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sabato 7 novembre 2009

I Lavoratori Credenti si rilanciano

Due appuntamenti importanti: il 6 novembre l’esame del nuovo statuto, il 15 novembre l’elezione del nuovo consiglio direttivo. Lavoratori Credenti, è tempo di rilancio. Procedono i lavori a Betlemme per l’asilo e la casa degli disabili.
Rassegna stampa - Il Cittadino, don Peppino Barbesta, 7 novembre 2009.

I Lavoratori Credenti si rilanciano! Statuto Nuovo per l’Associazione-gruppo: il 6 novembre; Elezione nuovo Consiglio: il 15 novembre! Anche se i momenti, inevitabilmente, non sono sempre brillanti! Anche se gli Amici della prima o dell’ultima ora, e neppure quelli di mezzo, non sono, e non si può nemmeno pretenderlo, siano sempre e tutti presenti; sempre e tutti collaboranti! Chiunque ci ha accostato, ha fatto qualche tratto di strada con noi, è diventato talmente “Uno di noi” da non potersi più sradicare dal nostro cuore; da essere certo che, nel riprendere, per tanto o per poco, nell’accompagnarsi a noi per una circostanza lieta o meno, o per una particolare iniziativa, da noi troverà sempre posto, e ci aiuterà a crescere nell’Amicizia e nelle opere della vera Amicizia. Siamo persuasi che i giorni da vivere ci sono dati proprio per questo! Vorremmo anche dire che noi siamo invincibilmente per l’immediatezza operosa ed efficace: non sappiamo resistere! Perciò non riusciamo a frapporre distanze tra il vedere le lacrime e l’asciugarle; tra l’incontrare la sofferenza, il bisogno, e il soccorrerlo. Ci è davvero difficile accogliere e digerire i rallentamenti; arduo, muoverci con il tutto definito, tutto garantito e a misura “centellinata” di prassi e regole. Vorremmo rimanesse per noi “impossibile” rimandare a mani vuote, o scaricare su gli altri. Leggi e regole si! Statuto e Statuto Nuovo anche! Per la partecipazione reale e corresponsabile, nel decidere e, altrettanto, nel rimboccarsi le maniche: non solo siamo d’accordo, ma lo vogliamo! Vorremmo, però, essere altrettanto attenti e preoccupati di non soffocarci lo spirito di non seppellirci l’anima! Mai, vorremmo, che “la regolarità” appaia negligenza; suoni ritardo o addirittura abbandono a chi della vita è costretto a bere ogni volta, il calice amaro. Perchè il vedere e il guardare, il sentire e l’ascoltare, e, soprattutto, il condividere con lui, il fratello, ci piacerebbe fosse sempre la prima grande e non negoziabile “regola o legge” della vita. Anche perché siamo convinti che la “ferita a sangue” del fratello, rivela noi a noi stessi, con le nostre complicità e i nostri silenzi; quando non addirittura con le nostre personali ferite o mancanze che si chiamano egoismo, comodità, chiusura, in definitiva, il mettere sempre noi stessi prima e sopra agli altri. Vogliosi o sollecitati a cambiare punteremo, innanzi tutto, a cambiare noi stessi. Protesi a realizzare un modo diverso di essere e fare “gli uomini”; veri ed instancabili cercatori e amici di Dio che, ambiscono al Cielo custodendo, sviluppando, amando concretamente la terra. Impegnati, non solo a darle un futuro diverso, ma prima ancora a garantirle “un futuro”. Con gli occhi, il cuore, la borsa bene aperti alle povertà ed emergenze locali; specialmente quelle che ci vengono dal mondo del lavoro o dalle terre e popolazioni che, ieri, ci hanno attratto e coinvolto con la drammaticità delle loro situazioni e problemi, e che, oggi, ci legano, non meno, con la loro perdurante, saldissima Amicizia. Certo che, oggi, volutamente, ci concentriamo sulla Terra Santa:per andarci e lavorarci! Non come chi ci và per schierarsi da una parte piuttosto che dall’altra; la nostra parte è la gente-popolo che, dovunque e sempre, è quella che paga. Gente-popolo per l’eccezionale tesoro che essa stessa è!! E per il tanto bene che sempre essa sta già facendo. Ci mancherebbe che andassimo in Terra Santa per “darci visibilità”; per farne il palcoscenico e l’esibizione dei nostri progetti! Gente e popolo! Loro sì, presentano urgenze e richieste!! Loro sì, suggeriscono le iniziative e tracciano il nostro cammino! Dio ci chiama e si mette con me, con te; e noi, con Lui! Dio si prende cura del mondo: sarebbe bello e giusto, che, noi insieme, lavorassimo con Lui! Forse, non ci sarebbe bisogno di scoprire e mostrare una strada; noi messi così, ritroveremmo già sulla “strada”! Addirittura incarneremmo e vivremmo questa strada! Dovunque e per chiunque! Specialmente per quella terra e gente, presso la quale Dio in persona ha deciso di abbassarsi e inserirsi! Dove Cristo si è fatto nostro! Con quella Gerusalemme che finirà col darci la Pace, perché capiremo, alfine, che nè Gerusalemme, nè altra parte o cosa del mondo, può essere possesso ed uso esclusivo di qualcuno soltanto; essendo tutto “dono”, e dono per rallegrare e far vivere tutti!
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