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venerdì 16 ottobre 2009

In visita alla centrale a biogas

Con questo resoconto di Angelo Bergomi della visita effettuata ieri mattina al cantiere dove è in costruzione la centrale a biogas realizzata dalla partnership BremBio Energie, la società fondata da alcuni nostri agricoltori guidata dai fratelli Andena, e la società trevigiana Bioelettra, iniziamo la pubblicazione di alcuni articoli sull'argomento che mette Brembio all'avanguardia nella Regione sul problema del trattamento dei reflui da allevamenti. La visita è stata utilissima per ricavare una conoscenza sul campo della consistenza, entità e validità del progetto che si sta sviluppando, che cercheremo di divulgare attraverso questo strumento, anche per offrire alla nostra cittadinanza dati concreti e non "dei si dice".
La Redazione

Visita guidata all’impianto di Brembio.

Bucando la polvere alzata da un camion che ci precede, giungiamo con la nostra autovettura percorrendo una strada sterrata resa piena di buche dal continuo passaggio di questi mezzi, all’ingresso della costruenda centrale a biogas. L’impatto è notevole! Percorrendo la provinciale che da Brembio porta a Ossago, non si riesce a percepire la vastità di questo insediamento. Ad attenderci il sig. Paolo Andena, che gentilmente aveva accettato la nostra richiesta di alcuni giorni fa, di una visita a quel luogo nella convinzione di scambiare quattro chiacchiere esplicative e la possibilità di eseguire qualche foto. Invece, oltre al sig. Paolo Andena, abbiamo incontrato due tecnici che ci aspettavano e ci hanno accolto e accompagnandoci nella visita, presentando l’opera e rispondendo alle nostre domande. Va premesso che il luogo è tutto un cantiere dove, grossomodo stanno lavorando una quindicina di persone con diverse turnazioni tra muratori, carpentieri, saldatori, operai di macchine di movimento terra, tubisti, ecc, ecc.



La nostra attenzione è stata catalizzata da alcune costruzioni di ferro a base tonda, di diverse altezze e dimensioni. Queste sono le vasche di miscelazione delle deiezioni degli animali con il foraggio per essere trattati, purificati e per produrre biogas e compost maturo. Saranno collegate tra loro da grandi tubazioni atte a favorire il passaggio di queste sostanze. Alcune decine di metri più in là sono posate le trincee per la raccolta del foraggio in cemento armato. Lunghe, grandi, alte, da perderci l’occhio. Tutte allineate tali da sembrare un corpo unico. Alcune già con il foraggio già stivato e compresso, trinciato di mais e mais, che si sta approntando per il prossimo utilizzo dell’entrata in funzione dell’impianto; le altre in attesa di quello nuovo della prossima stagione primaverile, e le ultime per la raccolta del compost maturo. Altre fondamenta daranno il via a breve, tempo permettendo,a nuove costruzioni per completare la catena di gestione dei reflui.


Mentre proseguiamo, sono elencate alcune forme di sicurezza che saranno messe in atto, come l’assenza di cavi elettrici nelle immediate vicinanze della produzione di gas, materiali che non generano scintille in caso di sfregamento, valvole per evitare un aumento di pressione del gas, ecc, ecc, per la garanzia dell’impianto e delle maestranze; curando anche la non pericolosità delle emissioni da combustione e il ricupero e il trattamento delle acque piovane. Un fagiano, che corre via da una catasta di pali di legno per nascondersi, attira la nostra attenzione. Ci è illustrato che sono pali di castagno trattati in autoclave per resistere nel tempo e alle intemperie che serviranno per la recinzione; per attutire l’impatto ambientale e uniformarsi alla campagna circostante. È prevista anche una piantumazione autoctona di arbusti e piante. Con alcuni dati relativi anche ad altre esperienze sulla produzione di energia e sulla possibilità di un teleriscaldamento, di un ricupero e utilizzo di una parte dei rifiuti urbani, giungiamo al punto di partenza; mentre una pala gommata, spiana il campo dall’altro lato del complesso. È l’inizio della costruzione della serra che produrrà ortaggi. La diversità della colorazione del terreno, e la posizione più rialzata rispetto alla zona serra, ci induce a chiedere spiegazioni. Trattandosi di terreno alluvionale composto maggiormente di argilla, con le piogge si è verificato un problema di affondamento di mezzi per il trasporto dei materiali; per cui è stato necessario, per proseguire i lavori, portale del materiale ghiaioso per transitare. Certo, ci è spiegato, che quello che abbiamo visto è solo l’intelaiatura di una struttura che sta prendendo forma e che sarà approntata, tempo permettendo, per la prossima primavera. Ovviamente cambierà completamente aspetto.


Un piccolo accenno è stato fatto sul perché di questo insediamento: la direttiva sui nitrati. Da qui, la necessità per le aziende agricole, di adeguarsi alla normativa, procedendo per diverse linee; una delle quali è questa. La scelta di procedere in un investimento a carattere ecologico, che risolvesse il problema nitrati, durasse nel tempo, e produttivo; in modo da contenere le spese e diversificare gli interessi imprenditoriali.
È il momento dei ringraziamenti e dei saluti. Ci è stato formulato l’invito di un ritorno tra qualche tempo, quando il cantiere sarà più avanti nei lavori per avere un quadro d’insieme più completo. Proposta che accettiamo volentieri. Un sentito grazie lo rivolgiamo ai tecnici che con le loro spiegazioni ci hanno cortesemente accompagnato e illustrato il complesso; e al sig. Paolo Andena che gentilmente ci ha permesso e concesso di compiere questa visita.


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