Il Pirellone ha concesso ancora qualche giorno a palazzo San Cristoforo per evitare il commissariamento.
Piano rifiuti, regione e provincia “trattano”.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 22 settembre 2009.
Il nuovo piano rifiuti slitta, ma la provincia (almeno per ora) non sarà commissariata. La regione Lombardia ha infatti deciso di concedere qualche giorno in più a palazzo San Cristoforo per rispedire corretto a dovere quel piano che, in teoria, dovrebbe tornare negli uffici del Pirellone tra mercoledì e giovedì prossimi. Seppure ancora convinta della bontà del piano adottato nel dicembre 2008 dalla giunta Felissari, la provincia ha infatti avviato nelle scorse settimane un confronto tra il proprio ufficio tecnico ambientale e quello regionale per verificare la possibilità di un documento che soddisfi tutti. Le differenze, tra volumi di inerti e non, sulla carta restano ampie; la sensazione, però, è che alcune divergenze possano essere il frutto di incomprensioni e diverse interpretazioni tecniche, che qualora chiarite potrebbero ancora risolvere la situazione. «Non ci sono proroghe ufficiali, ma devo tenere in considerazione che a Lodi c’è una giunta nuova - conferma l’assessore regionale all’ambiente Massimo Buscemi -. I funzionari dei due uffici stanno lavorando bene: io sono ottimista».
La giunta Foroni ha così deciso di aspettare a riadottare quel piano che, così com’è oggi, verrebbe nuovamente bocciato, e che con il commissariamento (già sofferto da Cremona e Milano) costerebbe anche 200mila euro di finanziamenti. Senza contare che alla questione si collega anche la paventata realizzazione della discarica di Senna, «La spada di Damocle», come l’ha definita il presidente Foroni, sulla quale la provincia non è disposta a fare sconti. «Certamente non cederemo nulla sui punti su cui siamo sicuri, siamo convinti dell’autonomia e non ci faremo imporre nulla - ha spiegato ieri in consiglio provinciale Foroni -. D’altra parte, riadottando in toto il piano ci sarebbe il commissariamento». Le modifiche che la provincia di Lodi è pronta a garantire sono l’ampliamento della discarica di Cavenago e la creazione di un “biodigestore” per il recupero energetico da rifiuti speciali al fianco dell’Eal Compost di Terranova.
Il consiglio ha fornito anche l’occasione al Pd per chiedere che fine abbiano fatto i soldi (20 milioni di euro?) promessi dal governo per i comuni confinanti con la centrale nucleare di Caorso; compensazioni che, ufficiosamente, nel Lodigiano dovrebbero beneficiare solo Castelnuovo e Caselle Landi, ma che in base a un altro parametro (i 10 chilometri di distanza dal sito) potrebbero ricadere anche su Corno Giovine, Cornovecchio, Maccastorna, Meleti, Maleo, Cavacurta, San Rocco e Santo Stefano. L’assessore Elena Maiocchi ha spiegato che al momento la partita resta ferma sulla bozza di ripartizioni già nota (metà a Caorso, una quarto alla provincia di Piacenza e il resto tra i comuni confinanti), che quattro comuni non confinanti ma entro i 10 chilometri da “Arturo” hanno chiesto di beneficiarne (Corno Giovine, Cornovecchio, Maccastorna, Meleti) e che il dialogo con le amministrazioni piacentine prosegue. La seduta di ieri ha celebrato anche due momenti toccanti: omaggiati i sei parà italiani uccisi la scorsa settimana a Kabul, il consiglio ha espresso infatti cordoglio a Luca Canova del Pd per la morte della madre e alla famiglia di Adriano Subitoni, dipendente della provincia recentemente scomparso.
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