Rassegna stampa - il manifesto, Federico Scarcella, da Palermo, 24 ottobre 2009.
Il tema è sempre lo stesso, la trattativa tra stato e mafia degli anni '90. E ora fa ingresso in nel processo d'appello che vede come imputato proprio Dell'Utri, già condannato a 9 anni in primo grado per associazione esterna alla mafia. Ieri mattina il procuratore generale Antonio Gatto ha interrotto la sua requisitoria chiedendo di acquisire i verbali di Spatuzza e di sentirlo, assieme ai mafiosi Giuseppe e Filippo Graviano e Cosimo Lo Nigro. La corte ha rimandato la sua decisione al 30 ottobre.
L'8 ottobre scorso Spatuzza ha spiegato ai magistrati di Palermo che la trattativa tra la mafia e lo stato durò almeno fino al 2003-2004 e i referenti politici della mafia sarebbero stati proprio Berlusconi e Dell'Utri. Il pentito ha parlato anche di un incontro precedente a quello di Roma, che sarebbe avvenuto a Campofelice di Roccella, paese a una cinquantina di chilometri da Palermo, dopo le bombe di Firenze del '93. In quell'occasione, oltre a Graviano c'era anche Lo Nigro. «Voglio precisare - racconta Spatuzza - che quell'incontro doveva programmare un attentato ai carabinieri da fare a Roma. Noi avevamo perplessità perché si trattava di fare morti fuori dalla Sicilia. Graviano per rassicurarci ci disse che da quei morti avremmo tratto tutti benefici, a partire dai carcerati».
Spatuzza afferma che fu quello il momento in cui lui capì che c'era una trattativa: «Graviano chiese a me e a Lo Nigro se noi capivamo qualcosa di politica». Alla domanda retorica il boss aggiunse: «Io ne capisco». Fino al '94 l'allora braccio destro del boss di Brancaccio non sapeva chi fosse Berlusconi, e così accennò una domanda al suo capo: «È quello di Canale 5?». «Quello», rispose Graviano.
La prova che la trattativa sarebbe proseguita fino al 2004 l'ex killer di Brancaccio la evince da un colloquio con Filippo Graviano, fratello di Giuseppe, del 2004. I due si incontrarono nel carcere di Tolmezzo, in cui erano detenuti. «Graviano mi disse che si stava parlando di dissociazione, ma che noi non eravamo interessati. Nel 2004 ebbi un colloquio investigativo con Vigna, finalizzato alla mia collaborazione che, però, io esclusi. Tornato a Tolmezzo ne parlai con Graviano che mi disse: 'se non arriva niente da dove deve arrivare è bene che anche noi cominciamo a parlare con i magistrati'». Ieri Dell'Utri, presente al processo, ha commentato così: «Sono tutte grandi cazzate di cui riesco ancora a ridere. È tutto un teatrino che mi fa divertire. Lo faccio passare, altrimenti il danno sarebbe maggiore di quello che viene dalle sentenze. I Graviano non li conosco, mai sentiti neanche per telefono». L'avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini, annuncia iniziative contro Spatuzza: le sue dichiarazioni su Berlusconi «sono del tutto prive di ogni fondamento e di ogni possibile riscontro».
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