Rassegna stampa - l'Unità.it, 25 settembre 2009.
Era stata presentata come l'arma finale contro i "fannulloni" della pubblica amministrazione, la attesa "rivoluzione" nella pubblica amministrazione. E sulle norme che dovevano "inchiodare" gli impiegati alla loro scrivania il ministro Brunetta aveva costruito la sua popolarità. Peccato che in gran sordina, con un decreto legge del luglio scorso, già convertito in legge, quelle norme siano sparite. Prevedevano disposizioni penalizzanti per gli impiegati pubblici, tra le quali indennità di malattia ridotta, e fascia di reperibilità per i dipendenti in malattia estesa praticamente a tutta la giornata (con un'unica 'ora d'aria' dalle 13 alle 14). Peccato che fossero chiaramente incostituzionali e che quindi il governo ha pensato di togliere di mezzo i presupposti di un'altra figuraccia.
Le fasce orarie di reperibilità sono tornate due di due ore ciascuna, la certificazione medica è stata nuovamente affidata al medico convenzionato, e sono state abrogate alcune delle norme che prevedevano penalizzazioni economiche. I sindacati si chiedono ora come mai è stata data tanta pubblicità alle norme di Brunetta e nemmeno una notizia sulla penosa marcia indietro dello stesso ministro. Verrebbe da dire: è la stampa bellezza.
Secondo i sindacati il provvedimento era ampiamente incostituzionale. La Cgil: "Tanto rumore per nulla". Con l'aggravante che dopo tanti annunci mediatici, non è in campo nessuna vera norma per far funzionare meglio la Pubblica amministrazione.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.