. È assolutamente indispensabile un impegno straordinario delle Istituzioni e delle Fondazioni bancarie per rifinanziare il Fondo al fine di consentire la terza erogazione e la prosecuzione degli interventi anche per il 2010». Un appello condiviso dalle tre organizzazioni sindacali, che ieri - di fronte al vertice organizzato presso la Camera di commercio - hanno sottolineato la necessità di fare di più. «Anche i lavoratori e le imprese potrebbero partecipare al fondo - propone Uccellini della Cisl -, è un’ipotesi da sondare». Campagnoli della Cgil ha ricordato che nessuno si sarebbe aspettato una domanda simile da parte del territorio, ma in agguato ci sono molte altre richieste che aspettano di essere soddisfatte. Infine, Rigoldi della Uil ha ricordato che anche i criteri dovrebbero essere riconsiderati, per andare incontro alle esigenze dei lodigiani che hanno bisogno. Il fondo anticrisi è aperto a tutti, anche associazioni di categoria, privati e lavoratori possono dare il loro aiuto. Fino a questo momento, i sette comuni che hanno detto sì alla proposta sono Bertonico, Caselle Lurani, Cavenago, Cornegliano, Graffignana, Maleo, Ossago, oltre al comune di Lodi che è stato uno dei promotori. I cittadini di queste realtà, nel momento in cui dovessero accedere al fondo, potranno godere dell’integrazione totale del reddito. Tutti gli altri, invece, accontentarsi della metà. Tutti sperano che per il 2010 il numero dei comuni protagonisti subisca un’impennata.
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