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venerdì 16 ottobre 2009

Il mito del bagnasciuga

Se la Nato ci dichiara guerra.
Rassegna stampa - Europa, Editoriale della direzione, 16 ottobre 2009.

Dell’ultima brutta storia afgana (fonti militari Nato che raccontano al Times come gli italiani pagassero le milizie talebane per tenerle buone, e come questa circostanza tenuta segreta abbia causato, al passaggio di consegne, un’imboscata ai danni dei francesi costata dieci morti) siamo disposti ad accettare la versione indignata offerta dal ministro La Russa: nessuna autorità italiana ha mai fatto una cosa del genere, il Times ne risponderà in tribunale.
In alternativa siamo anche disposti ad accettare – più verosimilmente – che una pratica del genere faccia parte dell’approccio di tutte le forze d’occupazione o di interposizione, laddove si alternano operazioni puramente militari, intelligence di vario tipo e collaborazione con le popolazioni civili o con alcuni fra i gruppi ostili.
Come hanno fatto gli inglesi a Bassora, o i francesi in Libano e in Africa. E va messo nel conto che possa capitare che i beneficiari di simili trattamenti tradiscano i patti, o cerchino di imporli con la forza o con il ricatto ad altri interlocutori.
Infine, ci sono sicuramente autorità francesi interessate a sminuire la responsabilità di chi mandò i paracadutisti di marina di Castres in missione a Saroubi dotati solo di armi leggere.
Detto questo, il danno che l’inchiesta di Times arreca all’Italia (meglio: vuole arrecare all’Italia) rimane enorme, qualsiasi cosa La Russa dica e faccia. I media francesi riprendono massicciamente la notizia. L’effetto, a Londra e a Parigi, è quello che ci si può aspettare da chi già storicamente disprezza le virtù militari italiane, e ora può sommare quest’ultimo discredito al devastante giudizio morale e politico sull’Italia di Berlusconi (senza stare a sottilizzare che l’eventuale appeasement coi talebani sarebbe avvenuto già sotto Prodi).
Gli italiani in Afghanistan non meritano questo, senza discussione.
Ma la generosità delle fonti del Times ci avverte di un salto di qualità: chi ce l’ha con Berlusconi non è più Rupert Murdoch. Non solo lui, non solo gli editori come lui, e non solo i corrispondenti che copiano Repubblica. A forza di trescare con russi e libici, davvero ci siamo messi contro i governi del mondo libero. Anche stavolta li fermeremo sul bagnasciuga?
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