FATTI E PAROLE

Foglio virtuale quotidiano di Brembio e del suo territorio

http://www.fattieparole.info

Si può leggere l'ultimo numero cliccando sopra, sull'immagine della testata o sul link diretto, oppure cliccando qui.
Ogni nuovo numero esce nelle ore serali, ma dopo le 12.00 puoi già leggerlo mentre viene costruito cliccando qui.

FATTI E PAROLE - ARCHIVIO
www.fattieparole.eu

La parola al lettore

Le tue idee, opinioni, suggerimenti e segnalazioni, i tuoi commenti, le tue proposte: aiutaci ad essere un servizio sempre migliore per il nostro paese.

Puoi collaborare attivamente con noi attraverso questo spazio appositamente predisposto - per accedere clicca qui - o anche puoi scriverci cliccando qui.

domenica 25 ottobre 2009

«È quello di Canale 5?». «Quello»

Palermo. Il Pg chiede alla corte di sentire i pentiti che accusano il premier nel processo d'appello al fondatore di Forza Italia. Decisione il 30. «Berlusconi e Dell'Utri erano i referenti di Cosa nostra fino al 2003».
Rassegna stampa - il manifesto, Federico Scarcella, da Palermo, 24 ottobre 2009.

Quando la mafia andava in via Veneto era per parlare di politica. Nel '94 il boss palermitano Giuseppe Graviano, seduto a Roma a un tavolo del bar Doney, dice a Gaspare Spatuzza, ora pentito, che era molto felice: «Abbiamo ottenuto tutto, queste persone non erano come quei quattro 'crasti' (cornuti, ndr) dei socialisti». La persona di cui parlava Graviano era, secondo il racconto di Spatuzza, Silvio Berlusconi, il quale avrebbe avuto un intermediario, «un nostro compaesano», alias Marcello Dell'Utri. Il pentito l'ha raccontato ai magistrati di Palermo, sottolineando che di quell'incontro il suo capo gli disse testualmente: «Ci siamo messi il Paese nelle mani». Dunque era il momento d'agire per l'ultima spallata, e infatti Spatuzza ebbe il via libera per un attentato allo stadio Olimpico, poi fallito, che secondo i pm avrebbe dovuto avere l'effetto di riscaldare la trattativa.
Il tema è sempre lo stesso, la trattativa tra stato e mafia degli anni '90. E ora fa ingresso in nel processo d'appello che vede come imputato proprio Dell'Utri, già condannato a 9 anni in primo grado per associazione esterna alla mafia. Ieri mattina il procuratore generale Antonio Gatto ha interrotto la sua requisitoria chiedendo di acquisire i verbali di Spatuzza e di sentirlo, assieme ai mafiosi Giuseppe e Filippo Graviano e Cosimo Lo Nigro. La corte ha rimandato la sua decisione al 30 ottobre.
L'8 ottobre scorso Spatuzza ha spiegato ai magistrati di Palermo che la trattativa tra la mafia e lo stato durò almeno fino al 2003-2004 e i referenti politici della mafia sarebbero stati proprio Berlusconi e Dell'Utri. Il pentito ha parlato anche di un incontro precedente a quello di Roma, che sarebbe avvenuto a Campofelice di Roccella, paese a una cinquantina di chilometri da Palermo, dopo le bombe di Firenze del '93. In quell'occasione, oltre a Graviano c'era anche Lo Nigro. «Voglio precisare - racconta Spatuzza - che quell'incontro doveva programmare un attentato ai carabinieri da fare a Roma. Noi avevamo perplessità perché si trattava di fare morti fuori dalla Sicilia. Graviano per rassicurarci ci disse che da quei morti avremmo tratto tutti benefici, a partire dai carcerati».
Spatuzza afferma che fu quello il momento in cui lui capì che c'era una trattativa: «Graviano chiese a me e a Lo Nigro se noi capivamo qualcosa di politica». Alla domanda retorica il boss aggiunse: «Io ne capisco». Fino al '94 l'allora braccio destro del boss di Brancaccio non sapeva chi fosse Berlusconi, e così accennò una domanda al suo capo: «È quello di Canale 5?». «Quello», rispose Graviano.
La prova che la trattativa sarebbe proseguita fino al 2004 l'ex killer di Brancaccio la evince da un colloquio con Filippo Graviano, fratello di Giuseppe, del 2004. I due si incontrarono nel carcere di Tolmezzo, in cui erano detenuti. «Graviano mi disse che si stava parlando di dissociazione, ma che noi non eravamo interessati. Nel 2004 ebbi un colloquio investigativo con Vigna, finalizzato alla mia collaborazione che, però, io esclusi. Tornato a Tolmezzo ne parlai con Graviano che mi disse: 'se non arriva niente da dove deve arrivare è bene che anche noi cominciamo a parlare con i magistrati'». Ieri Dell'Utri, presente al processo, ha commentato così: «Sono tutte grandi cazzate di cui riesco ancora a ridere. È tutto un teatrino che mi fa divertire. Lo faccio passare, altrimenti il danno sarebbe maggiore di quello che viene dalle sentenze. I Graviano non li conosco, mai sentiti neanche per telefono». L'avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini, annuncia iniziative contro Spatuzza: le sue dichiarazioni su Berlusconi «sono del tutto prive di ogni fondamento e di ogni possibile riscontro».
Condividi su Facebook

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.