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venerdì 7 agosto 2009

Fin che la barca va

Grazie a Alberto Belloni oggi su Il Cittadino vediamo Capezzera e Cominetti guidati da Peppo Boriani lungo il paradiso fluviale, l'Adda.
Gli assessori salgono sulla barca: «L’Adda è un fiume da valorizzare».
Rassegna stampa.

Immaginare un fiume “aperto”, conosciuto e fruibile a tutti coloro che, anche nel Lodigiano, ne ignorano la bellezza. È questo il sogno che l’Associazione barcaioli e lavandaie di Lodi intende realizzare con il sostegno di due “partner” indispensabili: il comune di Lodi e la provincia. “Perché in Lombardia abbiamo i fiumi più belli d’Italia, e l’Adda è uno di questi”, spiega Giuseppe Boriani, presidente della Barcaioli; lui che, “lupo di fiume” da sempre, vorrebbe condividere e valorizzare quei “tesori azzurri” che attraversano la provincia, e dei quali conosce ogni segreto. Sul barcone dell’associazione, affidato il timone al fido Luigi, Boriani ha portato “in gita” sull’Adda tra Casellario, Lodi e Cavenago due ospiti particolari: Giuliana Cominetti, assessore alle pari opportunità e ai gemellaggi del comune di Lodi, e Nancy Capezzera, assessore tra le varie deleghe anche alla valorizzazione dei beni culturali per la provincia di Lodi.


Ospiti gradite, ma soprattutto “ambasciatrici” di due enti pronti a dimostrarsi qualcosa di più che dei semplici interlocutori. «Vogliamo fare conoscere questo territorio meraviglioso - spiega Boriani -, abbiamo tante belle piste ciclabili, con qualche ponticello in legno si potrebbero unire anche più punti. Eppure non capisco perché non si valorizzino i nostri fiumi. Ci siamo messi a disposizione anche delle scuole, ma se da fuori sono venuti, dal Lodigiano abbiamo portato solo una classe. L’acqua è più pulita di quanto si pensi, e valorizzando rive e fiume si potrebbe creare anche qualche posto di lavoro». Sì, lavoro. Perché di luoghi pronti a diventare spiagge balneabili, come Casellario stesso o le Due Acque, lungo l’Adda non ne mancano, e con un po’ di buona volontà il fiume potrebbe diventare un piccolo paradiso turistico, a due passi da casa. Trasportata da Corte Palasio fino alla Canottieri, Cominetti immerge le mani nell’acqua e si dice d’accordo: «Si dovrebbero verificare le condizioni di sicurezza, analizzare l’acqua e lo stato del fondo, ma creando una zona di sorveglianza si potrebbe fare - spiega -. In prospettiva si può pensare a una serie di percorsi e attrazioni che invoglino i turisti: ai tedeschi, per esempio, piace tantissimo, mentre noi non la valorizziamo a sufficienza». Il paesaggio, lungo il fiume, è bellissimo, anche se stringe il cuore vedere qua e là buste di plastica ed elettrodomestici abbandonati. La suggestione, scendendo verso Cavenago, affascina comunque anche Capezzera: «Dà emozioni, eppure è qui abbandonata, le sponde deturpate - commenta -. Noi ci crediamo, ci fa piacere che Lodi sia con noi, ma anche gli altri comuni rivieraschi dovrebbero vederlo come elemento da valorizzare, sia per il turismo che per la conservazione dell’ambiente. Proveremo a portarli attorno a un tavolo e a fare qualcosa, assieme alle associazioni: e cercheremo di entrare nel consorzio Navigare l’Adda, del quale dobbiamo fare parte».

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