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martedì 1 dicembre 2009

Quelli strani viaggi del premier nei paesi dei mangiabambini

Berlusconi nasconde la sua faccia nei paesi “comunisti”.

Sul sito della presidenza del Consiglio non ci sono informazioni sul viaggio del premier Silvio Berlusconi in Bielorussia. Eppure si tratta del primo viaggio di un leader dell'Unione europea a Minsk negli ultimi quindici anni. Certo è una frequentazione imbarazzante, quella di Alexander Lukashenko, presidente bielorusso, messo all'indice dall'Unione europea e dalla comunità internazionale per il sospetto di brogli elettorali e per il non rispetto delle regole democratiche in politica interna.
Nell'incontro tra Lukashenko e Berlusconi il presidente della Bielorussia ha avuto parole di riconoscenza per il suo interlocutore: “Ringrazio il presidente Berlusconi per la sua puntualità: aveva promesso di venire ed è venuto. Noi comprendiamo bene il significato di ciò e ce lo ricorderemo”. Parole sacrosante che rinfrancano il premier: mal che vada con le sue vicende giudiziarie, sa dove chiedere asilo politico.
Lukashenko ha anche aggiunto: “Vediamo la sua visita non solo nel contesto bilaterale, ma anche in un contesto più largo come un gesto eloquente di sostegno e appoggio del nostro paese sulla scena internazionale”. Calcando così sul significato politico di rottura del fronte europeo sulla chiusura verso la Bielorussia. Berlusconi, pur di star lontano dai tribunali, non esita a turbare equilibri e sbugiardare le posizioni del mondo democratico occidentale sui diritti umani. Il premier non si è fatto scrupolo alcuno di usare nella conferenza stampa di rito espressioni che hanno subito scatenato l'ennesima polemica. Ha detto: “Tanti auguri a lei e al suo governo. E alla sua gente che so che la ama. E questo è dimostrato da tutti i risultati delle elezioni che sono sotto gli occhi di tutti, che noi conosciamo e apprezziamo”. Berlusconi ha poi ringraziato Lukashenko per le rassicurazioni sul problema delle adozioni di bambini bielorussi da parte di famiglie italiane e “sulla possibilità di lavorare insieme su questo tema”. Lukashenko ha confermato che nel corso dei colloqui si è parlato di adozioni internazionali, sostenendo di aver avuto precise “garanzie dalla Santa Sede e dallo Stato italiano”.
La prima a polemizzare con il viaggio a Minsk di Berlusconi è stata Emma Bonino, vicepresidente del Senato: “A me sembrano abbastanza misteriose tutte queste trasferte all'estero. A parte i famosi tre giorni con Putin, dei quali ancora non si sa molto e già questo non è normale, poi abbiamo avuto la visita in Arabia Saudita con il suo socio Tarak Ben Ammar, in seguito la visita in Turkmenistan e poi quella in Bielorussia”. Per la senatrice radicale, mentre la politica estera di altri paesi ha come centro l'Afghanistan e l'Iran, quella italiana “oltre ad avere come minimo comune denominatore lo sdoganamento dei dittatori, è poco chiara a meno che non si tratti di una politica estera-energetica”.
Il rigoletto di Palazzo Chigi, Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha replicato immediatamente: “Ma quale giallo internazionale si inventa la Bonino? Per parlare di Afghanistan il presidente Berlusconi è stato chiamato giovedì scorso dal presidente Obama. Nel viaggio in Arabia Saudita e in Qatar il premier ha parlato del processo di pace in Medio Oriente, ma anche di Iran e Afghanistan. La Bonino si consoli, non c'entra niente Agatha Christie”.
Si è appreso che il presidente bielorusso ha aperto gli archivi del Kgb al premier italiano, parlando di un regalo che si fa “agli amici importanti”. La consegna di alcuni dossier a Berlusconi dovrebbe permettere di stabilire la sorte dei cittadini italiani prigionieri durante la seconda guerra mondiale in Russia e in Bielorussia. “Se l'Italia è interessata a approfondire l'argomento, noi forniremo altri documenti”, ha detto Lukashenko ringraziando l'Italia per l'accoglienza fornita ai bambini di Chernobyl. Il premier Berlusconi ha ringraziato a sua volta per il gesto di amicizia: “È con commozione che ricevo queste carte che sono un omaggio veramente imprevisto. Approfondiremo tutte le notizie di questi documenti e posso interpretare il sentimento delle famiglie italiane nel rivolgerle un ringraziamento cordialissimo”. Questo risultato della visita non è sufficiente a placare le polemiche. Dice Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, che ha chiesto che il presidente del Consiglio riferisca alla Camera sui contenuti della sua visita ufficiale a Minsk: “Aveva destato in me già profonda meraviglia il fatto che il nostro sia stato il primo capo di un governo occidentale ad andare in visita ufficiale in Bielorussia da quando è al potere il dittatore Lukashenko. Ma la mia meraviglia era niente in confronto allo sbigottimento di oggi nel leggere gli elogi del nostro premier a Lukashenko”. Stesso pensiero espresso anche da Piero Fassino: “Con la visita a Minsk, Berlusconi mostra ancora una volta una sconcertante manifestazione di superficialità e di non conoscenza dello scenario internazionale, che rischia di confermare l'immagine di una politica estera italiana oscillante e confusa”.


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