Rassegna stampa.
Un giudizio sui primi passi della giunta.
È certamente prematuro giudicare l’operato di un’amministrazione, essendo trascorsi poco più di due mesi dal suo insediamento, tuttavia dalle sue prime mosse e dalle sue prime azioni si possono trarre delle indicazioni che mi fanno constatare come questa si presenti come l’amministrazione del meno, nel senso che, allo stato attuale, sono più le cose tolte di quelle date.
Ma andiamo con ordine, facendo per correttezza una premessa: sono stato per cinque anni consigliere comunale di maggioranza nella precedente amministrazione di centrosinistra e quindi con un’appartenenza ed una collocazione politica ben chiara.
Siamo in piena sagra patronale e quest’anno, per la prima volta da 70 anni, non ci sarà un appuntamento storico e molto apprezzato non solo dai casalini; mi riferisco alla gara ciclistica del lunedì per le vie della città. Certo, mi si può dire che non c’erano fondi ma, coinvolgendo le associazioni di categoria, attraverso le sponsorizzazioni ed un po’ di determinazione e volontà credo che l’obiettivo si potesse raggiungere. Inoltre, dopo oltre un quinquennio di più che buone rappresentazioni di prosa (anche con artisti di fama nazionale), di lirica e di proiezioni cinematografiche, avremo una stagione priva di eventi culturali e di intrattenimento che hanno sempre riscosso un grande successo di pubblico. Oltretutto le serate al cinema o a teatro raggiungevano anche lo scopo di rivitalizzare il centro città e dare impulso ai locali che si affacciano sulla piazza.
I nostri anziani non godranno più dell’assicurazione riservata agli ultra sessantacinquenni contro i furti ed i conseguenti danni. Mi si può replicare che era poca cosa e che ne avevano usufruito in pochi ma, visto il modesto impatto economico ed il valore sociale dell’iniziativa, era un buon segnale mantenerla in vita. Smetterà di funzionare anche il magazzino di raccolta e distribuzione
di mobili ed elettrodomestici usati gestito dal Movimento Lavoratori Credenti di Don Barbesta, perché il capannone che lo ospita non è a norma. Non ci si può sempre nascondere dietro motivazioni di natura economica; le scelte che un’amministrazione compie sono soprattutto di natura politica e sociale perché se è vero, e lo è, che i maggiori utenti del magazzino sono cittadini extracomunitari, è altrettanto vero che la stragrande maggioranza di coloro che conferiscono al magazzino (quasi sempre con un servizio a domicilio e pressoché a costo zero) il mobilio dismesso sono cittadini italiani, che ben apprezzano questo servizio per indubbia comodità e per la finalità sociale del medesimo.
In meno, forse, abbiamo qualche extracomunitario almeno stando all’enfasi con cui la stampa ha pubblicizzato le azioni messe in campo dall’amministrazione (con corredo di immagini fotografiche, spesso le stesse o al più variando l’angolo di ripresa della medesima scena), che
vanno dalle ordinanze emesse dal Sindaco all’intervento di consiglieri comunali o segretari di partito “sceriffi”.
Sarà poi vero? La sensazione è che nulla sia cambiato. Quali sono poi le intenzioni dell’amministrazione in merito all’Azienda Speciale? Oltre alla ventilata chiusura della parafarmacia di Via Conciliazione, c’è la volontà di accelerare l’iter autorizzativo della nuova casa di riposo, al fine di poter dare una sistemazione dignitosa e funzionale agli ospiti anziani ed al personale che li accudisce? Mi risulta che recentemente la sala pranzo dell’attuale casa di riposo abbia avuto del distacco di intonaco dal soffitto ed i problemi, per chi la vive e chi la frequenta, non sono solo questi! Se esiste la volontà politica e sociale, mi sembra che ostacoli non ve ne siano o siano facilmente superabili: l’amministrazione locale è governata dal centrodestra, come pure la Provincia, la Regione, l’Azienda Sanitaria Locale, ossia tutti quegli enti ed istituzioni coinvolti nel processo autorizzativo e negli accreditamenti.
