Il Pd verso il congresso.Speciale [6].
Greta Boni oggi su Il Cittadino ci racconta che nel Lodigiano, per il congresso del partito che si terrà l’11 ottobre, le fazioni sono già in pista.
Pd, prime manovre nel Lodigiano per i “sostenitori” dei candidati.Rassegna stampa.
Conto alla rovescia per il congresso del Partito democratico. Anche il Pd del Lodigiano inizia a rimboccarsi le maniche per far conoscere le diverse mozioni sul territorio. L’11 ottobre, infatti, sarà inaugurato il congresso, dove si presenteranno quattro leader sostenuti da altrettante mozioni.
A sfidarsi di fronte ai militanti ci saranno l’attuale leader, Dario Franceschini, l’ex ministro Pierluigi Bersani, Ignazio Marino e Mario Adinolfi, mentre non è ufficiale la candidatura di Renato Nicolini. Nel territorio lodigiano, tutte le anime del Pd si sono già più o meno schierate in favore di uno dei candidati.
Giovedì sera si sono dati appuntamento a Lodi i seguaci di Franceschini, fra i nomi di punta spiccano Lorenzo Guerini, sindaco di Lodi, Mauro Paganini, Isa Veluti, e Leonardo Rudelli. «È stata presentata la mozione - spiega Guerini -, un documento che esprime la volontà del Partito democratico di proseguire con la costruzione di un partito innovativo, capace di essere la guida per tutto il centrosinistra e caratterizzato da un’impronta riformista. Un partito, inoltre, in grado di superare anche a livello europeo le “famiglie” tradizionali, quella dei conservatori e dei socialisti. L’obiettivo è quello di portare anche sul territorio questa mozione, per questo saranno organizzati degli incontri pubblici». In città arriverà Piero Fassino, per spiegare i contenuti del documento.
Curioso il fatto che all’interno del Pd si intreccino tradizioni e correnti diverse, l’ex Ds Bersani è infatti “sponsorizzato” da paladini della Margherita del calibro di Rosy Bindi ed Enrico Letta. «Credo sia importante vivere il congresso come un confronto e come un arricchimento - commenta Guerini -, il fatto che un partito scelga la sua classe dirigente in questo modo dovrebbe essere un fatto ordinario per la politica, una regola della democrazia. Invece di puntare il dito su quelle che vengono considerate divisioni, sarebbe opportuno domandarsi perchè anche gli altri partiti non si comportino così».
(6 - continua)
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