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venerdì 3 luglio 2009

I beni artistici lodigiani a rischio ozono

Ricca la rassegna stampa mattutina. Cominciamo con un articolo di Cristina Vercellone sul quotidiano Il Cittadino che presenta l’allarmante conclusione di uno studio della regione Lombardia: nel Lodigiano i beni artistici fortemente esposti sono 25.
Smog, ecco i monumenti in pericolo.
Duomo, San Francesco e castelli della Bassa esposti al rischio ozono.
Rassegna stampa.

L’inquinamento dell’aria un danno per i monumenti artistici. Anche quelli del Lodigiano. A dirlo sono i dati di una ricerca, l’unica disponibile, commissionata dalla regione Lombardia nel 2001 e realizzata da una equipe di ricercatori che fa capo a Tele rilevamento Europa srl. I beni artistici finiti sotto la lente degli esperti sono quelli del capoluogo, Duomo, chiesa delle Grazie e San Francesco, ma riguardano un totale di 25 monumenti del territorio. Si va dal castello Trecchi di Maleo a quello di Sant’Angelo, Fombio e Maccastorna, la Basilica di San Bassiano a Lodi Vecchio, il Cerreto e la chiesa di San Biagio a Codogno. «Gli inquinanti atmosferici di cui è dimostrata l’azione di danno al patrimonio artistico e culturale - spiegano i ricercatori nello studio - sono soprattutto lo smog fotochimico, miscela di ozono, idrocarburi e ossidi di azoto, il biossido di zolfo, l’ammoniaca e il particolato sedimentabile. Il traffico rende conto della maggior parte dell’inquinamento atmosferico. I danni provocati dalla forte azione dell’ozono sono di incommensurabile importanza culturale quando si verificano su affreschi, arazzi, bronzi e rami. Numerosi studi dimostrano l’azione decolorante sulle pitture. Consapevoli dei danni da ozono alcuni musei, come il British museum library e il Canadian conservation institute hanno fissato dei limiti. Il Royal Ontario Museum fa uso, invece, del carbonio attivo per rimuovere ogni traccia di ozono dalle sale». Nessuna norma, in Italia, fissa il valore limite di concentrazione rispetto alle opere d'arte. Quelli definiti per la salute e l’ecosistema, dicono gli esperti, sono inadeguati per i beni artistici.
Ai fini della ricerca gli studiosi hanno posto dei limiti che nel Lodigiano sono spesso superati, per quanto riguarda ossidi di azoto, No2 (30 microgrammi) e ozono (40). Quando è stata fatta la ricerca, la soglia calcolata per l’ozono è stata ampiamente oltrepassata in tutti i monumenti, quella dell’ossido di azoto, invece, in 10 beni su 25. Se gli inquinanti fossero stati raccolti ieri, secondo i dati dell’Arpa, i 3 monumenti del capoluogo avrebbero rischiato, non solo i danni dell’ozono, ma anche quelli degli ossidi di azoto, calcolati in 51 microgrammi rispetto ai 22,3 dello stesso mese del 2001. Secondo lo studio, invece, i monumenti a maggior rischio sarebbero quelli di Codogno, la chiesa di Ospedaletto, la chiesa di Santa Maria Incoronata, a Castiglione, palazzo Rho a Borghetto e il castello di Sant’Angelo. In tutti questi casi, l’ozono è stato misurato in oltre 100 microgrammi e gli No2 in più di 30. «A Lodi almeno - commenta l’assessore alla cultura Andrea Ferrari - non abbiamo segnalazioni di opere annerite dallo smog».
Secondo la studiosa Maria Emilia Maisano Moro, rappresentante lodigiana del Fai, «bisognerebbe spingere di più per l’allontanamento dei piccioni dai monumenti, così come è stato fatto in Broletto e a palazzo Mozzanica dopo il restauro. Secondo me, poi, bisognerebbe estendere il più possibile l’isola pedonale nel centro delle città. I bus urbani dovrebbero essere sempre più sostituiti con navette a basso impatto ambientale. La situazione a Lodi è nella media. A farmi infuriare è anche il degrado umano, quello è davvero devastante. Si va dai graffiti sui muri fatti con vernici indelebili, ai danni come quelli provocati al leone del Duomo spruzzato di verde pochi giorni fa. Una cosa che, invece, ho in mente di segnalare al comune, riguarda il selciato della piazza: vernici di tutti i colori vengono usate per delimitare le bancarelle del mercato. Basterebbe usare dei gessi bianchi. Tutti quei blu, rossi e verdi sui ciottoli del centro stanno davvero male».

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