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sabato 18 luglio 2009

Eal Compost avvolta dai miasmi

Terranova - Quaini, presidente Asm, rivendica l’opposizione della società sulla gestione dell’impianto.
Eal Compost, la polemica continua.
«L’ingresso di Sorgenia è un’eredità della giunta Felissari».
Rassegna stampa - Articolo di Greta Boni su Il Cittadino di oggi.

Terranova - «Sulla questione Eal Compost, le responsabilità devono essere chiare». Lo dice con fermezza il presidente della Provincia di Lodi, Pietro Foroni, il quale interviene sulla vicenda dell’impianto di compostaggio di Terranova. Eal Compost, infatti, brucia più di un milione di euro all’anno e ha bisogno di una “rivoluzione” tecnologica che permetta all’insediamento di funzionare meglio, eliminando le tanto odiate puzze. Da qualche tempo, inoltre, Sorgenia - la società di De Benedetti che sta costruendo la centrale di Bertonico-Turano - è entrata nella compagine societaria, con il 20 per cento delle quote. «Vorrei fosse chiaro che questa amministrazione provinciale - ribadisce Foroni - Sorgenia se l’è trovata nella compagine societaria, è una delle tante eredità che ci troviamo a gestire. Anche perché la delibera che stabilisce l’aumento di capitale risale all’aprile del 2009. Chi sostiene il contrario, o è in malafede o dovrebbe informarsi meglio». La Provincia di Lodi ha deciso di lasciare tre mesi di tempo alla Eal Compost per risolvere i suoi problemi: «Abbiamo fatto una scelta responsabile - continua Foroni -, potevamo chiudere subito l’impianto, ma si sarebbero aperti due problemi: bisognava prima di tutto conferire da un’altra parte i rifiuti umidi con un aumento di costi, e che cosa ne sarebbe stato del principio di autosufficienza previsto dalla regione Lombardia? Se fallisce Eal Compost, fallisce Eal Spa, con un danno per tutti gli enti locali. Stiamo valutando le possibili strategie».
Laura Quaini, presidente di Asm Codogno, è sempre stata molto critica sulla gestione dell’impianto di Terranova. E in queste ore rivendica la sua battaglia: «Vorrei che la nostra posizione non risultasse confusa - afferma -, abbiamo fatto per anni un’opposizione dura contro la gestione dell’impianto. Fin dal primo momento, i bilanci parlavano chiaro, per questo abbiamo proposto soluzioni alternative con un piano finanziario e industriale compatibile, le stesse che sono prese in considerazione oggi». Anche per la Quaini, però, le “colpe” sono evidenti, e ricadono in parte sull’amministrazione Felissari: «Se si fosse intervenuti tre anni fa, sarebbe stato meglio - conclude -, le responsabilità sono anche dei consiglieri di amministrazione e degli altri soci, oltre alla Provincia che non ha agito con prontezza di riflessi. Per quanto ci riguarda, ci siamo sempre opposti».

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