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domenica 5 luglio 2009

La povertà in Lombardia

Sono 125mila le famiglie in stato di povertà sostenute da Regione e enti non profit.

La rete di solidarietà è in crescita in Lombardia. Sono 1.513 (+10% rispetto al 2006, per un totale di 147) gli enti non profit in Lombardia che si dedicano ai bisognosi. Negli ultimi 12 mesi hanno erogato 67.052 prestazioni per gli strati più bisognosi tra servizi di mensa, unità di strada, distribuzione farmaci e altri aiuti a favore di 315.000 persone (125.000 famiglie) in stato di povertà.
Le prime stime relative alla fine del 2008 e che, dunque, comprendono gli effetti della crisi economica, segnalano una crescita del numero di assistiti (25.000 nuovi utenti), ma anche che la povertà non è sempre un fenomeno permanente, se è vero che circa 16.000 persone sono state aiutate a uscire definitivamente dalla condizione di bisogno.
Lo afferma il Rapporto 2008 di Ores (Osservatorio regionale sull'esclusione sociale) presentato il 30 giugno scorso a Milano nel corso del convegno "Povertà in Lombardia: nuovi bisogni e nuove risposte", che per la prima volta ha integrato i dati resi disponibili da diversi istituti di ricerca con il censimento degli enti caritativi della regione e da una ricerca su 215 di essi. Per la prima volta l’Ores ha indagato la povertà “reale” e non la povertà “percepita”.
Il presidente della Regione, Roberto Formigoni, che ha partecipato al convegno, ha sottolineato da un lato la ricchezza del Terzo Settore in Lombardia e l'efficacia delle politiche familiari e sociali della Regione (che appunto riconoscendo e valorizzando il Terzo Settore consentono che nessuna persona sia abbandonata a se stessa nel momento del bisogno), dicendo: “La politica sussidiaria non scade mai nell'assistenzialismo. È invece la risposta concreta che può sostenere e aiutare chi sostiene e aiuta i bisognosi. Regione Lombardia ha impostato questa rivoluzione che può essere tanto più efficace quanto più chi deve decidere è in grado di avere davanti il quadro aggiornato della situazione dei bisogni per intervenire in modo adeguato”.
Il direttore di Ores, Luca Pesenti, ha sottolineato come “con la nuova modalità di calcolo guardiamo alla povertà reale come a un fenomeno a più dimensioni, non riducibile al puro problema monetario. Abbiamo così iniziato a costruire uno strumento dinamico di osservazione della realtà sociale lombarda”, considerando per esempio anche la povertà alimentare.
Secondo il rapporto Ores la povertà in Lombardia riguarda il 3,2% della popolazione, contro una media nazionale del 4,2. L'assessore regionale alla Famiglia e alla Solidarietà sociale, Giulio Boscagli, ha sottolineato che “delle 125.000 famiglie in stato di povertà Regione Lombardia si sta facendo carico in molteplici modalità che vanno dal recente buono famiglia, al sostegno affitti, alle molteplici forme di dote per la scuola, la formazione, il lavoro, gli ammortizzatori sociali”. A questo riguardo il presidente Formigoni ha reso noto che a maggio la cassa integrazione ha fatto registrare un rallentamento rispetto ai mesi precedenti e anche le informazioni sulla fiducia dei lombardi sono più rassicuranti: “Questo è un dato importante, perché se torna la fiducia in Lombardia vuol dire che presto tornerà in tutto il Paese. Il dato di una piccola ripresa dei consumi nel primo quadrimestre di quest'anno, così come quello sulle persone cadute in povertà nel 2008 ci dicono che la Lombardia sta soffrendo sotto i colpi della crisi mondiale, ma che non c'è il crollo vaticinato da più parti. Siamo di fronte a forme di povertà provvisoria, che possono essere contrastate con interventi strutturali capaci di sostenere la persona e le famiglie”.
La leva strategica per Formigoni è proprio il Terzo Settore: “Come dimostra anche il Rapporto Ores il Terzo Settore lombardo si conferma un elemento imprescindibile del nostro sistema. Siamo sempre più sicuri del fatto che il problema della povertà non può essere affrontato in solitaria dalle istituzioni pubbliche e, anzi, che la partnership con il Terzo Settore stesso è un elemento fondamentale. La Lombardia è una delle poche Regioni ad avere una legge esplicitamente finalizzata a contrastare la povertà (in specifico quella alimentare). Seguendo lo schema sussidiario, abbiamo voluto integralmente affidare i finanziamenti al Terzo Settore, facendolo diventare l'attore principale per il contrasto alla povertà. Così facendo siamo sicuri di avere moltiplicato sforzi e risultati”.
Per la prima volta è stato stimato che in Lombardia le famiglie povere dal punto di vista alimentare sono 139.912 (oltre 360.000 persone) pari al 3,5% del totale (1 famiglia su 28). Gli assistiti in Lombardia dagli enti del privato sociale sono così distribuiti per provincia (in senso decrescente): Milano 202.817, Brescia 24.543, Bergamo 19.328, Varese 17.791, Cremona 12.600, Como 9.529, Pavia 9.486, Mantova 5.056, Lecco 4.891, Lodi 4.190, Sondrio 4.006. Le cause del bisogno sono, oltre alla scarsità di reddito, la perdita o mancanza di lavoro (24,2%), i motivi di salute (16,7%), le dipendenze (9,8%).Ai lavori del conveno hanno partecipato, tra gli altri, il presidente di Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti, Stefano Galli, manager The Nielsen Company, il direttore di Caritas Ambrosiana don Roberto Davanzo, il direttore di Fondazione Banco Alimentare Marco Lucchini, Giancarlo Rovati, ordianrio di Sociologia alla Cattolica di Milano, e Luigi Campiglio, pro-rettore e ordinario di Politica Economica dell'Università Cattolica di Milano.

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