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lunedì 20 luglio 2009

A fuoco la Lodigiana Ambiente

Paola Arensi, oggi su Il Cittadino, ci racconta dell’incendio che si è sviluppato nel capannone della ditta Lodigiana Ambiente di Ospedaletto, forse provocato dal caldo.
Scoppia l’inferno nel deposito di rifiuti.
Fiamme altissime e decine di vigili del fuoco al lavoro per ore.

Ospedaletto - Maxi incendio di rifiuti, si scatena l’inferno ma non c’è niente di tossico. Nella notte tra sabato e ieri ha preso fuoco il deposito rifiuti della ditta Lodigiana Ambiente che sorge a Ospedaletto in via Fermi, nella zona industriale alle spalle dell’Hotel Maxim. Nell’area ci sono anche i capannoni delle aziende Pulieco, Italia 90 e Hobby garden che però non sono stati coinvolti. Lo stabile andato a fuoco sorge su una superficie di circa 1000 metri quadrati e si occupa di triturare la frazione secca dei rifiuti solidi urbani raccolti nel circondario. Tutto è partito alle due del mattino dalla segnalazione di alcuni giovani che, dalla piscina Oasi Venere di Orio Litta, hanno notato un intenso bagliore in lontananza. Nel frattempo l’aria è diventata irrespirabile tanto che l’odore di immondizia si è sentito fino a Guardamiglio. Questo particolare ha reso ancor più complicato il lavoro dei vigili del fuoco di Lodi, Casale e Sant’Angelo che, inviati dal comando provinciale, sono rimasti impegnati tutta notte e l’intera giornata di ieri per spegnere l’incendio e smassare i rifiuti carbonizzati. Cumuli la cui quantità resta ancora ignota benché si parli di svariati quintali. Il tutto nel dubbio che la combustione potesse riaccendersi e utilizzando autorespiratori per evitare intossicazioni. Inizialmente sul posto sono arrivate tre autopompe e due autobotti più un’auto di servizio sulla quale viaggiava il funzionario reperibile. Ma nelle ore successive sono stati numerosi i mezzi dei pompieri che hanno dato il cambio ai primi soccorritori. Si parla di circa venti uomini coinvolti. Fortunatamente, nonostante l’odore intenso propagatosi per chilometri, il 118 non ha registrato intossicazioni. Le fiamme, altissime, hanno immediatamente travolto sia i rifiuti interni alla struttura che le stesse pareti arrivando a danneggiare la copertura dello stabile che quindi è stato dichiarato temporaneamente inagibile. Questo perché purtroppo l’allarme è stato dato quando il fuoco si era già esteso parecchio. Tanto che i titolari sono riusciti a salvare soltanto alcuni mezzi di lavoro parcheggiati nelle vicinanze, tra i quali sei camion adibiti alla raccolta dell’immondizia. Inoltre, al fine di scongiurare qualsiasi pericolo per i cittadini, sono intervenuti i tecnici dell’ Arpa, quelli dell’Asl, gli agenti della polizia provinciale e i carabinieri della compagnia di Codogno. Per quanto riguarda le cause dell’incendio i vigili del fuoco non sembrano avere dubbi: «Non abbiamo trovato ingressi scassinati né materiali che potessero far pensare ad un dolo. Quindi si presume una sorta di isotermia». Si tratta di una reazione chimica che sviluppa calore ed è stata probabilmente dovuta al caldo soffocante degli ultimi giorni. Poi i soccorritori aggiungono: «Per fortuna l’incendio non ha prodotto il rilascio di diossina né altre sostanze pericolose per terreno o aria. E in quanto all’acqua utilizzata per lo spegnimento, è confluita in vasche lì presenti adibite alla raccolta delle precipitazioni atmosferiche». Rassicurazioni anche dal dipartimento lodigiano dell’Arpa: «Non ci sono problemi di tossicità, questo perché la colonna di fumo si è dispersa rapidamente lontano dalle abitazioni. Inoltre le plastiche presenti erano minime, semplicemente le borse di polietilene utilizzate per fare la spesa». Rassicurazioni anche dal sindaco Eugenio Ferioli che, partito da poco per le vacanze, è comunque rimasto in contatto con gli organi di controllo per rassicurare i concittadini: «Possiamo stare tranquilli, anche perché il fumo ancora presente si è diretto verso l’autostrada e quindi lontano dal centro abitato. Inoltre l’Arpa ha lavorato per impedire alle acque di scolo di raggiungere le rogge e salvaguardare l’ambiente».

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