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lunedì 29 giugno 2009

La realtà del mercato equo solidale

Rassegna stampa - Da Il Cittadino di oggi


Riprendiamo dal quotidiano di Lodi articolo e vignetta.

“Equo”, un settore da 81 milioni di euro
Ecologico e solidale: il commercio “pulito” non conosce la crisi


Attività che producono ricavi per oltre 81 milioni di euro, 260 punti vendita e circa mille lavoratori impiegati nel settore, oltre a cinquemila volontari: sono le cifre del commercio equo e solidale contenute del rapporto Agices (Assemblea generale italiana del commercio equo e solidale) del 2009. Una forma di commercio che tiene nonostante la crisi e, anzi, appare sempre più in via di espansione anche nel nostro Paese, portando su tavole e scaffali prodotti artigianali e alimentari tipici, provenienti da Paesi in via di sviluppo, a partire da caffè, the e infusi, cacao, canna da zucchero e frutta secca.
L'indagine, basata su calcoli aggiornati al 31 dicembre 2007, indica che le organizzazioni iscritte al registro Agices sono 124. Le persone socie di strutture Agices sono quasi 26 mila, con un aumento di 5 mila unità rispetto all'ultima rilevazione. Si registrano inoltre 800 persone giuridiche coinvolte e 5 mila volontari che contribuiscono gratuitamente. Obiettivo del commercio equo e solidale, per lo più veicolato da associazioni e cooperative, è portare sul mercato prodotti provenienti da Paesi economicamente svantaggiati, senza puntare alla massimizzazione del profitto, garantendo allo stesso tempo il sostegno e la cooperazione, il rispetto del divieto di impiego del lavoro minorile e l'utilizzo di materie prime rinnovabili. Questa attività assicura un lavoro a circa mille persone in tutta Italia: in particolare si tratta di 621 donne (64%) e 346 uomini (36%). I contratti attivati sono prevalentemente a tempo indeterminato (il 51%, che assorbe il 77% dei costi), mentre soltanto il 7% è a tempo determinato. Per quanto riguarda i collaboratori, il 17% è a progetto, mentre gli occasionali sono il 7%.
Le organizzazioni Agices hanno acquistato merci destinate alla vendita per una spesa di 46 milioni 484 mila euro. Una discreta fetta degli investimenti riguarda invece le attività di informazione ed educazione: un milione di euro per promuovere circa 12mila ore di campagne e corsi di formazione. Gli esercizi che si occupano di commercio equo e solidale hanno venduto al dettaglio oltre 23 milioni di euro di prodotti. Un parte consistente degli introiti deriva poi dalla vendita ad altri canali di economia solidale (36 milioni) e a soggetti commerciali (quasi 12 milioni).

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