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lunedì 29 giugno 2009

Dove va la scuola d'oggi?

Rassegna stampa - Dal quotidiano Il Cittadino di oggi.

Riportiamo dalla rubrica "Lettere & Opinioni" l'intervento di Dino Cremascoli (Crem) pubblicato oggi, che con l'autorevolezza della propria storia personale evidenzia gli aspetti più sconcertanti del modo attuale di gestire le problematiche d'una istituzione in crisi vissute sulla pelle dei giovani.

In occasione del 25 aprile, festa della Liberazione, “Il Cittadino” ha pubblicato un mio articoletto intitolato “Mille miglia lontani da Predappio” che si concludeva in maniera sconsolata al grido di “Povera scuola! Povera Italia!”.
L’articoletto l’avevo scritto dopo aver saputo che una scuola superiore di Lodi era andata “in gita d’istruzione” a Predappio, sulla tomba di Mussolini... (ad imparare che cosa?).
La gita, l’avevo definita un’iniziativa insensata, di cattivo gusto e indecente, meravigliandomi che nella scuola italiana fossero possibili simili baggianate e che l’autorità scolastica facesse finta di niente.
Dire “spudorati!” a certa gente, è farle un complimento, perché tutto è così allo sbando nelle scuole che non ci si può stupire più di niente. Adesso un’altra!
Si ha l’impressione che nella scuola italiana sia entrata una troupe di sapientoni e di specialisti, che tutto cancellano e travolgono e tutto in nome della serietà, del rigore, del merito e della saggezza: ci pensano loro a sistemare la scuola disastrata! Non voglio tirarla per le lunghe perché “Il Cittadino” non è un giornale specializzato in questioni scolastiche ed io intendo far rilevare un fatto soltanto, di cui vengo a conoscenza leggendo un quotidiano che la dice in quattro righe “I dati, li ha anticipati il Ministro dell’Istruzione, dunque sono ufficiali: nel 2009 non ammessi alla maturità 6% gli studenti, quasi 400 mila respinti nelle classi dalla prima alla quarta superiore; ben 70 mila bocciati tra la prima e la seconda media, di cui 10 mila con cinque in condotta...”.
Mi fermo qui perché voglio parlare di questi 10mila diavoli coi calzoni corti, figli di una razza sconosciuta, ma che pare siano la rovina della scuola, delle famiglie e della società: una razza dannata!
Una razza del tutto sconosciuta a me che nella scuola sono vissuto per quasi tutta una vita senza accorgermi mai che dei ragazzi fossero capaci solo di violenza, bullismo, negligenza, mala creanza, cattiveria, sopraffazione, prepotenza e peggio: una cosa inaudita, mai vista, soprattutto perché sono protagonisti ragazzini di undici-tredici anni.
Io ho fatto lo scolaro, lo studente, l’insegnante, il preside nelle nostre scuole, dove, quando si aveva 7 in condotta, si era rimandati a settembre a ripetere gli esami in tutte le materie.
Ebbene, nel mio piccolo, non ho mai, proprio mai, conosciuto un solo studente (delle medie o delle superiori) che sia stato rimandato a settembre per un 7 in condotta.
Qualcuno ci sarà stato di sicuro, ma voglio dire che si trattava di casi molto rari, così rari (0,5%) che, venuto a sapere di 10 mila ragazzi di prima e seconda media bocciati (non rimandati a settembre a ripetere gli esami) mi vien da pensare soltanto a tre cose: o il giornale ha dato una notizia sbagliata o io non ho capito o qualcuno ha perso la testa.
Qui non si tratta di giovanotti degli ultimi anni, dei licei o delle scuole superiori (18-20 anni): si tratta di ragazzini di 11/13 anni, gente che, forse, fa ancora la pipì a letto e che vien fatta passare come un insieme di sfaticati, di delinquenti, di mascalzoni, di senza creanza, di buoni a nulla, di irrecuperabili...
In nome del lassismo, del buonismo, del lasciar correre, del permissivismo, cose tutte presentissime nella nostra società, nelle nostre famiglie, nel nostro Paese, nelle nostre scuole: tutto vero, tutto sacrosantamente vero, ma di cui i 10 mila bocciati sono le vittime: i responsabili siamo noi, genitori, insegnanti, educatori, preti, uomini di potere... Siamo stati noi ad inventare, a praticare e a diffondere il permissivismo.
Possibile che i mille e mille papà e mamme presenti nei consigli di classe come insegnanti abbiano bocciato per la condotta i 10 mila “barabèn” e non si siano resi conto che risolvere i problemi educativi con la repressione - nei riguardi di bambini - è la più controproducente delle soluzioni, e la più stupida e la più carogna perché la responsabilità è soltanto di noi adulti e invece noi, falliti, ce la prendiamo con chi abbiamo tirato su con pessimi esempi e con sistemi mille volte discutibili.
Chiamatela come volete: per me bocciarne 10 mila è stata un’operazione di bassa macelleria che mi fa venire i brividi al pensiero di che cosa siano stati capaci di fare pur di salvare le apparenze. E questo - ci dicono - è solo il primo passo nella riforma degli studi, per cui c’è proprio da stare allegri.
Povera scuola!

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