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giovedì 3 settembre 2009

Clandestini, Codogno sceglie la delazione

Nel “pacchetto sicurezza” varato dalla giunta sono contenuti anche criteri più rigorosi per ottenere la residenza.
Il sindaco: «Segnalate a me gli irregolari».
Iniziativa di Dossena, farà da “ponte” fra i cittadini e i carabinieri.

Rassegna stampa - Il Cittadino di oggi, Luisa Luccini.

Immigrazione e sicurezza: riparte dal controllo del territorio l’azione del centrodestra che governa Codogno. E tra le novità una investe direttamente la figura del sindaco: aprendo una sorta di canale privilegiato (e riservato) di dialogo con i cittadini, proprio il primo cittadino Emanuele Dossena d’ora in avanti potrà ricevere direttamente le segnalazioni dei codognesi in merito a situazioni di ordine pubblico e sospetta legalità. Sarà poi compito di Dossena segnalare queste stesse situazioni alle forze dell’ordine e ai servizi territoriali competenti. Tenendo riservata l’identità di chi ha inoltrato la segnalazione.
«Sono convinto che ogni cittadino debba essere attore protagonista della tutela della legalità della propria città - commenta Dossena -. Il compito che ora mi assumo intende favorire proprio questa collaborazione. Perché ci possono essere cittadini che vedono o sospettano la presenza di una situazione di illegalità ma non vogliono esporsi in prima persona. Adesso potranno fare riferimento al sottoscritto, in forma riservata. Con segnalazioni, si badi bene. Non con denunce».
La decisione è stata presa dopo che proprio la sicurezza è stata al centro di approfondimenti tra le forze politiche del centrodestra. A preoccupare anche le voci su un possibile centro culturale islamico alla Mirandolina, sostitutivo di quello di Casale. A premere sull’acceleratore è stata la Lega Nord, che adesso esulta: «Ci siamo fatti promotori di una serie di proposte per il potenziamento della sicurezza di Codogno - interviene il commissario cittadino del Carroccio Andrea Negri -. Gli alleati le hanno condivise e le hanno fatte proprie».
Non è un caso che proprio in queste ore Negri parli di «segnale forte e chiaro dato alla città». E del resto “l’impronta” della Lega sul pacchetto sicurezza varato dal centrodestra è ben chiara. Soprattutto in tema di immigrazione. Annunciata già a giugno dal Carroccio, diventa adesso ufficiale la proposta di inserire come criterio per l’accesso ai contributi comunali la residenza a Codogno almeno da cinque anni. La proposta sarà presentata nella prossima commissione comunale ai servizi sociali. Nuovo fiato avrà poi la direttiva già emessa in passato da Dossena in tema di residenza: d’ora in avanti non ci sarà più margine di tolleranza, la residenza a Codogno sarà concessa solo a chi dimostrerà di avere un reddito annuo minimo di 5mila euro, alzato a 15mila euro se si ha familiare a carico. «Popolo delle Libertà e Lega vanno di pari passo - incalza Severino Giovannini, coordinatore cittadino del Pdl -. Il centrodestra è da anni che a Codogno investe sulla sicurezza. E così vuole continuare a fare, per il bene e la qualità di vita della città. Ce lo chiedono i cittadini, ce lo chiede il rispetto delle regole e della legalità».

Il Pd: «La destra cerca consenso con la paura»
Rifondazione: «Stiamo tornando al Ventennio».

«Sono estremamente preoccupato. Qui si sta recuperando l’amaro sapore del Ventennio. Mi stupisco come l’assessore Luigi Mori, iscritto all’Anpi, non abbia sollevato obiezioni». Non usa troppi giri di parole il consigliere comunale di Rifondazione Comunista Mario Zafferri: la sua è una contrarietà netta alla novità decisa dal centrodestra di designare il sindaco a “terminale riservato” delle segnalazioni dei cittadini in tema di sicurezza e ordine pubblico. «Diciamola tutta: questa è una decisione di sapore poco democratico, come cittadino mi sento alquanto preoccupato - sbotta Zafferri -. Il sindaco parla di segnalazioni? Io le definirei piuttosto delazioni. E poco mi piace che si accetti una delazione garantendo l’anonimato al delatore».
E così la polemica si allarga. Perché ci sono i dubbi di ordine oggettivo: «Il provvedimento garantisce il riserbo all’identità del delatore - riflette Zafferri -. Ma se poi si scopre che il segnalato non era colpevole? Quest’ultimo contro chi potrebbe rivalersi?». Ma ci sono anche (e soprattutto) le perplessità di ordine politico. «Queste decisioni testimoniano la debolezza del sindaco Emanuele Dossena, che cede ai ricatti della Lega - sbotta Zafferri -. Una Lega che recupera comportamenti poco democratici, non a caso guidata dal nuovo commissario cittadino che è un ex esponente del movimento di estrema destra Forza Nuova, partito che mai ha fatto mistero della sua identità xenofoba e razzista».
Per Zafferri sono discriminatori anche i nuovi vincoli di reddito e di residenza stabiliti per poter ottenere i contributi comunali o la residenza in città. «È ovvio che questi provvedimenti vadano a colpire essenzialmente gli stranieri e gli immigrati - sottolinea Zafferri -. E allora mi chiedo: ma il Pdl non era il partito dei garantisti? Oppure questo stesso partito usa una misura con i forti e un’altra misura con i deboli?». Sempre in ordine politico, l’ultima riflessione è rivolta all’Udc, partito di maggioranza: «Mi chiedo come abbia potuto accettare simili proposte», conclude Zafferri.
Sulla questione interviene con voce critica anche il capogruppo della minoranza di centrosinistra Francangelo Riboldi. Che, più che puntare ai singoli provvedimenti, polemizza con l’uso della vicenda. «Questa giunta la smetta una volta per tutte di strumentalizzare la sicurezza per ottenere consenso dai cittadini - questo lo sfogo di Riboldi -. Basta agitare lo spauracchio della paura per fare della semplice propaganda politica».
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