Vogliamo vivere in una città più bella? Allora, per cortesia, evitiamo quelle brutture quali sono i rattoppi alla pavimentazione in porfido di Largo Casali, in pieno centro, utilizzando del catrame per stabilizzare i cubetti dissestati! Per ultimo, la sicurezza è un concetto integrato che passa anche per una città adeguatamente illuminata: vorrei segnalare che in Via Don Mazzolari i lampioni dell’illuminazione pubblica sono rotti da tempo. Mi rendo conto che questo mio testo manca di organicità e sembra più una lista della spesa, ma gli argomenti che ho voluto toccare sono molteplici e tutti, amio dire, significativi dei primi passi di questa Amministrazione.
Per concludere, da casalino auguro a tutti i concittadini una Buona Sagra nel segno della socialità, della partecipazione, della solidarietà, della serenità e del vivere civile.
Gianni Guardinceri
Non servono le prove di forza.
Non vorremmo fare nessuna “lezioncina” al neo sindaco di Casalpusterlengo Flavio Parmesani, leghista a guida di una giunta di centro destra, sulla vicenda della moschea ma ci sentiamo di suggerirgli qualcosa. Un passo indietro prima, per riassumere brevemente il caso.
A pochi giorni dall’insediamento la giunta concentra subito la sua attenzione, oltre che sulla massiccia presenza di stranieri in città, sul centro islamico di via Fugazza, un ex negozio di moto trasformato in luogo di ritrovo per i fedeli della città e della Bassa che mai, ci risulta, ha creato particolari problemi di ordine pubblico. In piena estate sindaco, assessori e vigili urbani vanno per effettuare un sopralluogo sui parcheggi esterni e nel frattempo danno un’occhiata all’interno, ravvisando diverse irregolarità di natura tecnica. Onde per cui, è la tesi dell’amministrazione comunale, questo spazio va subito chiuso.
Dopo una serie di annunci da parte del sindaco, “finalmente” il 26 agosto scorso viene emessa la tanto agognata ordinanza. Primo problema: è iniziato il Ramadan, il mese sacro per gli islamici, che a decine si ritrovano qui per la preghiera quotidiana. A nulla serve l’invito del sindaco rivolto agli islamici di andare altrove, leggasi Lodi, a pregare. Non se fa niente, ribatte il primo cittadino del capoluogo Guerini: «La moschea di via Lodi Vecchio non può ospitare altre persone, si rischia il caos». Che fare allora? Dopo aver inutilmente tentato di “mostrare i muscoli” alla città e agli elettori che lo hanno votato, il sindaco è costretto a fare una prima retromarcia, trovando una soluzione che in tempi di Prima Repubblica avrebbero definito un “pastrocchio”: gli islamici per ora restano al loro posto per pregare, cioè in via Fugazza, spazio teoricamente fuorilegge per stessa ammissione del comune, nel frattempo può partire la sistemazione di un magazzino di via Adda (notare, in un nuovo complesso residenziale, con le famiglie pronte a scendere sul piede di guerra contro la “sgradita” presenza degli islamici) che non sarà pronto che per i primi di settembre.
Un buon amministratore, crediamo, è quello che fa rispettare le leggi anche con un pizzico di buon senso. Caro sindaco, non si poteva forse cercare una soluzione alternativa, consentendo agli islamici
di passare il Ramadan nella loro sede storica, per avere così nel frattempo tutto il tempo di trovare un nuovo spazio per moschea e centro culturale? In questo modo si sarebbero evitati tanti isterismi di parte, compreso quello della comunità musulmana che davanti alla sua posizione si sarebbe detta addirittura pronta a pregare in piazza. La città non ha bisogno di prove di forza (come anche quella sul magazzino dei Lavoratori Credenti di Zorlesco), i cittadini sono sufficientemente intelligenti per capire che, come ogni forza politica, anche voi tentate prima di tutto di fare del vostro meglio per l’amministrazione cittadina.
Lettera firmata
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