Speciale, [19].
Da Simone Uggetti ad Aurelio Ferrari molti amministratori hanno aderito alla lista dell’ex ministro.
«Vogliamo dire basta ai vecchi sistemi».
Congresso Pd, presentata ieri a Lodi la mozione Bersani.
Il Cittadino, Alberto Belloni.
«Nessuna nostalgia del passato e dei vecchi schemi. Si tratta di costruire un Partito Democratico forte e ben organizzato. Che sappia proporre un’azione decisa e senza tentennamenti»: così uno dei coordinatori della mozione Bersani sul territorio, l’assessore del comune di Lodi Simone Uggetti ha presentato le linea guida del documento congressuale. Un’anteprima in vista dell’arrivo dell’ex ministro Pierluigi Bersani nel capoluogo, per illustrare i punti centrali della sua proposta. L’appuntamento è per questo pomeriggio, alle ore 17, presso lo spazio dibattito dell’area del Capanno a Lodi, alla presenza anche di Maurizio Martina (segretario regionale Pd). «Abbiamo già ricevuto molte adesioni alla mozione sul territorio, tra amministratori ed esponenti provenienti da diverse realtà della provincia», continua Uggetti.
Anche i sindaci, indossato il grembiulino, friggono salamelle alle feste dell’Unità.
Anche i sindaci friggono le salamelle. Era quanto accadeva vent’anni fa, alle feste dell’Unità, quando non era raro incontrare i sanguigni sindaci comunisti occupati nel reparto friggitoria. La cosa si è ripetuta anche in queste ultime ore, a Lodi, alla festa provinciale del Partito Democratico, dove i visitatori martedì sera sono incappati addirittura nel primo cittadino di Lodi, Lorenzo Guerini, intento a “bruciacchiare” (non friggere) salamelle. Non che Guerini provenga dalle file dell’ex Pci (anzi, tiene a ribadire di aver militato nella gloriosa Democrazia Cristiana...), ma il sindaco di Lodi, prossimo alla campagna elettorale della primavera 2010, forse ha voluto cimentarsi nelle prove necessarie a... friggere avversari politici. Oppure saranno altri a metterlo sulla graticola?
Pesanti critiche all'attuale giunta provinciale.
Canova (Pd): «Trasparenza sugli stipendi? Ci vuole altro»
«Sono ben altre le “iniziative rivoluzionarie” di cui il Lodigiano abbisogna. È racchiuso in questa aspra chiosa il senso della replica con la quale Luca Canova, vicecapogruppo del Partito Democratico in consiglio provinciale, ha deciso di commentare “l’operazione trasparenza” attraverso la quale il presidente Pietro Foroni ha deciso di rendere pubblici il suo stipendio e quello dei sei assessori che compongono la sua giunta. «Credo che i lodigiani siano più interessati a quel che vuol fare la giunta per il nostro territorio che a sapere che il suo costo per la collettività si aggira, ogni mese, sui 40 milioni di vecchie lire», spiega Canova, cui al di la del “peso” delle buste paga percepite dal presidente, dal suo vice e dagli altri cinque componenti della giunta non sono piaciuti alcuni dei contenuti che hanno accompagnato il comunicato diffuso sul sito internet della provincia. «Sotto il profilo politico - prosegue Canova - resto sorpreso nel sapere che l’iniziativa è volta a contrastare “dicerie e insinuazioni sulle giunte leghiste”: non eravamo a conoscenza del fatto che la giunta fosse costituita da un monocolore leghista». Sul lato economico, invece, la stoccata è rivolta alla rinunce economiche e ai gravosi sacrifici dei quali, per Foroni, la giunta si sta facendo carico: «Quanto alla retrocessione dal punto di vista economico per gli assessori provinciali, agli impegni gravosi e alle famiglie trascurate, c’è chi regge questi impegni per molto meno - sciabola Canova -. Per esempio i consiglieri provinciali che sono eletti dai cittadini, sono convinti del loro dovere, sono anch’essi “strappati alle famiglie”, non hanno fondi accessori e hanno da sempre l’obbligo di rendere pubblico il proprio reddito: tutto questo per poco più un centinaio di euro mensili e senza lamentarsi. Le disponibilità finanziarie di cui la giunta dispone sono ottime e abbondanti, anche per meriti pregressi: finite le vacanze li invitiamo a lavorare, con impegno, per il bene del Lodigiano». Anche l’ex assessore e oggi consigliere Mauro Soldati è severo: « Tra poco ci diranno che l’acqua bolle a 100 gradi. La banalità delle affermazioni di questa giunta sta raggiungendo vette impensabili. Ogni anno, in base alla legge, gli amministratori forniscono l’entità degli emolumenti percepiti e non solo quelli riconducibili alla pubblica amministrazione. Noi l’abbiamo sempre fatto e siamo stupiti dall’enfasi con la quale presentano la normalità, come il fatto che la carica comporti sacrifici personali. Non l’ha ordinato il dottore di fare l’assessore, e per quanto impegnativo e carico di responsabilità, portare a casa più di duemila euro al mese, di questi tempi, non è poi tanto disgustoso; ci vorrebbe maggior senso della realtà».
Bersani alla festa del Pd, i supporter: «È l’occasione per una svolta».
Il Giorno di oggi.
Pierluigi Bersani, dopo Dario Franceschini, sarà l’ultimo candidato alla segreteria nazionale a visitare la festa del Pd al Capanno, stasera alle 17. Ieri, intanto, il comitato lodigiano per la mozione Bersani ha spiegato la propria scelta. Nel gruppo, Simone Uggetti, Dario Leone, Gianfranco Concordati, Angelo Antoniazzi, Domenico Visigalli e il sindaco di Brembio, Sozzi, che ha spiegato «di essere stato convinto dalla grande attenzione data dalla mozione al territorio».
Aaurelio Ferrari, ex sindaco, di provenienza Margherita, ha spiegato di aver apprezzato «la lucidità della scelta politica, basata sul concetto di un nuovo umanesimo». Concordati ha invece sottolineato l’importanza della ridefinizione delle alleanze e della linea politica. Leone, invece, ha notato «positivamente che fra i giovani cominciano a essere presenti simpatizzanti che non provengono da precedenti esperienze, ma nati nell’identità del Pd».
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