Rassegna stampa - l'Unità, Roberto Brunelli, 28 settembre 2009.
Un bagno principesco, tutto stucchi e splendidi ori. Il wc, quando lo apri, addirittura promana luci celestiali. «Non c'è nemmeno bisogno della catenella, basta il pensiero per far scorrere l'acqua...», dice una delle due ragazze - belle e truccatissime - che si aggirano al suo interno armate di cellulare. «Fatti fotografare accanto al phon di Putin», dice una all'altra. «E tu di dove sei?» «Di Bari». «Escort?». «No, di Bari!». Questa è una delle scene di Lost in Wc, la fiction-tv a pillole che si potrà vedere solo (...se tutto va bene) a "Parla con me", che riparte martedì sera, come sempre su Rai3.
Praticamente un regalo di compleanno, dato che proprio oggi cade il genetliaco di Re Silvio, il settantatreesimo. E ci saranno tutti alla festa: Serena Dandini, ovviamente, e Dario Vergassola, e sinanche Elio e le Storie Tese, i quali per l'occasione ripropongono una versione aggiornata di 29 settembre di Battisti: invece che «seduto in quel caffé...» canteranno «seduto in quella sala "travaglio" aspettavo la nascita del presidente del consiglio...".
Clima allegro, ieri a Viale Mazzini, per la presentazione della nuova stagione del programma dandinesco. «Perchè a essere cambiati non siamo noi, ma il mondo intorno a noi». Per questo Serena parteciperà alla manifestazione di sabato sulla libertà di stampa: «Per noi non c'è nessuna censura o bavaglio, fino a prova contraria. Noi lavoriamo in grande serenità grazie al direttore di Rai3, Paolo Ruffini: speriamo di andare avanti così». Eh sì, perché questa serenità non è concessa a tutti: «Sono d'accordo con quello che dice Roberto Saviano, quando sostiene che la censura non è tanto la chiusura di un programma, ma è anche non farti lavorare serenamente. Siamo arrivati al ridicolo: ho visto avvicendarsi tanti direttori, capistruttura e tanti schieramenti politici, ma una situazione così astiosa della politica nei confronti della tv non l'avevo mai vista. Effettivamente siamo un po' intimiditi. Certo, mandare il governo a controllare un programma in ogni suo anfratto toglie serenità».
Riferimento non casuale a Santoro e Fazio, «professionisti che hanno fatto la storia della Rai, e che oggi devono sentirsi "tollerati" all'interno dell'azienda», come spiega il coatore del programma, Andrea Salerno. Intimidazioni, pressioni, polemiche. Come quella lanciata dai giornali di destra sul canone: «Attenzione - dice Serena - sarebbe interessante provare di chiedere al pubblico per cosa vorrebbe pagare il canone e per cosa no: si potrebbero avere delle sorprese».
Compito arduo del direttore Ruffini è di ricordare quella che una società avanzata dovrebbe ssere un’ovvietà, e cioè che «la ricchezza di un paese si misura sulle pluralità di idee. In questo sta la nostra essenza, l'essere servizio pubblico».
Festa di Silvio a parte, il programma metterà a dura prova i fremiti censorii. Ci sarà anche il Trio Medusa, per esempio, che si cimenterà nell'impervio compito di aiutare il Tg1 a dare tutte le notizie. Cose come « i sindacati che si pongono il problema dei tacchi a spillo in Inghilterra sui posti di lavoro», oppure uno speciale sugli aeroplanini di carta. Ci sarà Ascanio Celestini, ovvio, il cui volto questa volto rimarrà chiuso in una specie di teatrino dei burattini «per dire che la tv è morta, non esiste», ci sarà Max Paiella sempre nei panni di Maurizio Belpietro ma anche, "new entry!", in quelle di Paolo Crepet («Di questi tempi abbiamo tutti tutti bisogno di terapia psicanalitica, no?», chiosa Serena), e naturalmente ci saranno pure Andrea Rivera («voglio iniziare dall'Aquila per vedere se ci sono i citofoni»), Neri Marcoré e la strepitosa Caterina Guzzanti.
Compito ingrato quello di Diego Bianchi in arte Zoro, cui spetta l'onere di sviscerare «il ventre molle della sinistra», tra primarie, congressi, mozioni, candidati e quisquilie varie: «Sarò un po' bersaniano, un po' franceschiniano, un po' mariniano...». "Lost in Pd", insomma. a far da speculare opposto alle ragazze «lost in wc». Avviso per gli eventuali censori: il nome del premier e la sua augusta residenza, Palazzo Grazioli, non vengono mai nominati, le musiche che si sentono in sottofondo sono del celebre menestrello Apicale. Ogni assonanza o riferimento a fatti realmente o ipoteticamente accaduti sono del tutto casuali.
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