Non è follia parlare di elezioni.
Rassegna stampa - Il Tempo, Roberto Arditti, 5 ottobre 2009.
Da oltre quindici anni siamo abituati a commentare le vicende politiche senza poterle separare da quelle giudiziarie, con un sovrapporsi di lotte, di ambizioni e di colpi bassi di cui avremmo fatto volentieri a meno. Non ci stupisce quindi la decisione del giudice civile di Milano di rendere nota la sentenza sul lodo Mondadori a poche ore da quella della Corte Costituzionale sull'altro lodo, quello che porta il nome del ministro Alfano. Tanto poco ci stupiscono questi intrecci che vogliamo qui ricordare come tre delle ultime cinque legislature si siano anticipatamente interrotte, ogni volta a causa di questioni giudiziarie.
È quindi chiaro che ci troviamo a un punto di svolta. D'altronde, proteste assurde come quella sulla libertà di stampa altro non fanno che gettare benzina sul fuoco, in una situazione che è già incandescente.
Il governo è sostenuto da un`ampia maggioranza parlamentare (spesso troppo distratta in aula) e lavora dignitosamente, tenendo conto del biennio di gravissima crisi economica. Ma al tempo stesso è di tutta evidenza una durissima offensiva contro la persona, del capo del governo (che ha mostrato un punto debole), volta a tentare di realizzare un «corto circuito» (o una «scossa», come direbbe D'Alema). Dentro e fuori l'Italia molti hanno interesse a togliere di mezzo Berlusconi, questo è chiaro anche ai bambini.
Ecco perché, soprattutto in caso di bocciatura del lodo Alfano, non è più follia pensare a elezioni anticipate.
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