Speciale [4].
Da Libertà di Piacenza del 14 luglio riportiamo un articolo di Paola Romanini che relaziona di un’assemblea Cisl nella centrale di Caorso.
Grande preoccupazione fra i lavoratori. Quale futuro per la Sogin? Callori incontrerà Scajola: «Deve risponderci».
Caorso – L’incertezza sul futuro della Sogin è una nube che comincia a soffocare i lavoratori di “Arturo” e tutti i loro colleghi impiegati nei siti della società che si occupa della messa in sicurezza degli impianti nucleari italiani. La domanda è: il cambio di rotta del governo Berlusconi a favore del nucleare porterà alla fine dell’utilità della Sogin, società avente come finalità primaria lo smantellamento (decommissioning) degli impianti nucleari italiani e la gestione dei rifiuti radioattivi, o la rilancerà in un ruolo da protagonista? Ieri i lavoratori di “Arturo” hanno incontrato Carlo Meazzi, sindacalista nazionale della Flaei Cisl. Al termine dell’assemblea Meazzi ha incontrato i sindacalisti della Cgil (ai quali ha proposto un cammino condiviso con tutti gli altri siti Sogin), e poi il sindaco Fabio Callori.
«abbiamo tenuto un’assemblea sul rinnovo contrattuale – ci ha riferito Meazzi – e i lavoratori si sono detti molto preoccupati per l’incertezza sul futuro della Sogin; in settimana ci vedremo con tutte le organizzazioni nazionali in modo da scegliere un’azione concordata e unitaria a livello sindacale». Che, in parole povere, potrebbe tradursi nella dichiarazione dello stato di agitazione in tutti i siti Sogin.
Per quanto riguarda poi lo specifico dell’impianto di Caorso, si procederà alla verifica del nuovo accordo che riguarda il trasporto delle barre (legato anche agli orari di lavoro). E se la partenza di tutto il combustibile è l’impegno numero uno da rispettare, i sindacati, a nome dei lavoratori, chiedono garanzie anche sul “dopo”: tecnici altamente specializzati faticano a immaginarsi un domani da guardiani di vecchi muri. «Conoscendo la storia della Sogin – aggiunge Meazzi – riteniamo che essa avrebbe diritto in termini complessivi di essere posta al centro del nucleare anche nel settore della ricerca». Soprattutto, conclude Meazzi, «riteniamo che il controllo del nucleare debba rimanere allo Stato». Ma evidentemente non tutti la pensano così e c’è chi è convinto che una nuova stagione nucleare debba ripartire da zero smantellando la società. «Una cosa è certa – risponde Meazzi – questa incertezza sulla Sogin è incomprensibile e ne abbiamo fatto partecipe il sindaco di Caorso con il quale, come Cisl, abbiamo sempre avuto un buon rapporto; il sindaco vuole che siano mantenuti gli accordi presi con il territorio».
«Nell’incontro con Meazzi – ci ha confermato Callori – ho recepito e condiviso l’incertezza dei lavoratori. E spero che a breve ci possano essere risposte chiare sul futuro della Sogin». A tale proposito il primo cittadino, entro la fine di luglio, incontrerà insieme al coordinamento dell’Anci, il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola per cercare risposte a tre domande essenziali: la localizzazione di nuovi siti produttivi; la sede del deposito nazionale, il futuro della Sogin.
Successivamente, prosegue Callori, «dovremo concordare le scelte con la Provincia; studiare una strategia comune e lavorare in modo coordinato per parlare una sola lingua». E in questa lingua proporre iniziative di rilancio della vocazione energetica del territorio.
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