Ogni festa porta in sé la voglia dei partecipanti di darsi appuntamento, di incontrarsi, di convivialità, di divertimento, di balli, di musica e canti dimenticando, per un attimo fugace d’evasione, pensieri e impegni quotidiani. Un modo di rigenerarsi partecipando a qualche cosa di diverso dalla solita routine, in queste afose serate estive; dove ogni cosa, anche la più piccola, sembra pesare più del dovuto.
Così è per la festa dell’Unità di Brembio, dove molta gente si riversa ricercando, in quei prati, un po’ di frescura forse proveniente dal vicino Brembiolo che la costeggia per parte del suo perimetro e con un grande balzo verde, come fosse una veranda aperta sulla fresca campagna.
Una cosa del tutto normale il ricercare un po’ di tranquillità oggigiorno; sennonché, fatta eccezione per qualche schiamazzo e qualche intemperanza dovuta all’euforia del momento, rimane un neo da tenere sotto costante osservazione: l’alto volume della musica fino a notte inoltrata. Ci sono zone limitrofe, da tre lati non esclusa la periferia dal lato opposto del paese, che godono – o meglio – subiscono l’imposizione di questa musica. Dove chi, per scelta o impossibilità, è costretto in casa e con questo caldo è forzato a chiudere porte e finestre per potersi godere un programma televisivo o per riposare. Questa parte di cittadini, tra i quali vanno contemplati gli infermi, gli anziani, i bambini, o i lavoratori del primo mattino, che sono parte importante della comunità, desiderano rispetto. Chiedono di non essere soverchiati dall’eccesivo divertimento di altri. Al primo Cittadino di Brembio inviano il loro messaggio contando sulle sue affermazioni: quella di avere un paese più vivibile.
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