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sabato 4 luglio 2009

4000 badanti a rischio nel Lodigiano

Cristina Vercellone su Il Cittadino di oggi ci parla della preoccupazione di diverse associazioni locali dopo l’approvazione del decreto che considera la clandestinità un reato.
Lodi, 4000 badanti irregolari a rischio.
Senza di loro, anziani e bambini resteranno privi di assistenza.
Rassegna stampa.

Lavano gli anziani, passano lo straccio sul pavimento e si arrampicano sul davanzale per lucidare i vetri. Le chiamano badanti e colf e spesso sono irregolari. Nel Lodigiano sono circa quattromila. Dopo l’approvazione del pacchetto sicurezza del Governo i loro sonni sono ancora più tormentati. Di fatto, dicono i sindacati, mai nessuno avrà il coraggio di mandarle via, visto che «ci servono». Secondo il decreto però essere irregolari, cioè senza permesso di soggiorno, è un reato. E lo è anche per le famiglie che le ospitano. Prima, con la legge Bossi-Fini, l’irregolarità diventava un reato solo se le persone non rispettavano il decreto di espulsione. «La situazione però - commenta Domenico Campagnoli, segretario provinciale della Cgil - continuerà ad essere uguale a quella di prima». D’accordo con lui è anche Mario Uccellini, segretario provinciale della Cisl: «La clandestinità - dice - ha due facce. Quella di chi è scomodo e viene espulso e quella delle badanti. Faremo finta, anche questa volta, di non vederle, se no succede una rivoluzione. C’è molta ideologia dietro. Gli immigrati sono considerati tutto, purtroppo, fuorché una risorsa. Basta prendere un esempio che nel Lodigiano vale per tutti gli altri ed è il macello di Ospedaletto: senza stranieri potrebbe tranquillamente chiudere. Il timore, quindi, è che le cose non cambino, ma poi si dia la colpa ai giudici o alle forze dell’ordine dicendo che non sanno fare il loro lavoro».
Un grido d’allarme nel Lodigiano arriva dal direttore del patronato Acli, Paolo Zanoni. «Mi chiedo che cosa succederà adesso - lamenta -. Perché non risolvono la questione delle badanti irregolari e delle decine di migliaia di famiglie che le ospitano avendo fatto richiesta di assunzione con il decreto flussi del 2007 senza aver ricevuto ancora risposta? Solo come patronato Acli abbiamo chiesto che venissero regolarizzate duemila badanti, ma nel Lodigiano sono almeno il doppio. Anzi di più, perché poi, dal 2007, la gente ha continuato comunque ad emigrare. I posti assegnati in provincia, però, erano solo 500. Adesso dico: cosa succederà alle case di accoglienza? Chi va in galera? Gli operatori, i preti e le suore che aiutano la povera gente? Le domande dei patronati sono finite tutte nei magazzini del Viminale». Il decreto, aggiunge Zanoni, associandosi alle dichiarazioni del presidente nazionale Acli, Andrea Oliviero, «va ad agire nella sfera dei diritti fondamentali e della dignità umana. Il Governo dovrà assumersi la responsabilità per aver voluto favorire nei fatti e nelle intenzioni un clima pericoloso di paura e di sospetto che alimenterà la clandestinità anziché combatterla; renderà gli immigrati irregolari ancora più invisibili».Il decreto flussi, tuonano Laura Coci e Roberto Gualterotti, referenti dell’associazione Lodi per Mostar, «prevede che i datori di lavori chiamino gli stranieri che sono ancora all’estero offrendogli un posto di lavoro. In realtà, invece, le aziende fingono e chiedono semplicemente che vengano regolarizzati i lavoratori irregolari che sono già qui. Usano il decreto flussi come una sanatoria. Non so quante carceri ci vorrebbero per tutti gli irregolari presenti. Il Governo ha solo adempiuto alle sue promesse elettorali. L’immigrazione irregolare non può essere considerata un reato: così facendo si viola l’articolo 3 della Costituzione. Se circolo con la patente scaduta non compio un reato, ma un illecito amministrativo. Perché allora essere irregolare è reato? Non c’è uguaglianza. Lavoro nero ed evasione fiscale erano precedenti al fenomeno dell’immigrazione. Se le persone vengono, poi, è perché c’è richiesta. Se il Governo fosse coerente adesso dovrebbe davvero espellere tutti i clandestini. La mia è una provocazione, ma voglio proprio vedere cosa succederà». Parole di preoccupazione arrivano anche dal direttore della Caritas lodigiana, don Davide Scalmanini: «Il prossimo - commenta - sta diventando un nemico. I diritti umani di chi è nel bisogno vanno rispettati». Ad associarsi con lui l’assessore ai servizi sociali del comune di Lodi, Silvana Cesani: «Mi aspetto che le persone mi chiamino preoccupate per quello che sarà il loro futuro - commenta -. La situazione è grave. Nel Lodigiano molte badanti sono in stato di irregolarità, eppure svolgono una funzione sociale di cui le famiglie hanno bisogno. Attraverso il piano di zona, abbiamo cercato di fare in modo che le badanti uscissero dal lavoro in nero. Una norma come quella approvata rischia di mettere in crisi e far saltare le famiglie della nostra città. Se viene applicata così è davvero un pericolo. Speravo che non passasse e ci fosse la possibilità in Parlamento di discutere, invece il voto di fiducia ha accelerato i tempi. Vedremo, a Lodi, in questi giorni, come muoverci».

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