Rassegna stampa - Il Cittadino, 2 novembre 2009.
Un “arsenale” di energia pulita. Questo è il territorio lodigiano, irradiato ogni istante da una quantità di energia solare pari a quella prodotta da tutte le centrali europee e con nel suo ventre 200 siti idonei a ospitare centrali idroelettriche. Eppure il trend in tutti i comparti (industria, agricoltura, civile e trasporti) è di consumo in crescita dei combustibili fossili, energia che si è fissata sulla Terra in centinaia di milioni di anni e finirà coll’esaurirsi. Lo ha spiegato bene venerdì sera, nell’incontro dibattito dal titolo “Politiche energetiche e ambientali tra Caorso e Turano Lodigiano” organizzato a Castiglione dal circolo del Partito democratico locale, il consigliere provinciale del Pd Luca Canova, bollando tale ritmo come «insostenibile» e ponendo la questione di «una politica energetica moderna» al centro delle priorità di un partito che voglia dirsi di governo. «Per tutti i riformisti è fondamentale avere chiara l’importanza della diversificazione», parola d’ordine che nel Lodigiano significa centrali idroelettriche, biogas, fotovoltaico, solare termico. «Da nord a sud il Lodigiano è collocato su un gradiente di 30 metri, l’altezza del campanile di Lodi - ha spiegato il consigliere Pd - e ciò dà origine ad almeno 200 salti d’acqua idonei a produrre energia. Dobbiamo solo trovare il modo di utilizzarla». Insieme con il contributo che anche l’agricoltura può dare e all’insospettabile potenziale delle biomasse lignee e della produzione di bioetanolo. E se una rivoluzione green di tale portata richiede un’orchestrazione dall’alto, molto possono già iniziare a fare gli enti locali: «In pochissimi nel Lodigiano inseriscono nei regolamenti edilizi incentivi all’impiego delle rinnovabili» ha detto il presidente della commissione provinciale ambiente Alfredo Ferrari. Vero è che qualche pioniere esiste e resta in attesa, come il sindaco di San Fiorano Giuseppe Mariani: «Il 17 marzo abbiamo pubblicizzato il progetto di convertire in un parco fotovoltaico l’ex base Nato acquisita dal comune nel 2006. Ho incontrato nei giorni scorsi l’ingegner Bigi di Sorgenia proponendo alla società un investimento nell’area. Ma non è ancora arrivata risposta, dateci una mano». E una risposta ha sollecitato il segretario della Cgil Domenico Campagnoli rivolgendosi alla provincia: «La centrale di Bertonico - ha detto riferendosi all’impianto Sorgenia - darà lavoro a non più di 22 dipendenti e forse la società di manutenzione ad altri 21, dobbiamo portare a casa occupazione nell’area a fianco, cosa ha in mente la nuova amministrazione provinciale?». «La giunta ha approvato le linee programmatiche 2009-2014 e tra le priorità economiche c’è il recupero delle aree dismesse» ha assicurato Ferrari.
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