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lunedì 16 novembre 2009

Guerini verso il Pirellone

Martina rieletto segretario regionale davanti a 400 delegati; Rosy Bindi attacca Formigoni: «Governatore da 20 anni, è ora di cambiare». Il congresso Pd lancia la corsa di Guerini. «Lodi il punto di partenza per conquistare anche il Pirellone».
Rassegna stampa - Il Cittadino, Matteo Brunello, 16 novembre 2009.

«La scelta di Lodi per questa assemblea è un messaggio d’incoraggiamento forte, in vista dell’appuntamento elettorale di primavera in città. E mi auguro che da qui il centro sinistra possa ripartire per tornare ad essere esperienza di governo anche in regione». Con queste parole il sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini apre l’assemblea lombarda del Pd, che è stata celebrata sabato mattina nel capoluogo e lo ha incoronato presidente dell’assise. Un discorso che fa da preludio alla campagna per le comunali di marzo, sfida decisiva anche per gli equilibri politici lombardi, insieme al rinnovo amministrativo di Lecco e Mantova. E un sostegno diretto è arrivato dal segretario regionale, Maurizio Martina. «Lodi è l’emblema della buona cultura di governo», dice. Per questo ha auspicato uno sforzo di tutto il Partito democratico per le elezioni di primavera. Di fronte ai 400 delegati, riuniti al cinema Fanfulla di viale Pavia, che sono stati chiamati ad eleggere i nuovi organismi dirigenti (la direzione lombarda, i garanti, il tesoriere, commissione statuto e sindaci), è stato confermato segretario Martina. «Nel congresso ci siamo confrontati senza reticenze, non ci siamo chiusi ma arricchiti reciprocamente con una larga discussione - spiega - e abbiamo vinto la sfida della partecipazione con 350mila persone che hanno votato alle primarie in regione, per questo devo dire che da questo appuntamento usciamo più forti e determinati». E ha invitato ad una riscossa civile nel Paese, «per dare risposta ad una afasia civica e insofferenza sociale». Subito è entrato poi nel merito delle prossime elezioni regionali. «In Lombardia è tempo di cambiare», segnala. E ha attaccato la gestione del Pirellone sui temi del trasporto ferroviario, della lotta all’inquinamento, della mancanza di politiche per la famiglia e delle risposte alla crisi. Nel corso dell’assise è stato anche eletto presidente dell’assemblea regionale Pd, Lorenzo Guerini. Che ha criticato il governo Formigoni: «È un sistema di potere che mostra tutte le crepe che ha. Quella esperienza deve terminare, non sta facendo bene alla regione». Tra gli ospiti in sala anche il segretario provinciale Idv, Giambattista Pera, e il vice coordinatore regionale Udc, Rinaldo Pizzocri. Grande attesa infine per il discorso del presidente nazionale del Partito democratico, Rosy Bindi, che è stata accolta da un lungo applauso dai delegati. «Il congresso e le primarie sono state una straordinaria occasione di partecipazione vera - sostiene - non è stato un appuntamento organizzato per contarci, ma per raccogliere la sfida della destra che governa il Paese». Tutto questo - ha continuato - in una situazione di estrema «gravità» per l’Italia, con «una crisi democratica e un’emergenza economica e sociale». Infine anche attaccato sulle prossime elezioni regionali in Lombardia: «Abbiamo un solo precedente di ventennio in questo paese, quindi forse è arrivato il momento di riuscire a sfidare anche l’imperatore lombardo, non soltanto quello nazionale. La sfida è tutt’altro che impossibile».

Per la segreteria la sfida si gioca tra Ferrari e Soldati.
Rassegna stampa - Il Cittadino, 16 novembre 2009.

Oggi si conosceranno i nomi dei candidati alla segreteria provinciale del Pd. Ormai la partita si gioca tutta tra Mauro Soldati, ex assessore provinciale e l’ex vicesindaco di Casale, Roberto Ferrari. Due “bersaniani” di ferro che a quanto pare godono del sostegno di una larga parte dei “franceschiniani” e anche di coloro che si sono schierati per la mozione Marino. I militanti che hanno fatto il tifo per Franceschini hanno evitato di proporre un proprio candidato poiché sul territorio lodigiano la maggioranza degli elettori si è espressa a favore dell’ex ministro piacentino. Allo stesso tempo, si tenta di raggiungere un’ “investitura” il più possibile unitaria. Nel caso in cui nessuno dei duellanti si ritirasse, allora si dovrebbero per forza indire le primarie.
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