Per Ahmadinejad l’Olocausto un "pretesto" per creare Israele.
Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha detto oggi che l'Olocausto è una "menzogna" e un pretesto per la creazione di uno stato ebraico, che gli iraniani hanno il dovere religioso di affrontare: "Il pretesto (l'Olocausto) per la creazione del regime sionista (Israele) è falso... È una bugia che si basa su pretese indimostrabili, su una favola", così ai suoi seguaci all'Università di Teheran al termine del "Qods (Gerusalemme) Day", annuale manifestazione anti-israeliana.
Le forze di sicurezza iraniane si sono scontrate oggi con i sostenitori del leader dell'opposizione Mirhossein Mousavi e ne hanno arrestato almeno 10 durante una manifestazione contro Israele, che si è tenuta come ogni anno nel centro di Teheran. Le autorità iraniane, tra cui la Guida suprema Ayatollah Ali Khamenei, avevano ammonito l'opposizione a non trasformare i cortei anti-israeliani in proteste di piazza contro l'establishment clericale. I candidati presidenziali sconfitti alle elezioni, Mousavi e Mehdi Karoubi, hanno detto che avrebbero preso parte al corteo. Migliaia di sostenitori di Mousavi, con polsini e scialli verdi, sono scesi tra la folla che marciava nei cortei dei "Qods (Jerusalem) Day", organizzati in tutto il paese nell'ultimo venerdì del mese musulmano del digiuno del Ramadan. "Morte al dittatore" e "No Gaza, no Libano, Siamo pronti a morire per l'Iran", cantavano i dimostranti. Le elezioni presidenziali di giugno, a cui hanno fatto seguito massicce proteste dell'opposizione, hanno spinto l'Iran nella bufera politica e mostrato profonde divisioni all'interno delle elite al potere.
Attacco suicida in Pakistan, almeno 25 morti.
Un attentato suicida con autobomba è costato la vita ad almeno 25 persone nella parte nord occidentale del Pakistan, in un'esplosione che ha anche provocato il crollo di alcuni negozi della zona. La bomba è esplosa nella strada principale nei pressi della città di Kohat, a 150 chilometri a sudovest di Islamabad, e ha provocato il crollo di alcuni negozi, come riferito sia dai poliziotti che da alcuni testimoni. Kohat è una città-guarnigione che si trova vicino alla zona etnica tribale dei Pashtun, sul confine afgano, che rappresenta un santuario per i militanti che combattono tanto in Afghanistan quanto in Pakistan. La zona dove è avvenuto l'attacco è abitata principalmente da musulmani sciiti ed è stata teatro di episodi di violenza già in passato, per motivi religiosi. I talebani, infatti, sono in prevalenza appartenenti alla comunità sunnita e gli attacchi contro gli sciiti fanno parte della loro strategia di lotta al governo del paese. Le forze di sicurezza pakistane hanno lanciato ultimamente delle offensive contro i militanti, in particolar modo nella valle di Swat, per rispondere a mesi di attacchi da parte dei talebani e scongiurare un crollo nella fiducia degli investitori esteri.
Nuovo sondaggio favorevole alla Merkel.
I conservatori del cancelliere tedesco Angela Merkel prenderanno abbastanza voti da riuscire a formare una coalizione di centrodestra insieme al partito liberale democratico (Fdp). Lo stima un sondaggio diffuso oggi, a una settimana dalle elezioni del 27 settembre. L'indagine, condotta da Electoral Research Group per conto del canale tv Zdf, dà la coalizione conservatrice della Merkel al 36% - la stessa percentuale della rilevazione precedente - e l'Fdp al 13%. Insieme, le due formazioni arriverebbero così al 49%, superando gli altri tre principali partiti - l'Spd, i Verdi e la Linke, dati rispettivamente al 25%, al10% e all'11% - messi insieme.
Nuovo scudo Usa, Mosca congela i missili
Dopo l'annuncio di Obama sul cambiamento dei progetti militari americani, anche la Russia fa la sua mossa di disgelo. "La rinuncia americana a nuove iniziative non passerà inosservata. Niente vettori e radar a Kaliningrad”.
Se Obama archivia lo scudo antimissile di Bush, Mosca congela i missili a Kaliningrad. La risposta alle parole del presidente americano non si è fatta attendere. "Mosca ha annunciato che congelerà le misure militari programmate in risposta allo scudo antimissile Usa nell'Europa dell'est". Tra le misure di risposta russa c'erano anche i missili Iskander nell'enclave baltica di Kaliningrad e un radar per disturbare quello previsto nella Repubblica Ceca dal progetto Usa.
Missioni all'estero, italiani presenti in 21 Paesi.
Sono 9.100 i nostri soldati impegnati all'estero in 33 operazioni su diversi scenari. I compiti assegnato sono soprattutto quelli di peacekeeping e di stabilizzazione delle aree di crisi.
Sono 33 le operazioni militari che vedono impegnati i contingenti italiani in 21 Paesi, 9.100 i militari in campo. Peacekeeping e stabilizzazione delle aree di crisi i compiti dei nostri soldati. Tre le aree dove sono numericamente piu' impiegati: la gran parte è stanziata in Afghanistan, in Libano e nell'area balcanica. In particolare in Afghanistan l'Italia fa parte della forza multinazionale Isaf, i nostri soldati sono dislocati tra la capitale Kabul e la provincia occidentale di Herat. La missione è iniziata nel 2003.
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